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Il concordato più lungo del mondo
Affaire Ferrarini, è l’ora della chiarezza
L’istanza di fallimento? Un fake. Pubblichiamo il documento

DI PIERLUIGI GHIGGINI

28/7/2021 – Esattamente tre anni fa, il 27 luglio 2018, il Tribunale di Reggio Emilia-Sezione fallimentare decretava l’avvio della procedura del primo concordato della Ferrarini Spa. Dopo tre anni la situazione èancora in alto mare, con l’aggiunta fresca fresca della vendita all’asta della villa di Rivaltella, il prossimo 14 dicembre, che non è solo un edificio signorile di gran pregio, ma è la sede storica della produzione dei prosciutti cotti, core business della Ferrarini.

Lo stallo annoso e tale novità non esattamente rassicurante hanno spinto i sindacati degli alimentaristi a chiedere e ottenere un incontro con Ferrarini Spa giovedì 29 luglio alle 9,30: il primo dopo la rivolta della base dei lavoratori che ha imposto una nuova Rsu.

La villa di Rivaltella, sede della Ferrarini

Ricapitoliamo qualche passaggio.

Dopo l’avvio della procedura col decreto del 27 luglio 2018, il 13 marzo 2019 il tribunale dava il via libera al piano Ferrarini-Gruppo Pini.

Ma dopo oltre un anno e tre rinvii delle adunanze dei creditori, il 2 maggio 2020 Ferrarini Spa rinuncia al primo concordato, trovando sponda nel Tribunale che con una sentenza lampo il 6 maggio lo dichiara “improcedibile”. Lo stesso giorno il Tribunale decreta l’apertura della procedura di un secondo concordato, su istanza depositata da Ferrarini spa sempre il 2 maggio, contestualmente alla rinuncia al primo.

Il 12 ottobre 2020, dopo che Ferrarini – con ulteriore proroga dei termini- aveva depositato il nuovo piano industriale del gruppo Pini con il sostegno di Amco (band bank di Stato che miracolosamente si trasforma da creditore insoddisfatto in ulteriore finanziatore) il tribunale reggiano trasferisce il fascicolo a Bologna per effetto di una sentenza della Corte d’Appello, a seguito di ricorso presentato da Intesa San Paolo e Unicredit. Pochi giorni fa, però, però il Tribunale di Bologna ha restituito il fascicolo a Reggio Emilia, in ossequio alla sentenza della Corte di Cassazione pubblicata il 9 luglio.

Sono passati tre anni e il concordato Ferrarini è diventato un affare da raffinati legulei, mentre i creditori aspettano con la pazienza agli sgoccioli e mentre l’azienda va avanti (si dice con buoni risultati) grazie all’impero Pini della bresaola e dei macelli, e col puntello offerto dallo Stato.

Lisa Ferrarini, a.d. del gruppo Ferrarini, con Matteo Renzi, in tempi migliori

E mentre il Drake, incantevole yacht dei Ferrarini, è tornato signorilmente a veleggiare nel Tirreno, l’azienda di Rivaltella continua a navigare fortunosamente tra montagne di prosciutti e di corrispondenti debiti il cui saldo anche parziale viene continuamente rinviato, con la famiglia Ferrarini sempre sul ponte di comando, benedetta da ogni potere pubblico e confindustriale (e anche dellla Rai, viste le comparsate di Lisa Ferrarini da Bianca Berlinguer).

Il Drake di Luca Ferrarini

Preghiamo avvocati e giuristi di non mugugnare, ma stringi stringi questi concordati sono diventati magicamente, in base a un rito tutto reggiano, una sorta di amministrazione straordinaria, però senza il commissario nominato dal Ministero e con la sostanziale differenza che il debitore di sempre continua sempre a gestire e comandare. Magia resa possibile da un susseguirsi di mandrakate come in un filmetto cult con Gigi Proietti, certo tutte lecite e sapientemente architettate, ma in cui altri potrebbero vedere l’ombra di un Deep State de noantri.

Al di là dell’ironia, in questo quadro effettivamente poco chiaro e gravido di interrogativi, e nell’attesa che si decida se è uno oppure sono due i concorrenti in lizza per i prosciutti Ferrarini famosi nel mondo, vengono a galla operazioni che scottano, come il passaggio formale di proprietà della villa-stabilimento di Rivaltella, pagata una cifra esorbitante, pare oltre 40 milioni, da Ferrarini spa alla vedova di Lauro, mentre il giudice dell’esecuzione ha fissato la base d’asta a circa un decimo della valutazione di allora. E in questo quadro continua ad essere alimentata una certa disinformazione che trova il suo spazio ideale nei social.

A tale proposito, l’aspetto più eclatante riguarda la pretesa istanza di fallimento presentata dalla cordata Bonterre, antagonista di Pini-Ferrarini: una bufala in piena regola, nata peraltro in modo poco chiaro negli uffici del tribunale di Bologna, che ha alimentato un allarme parossistico tra i lavoratori con l’effetto di spingerli a sostenere il gruppo Pini già impegnato nella gestione dell’azienda, con un fuoco di sbarramento sulla cordata concorrente Bonterre, che è sostenuta da Intesa e Unicredit.

Bonterre ha già chiarito con un comunicato di non aver presentato alcuna istanza di fallimento, ma al contrario un ricorso finalizzato all’amministrazione straordinaria (cosiddetta legge Prodi Marzano), strumento nato all’indomani del crac Parmalat proprio per proteggere dai fallimenti i grandi gruppi in crisi, salvaguardare la continuità produttiva e indirizzarli verso il risanamento. Nonostante questo, e nonostante la prudente messa a punto dell’avvocato professor Sido Bonfatti, legale dei Ferrarini, le fake continuano a circolare indisturbate.

Oggi Reggio Report, che è indipendente, non parteggia per nessuna delle parti in causa, ma ha a cuore la storia del gruppo reggiano, la qualità del suo prodotto e i posti di lavoro dai quali dipendono tante famiglie, è in grado di pubblicare i documenti e dimostrare che Bonterre non ha mai presentato alcuna istanza di fallimento.

IL RICORSO AL TRIBUNALE DI BOLOGNA DEL 15 MARZO

Il 15 marzo scorso è stato depositato al Tribunale di Bologna un “ricorso per la dichiarazione dello stato d’insolvenza” di Ferrarini da parte di RE-Food S.p.A. a socio unico. RE-Covery S.p.A a socio unico e Filiera Sì s.r.l. Nella premesse di tale documento i ricorrenti affermano senza ombra di dubbio che l’istanza è finalizzata non al fallimento, bensì all’amministrazione straordinaria.

Ecco cosa si legge nelle pagine 2 e 3 del ricorso, di cui pubblichiamo le foto degli originali con firma digitale e trasmesse via Pec.

“Le ricorrenti chiedono al Tribunale di Bologna, sezione fallimentare, di dichiarare
lo stato di insolvenza della società Ferrarini S.p.A. in c.p., con sede legale a Reggio
Emilia, in Via Lauro Ferrarini, c.f. e p.iva 02720460357 (“Ferrarini”), ai sensi degli artt. 3
e 6 d.lgs. 8 luglio 1999, n. 270, al fine di assicurare continuità dell’azienda della stessa
Ferrarini – ad oggi a grave rischio – nell’interesse di creditori, fornitori, dipendenti
e, più
in generale, di tutti gli altri portatori di interesse nella azienda di Ferrarini, per il caso in
cui la sua procedura concordataria fosse revocata o non fosse omologata.
1.2 La presente iniziativa non è volta, quindi, alla liquidazione giudiziale della società
(nient’affatto, dunque, a provocarne il fallimento), né all’interruzione o anche solo
riduzione dell’attività aziendale di Ferrarini, ma, all’esatto contrario, è finalizzata a
mettere in sicurezza la prosecuzione di attività aziendali che sono oggi a grave rischio di
interruzione
, a causa di comportamenti censurabili degli attuali amministratori, che
hanno gestito e gestiscono la società in violazione ai loro obblighi, a danno della società
stessa, dei creditori, fornitori, dipendenti e altri interessati, ed a vantaggio del fornitore
Pini Italia s.r.l. (e le altre società del gruppo Pini), che di fatto gestisce Ferrarini assieme
agli attuali amministratori a suo esclusivo beneficio e a danno di tutti gli altri…”.

Il testo non può lasciare dubbi sulle intenzioni del ricorso “Bonterre”. Perchè allora c’è chi continua a spacciare delle frottole? Qual è l ‘obiettivo, se non la guerriglia contro una cordata a favore di un’altra?

In realtà l’errore è a monte delle polemiche, e va ricercato nella sbadataggine di un cancelliere o di un magistrato, convinto certo in buona fede che amministrazione straordinaria e fallimento siano la stessa cosa. Perchè nel decreto del 13 luglio 2021 con cui la Quarta Sezione Civile del Tribunale di Bologna ha restituito a Reggio Emilia tutti gli incartamenti del concordato Ferrarini, si fa esplicito riferimento alla “procedura per la dichiarazione di fallimento iscritta al rg n. 84/2021 e promossa da Filiera Sì srl, Re.Food Spa e Re-Covery spa“. Ma, guarda caso, con quel numero 84/2021 è registrato proprio il ricorso delle tre società finalizzato all’amministrazione straordinaria, vale a dire per difendere l’azienda Ferrarini dagli attacchi ostili, in primo luogo dali fallimenti, dunque a quel numero di registro non c’è nessuna istanza di fallimento.

Il decreto con l’errore del Tribunale di Bologna

E allora? Si tratta di un errore grossolano contenuto nel decreto del tribunale. Quale sia l’origine non lo sappiamo, di certo qualcuno dovrebbe correggerlo, e con una certa urgenza.

Conclusione provvisoria: nessuna delle due cordate vuole il fallimento, però qualcuno vede un percorso di amministrazione straordinaria come il fumo negli occhi. Perchè in quel caso l’intero gruppo sarebbe sì protetto, ma la famiglia verrebbe estromessa dalla gestione. Comunque la si veda, non si può più andare avanti così: un concordato che in tre anni non approda all’adunanza dei creditori, i cui soldi continuano ad allontanarsi nel tempo e nello spazio, fa a cazzotti con ogni logica di buona giustizia, è immorale e forse anche fuori dall’orizzonte del lecito. Una risposta va data subito dagli organi preposti. Per favore, non costringeteci a parlare davvero di manovre sporche e Deep State.

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15 risposte a Il concordato più lungo del mondo
Affaire Ferrarini, è l’ora della chiarezza
L’istanza di fallimento? Un fake. Pubblichiamo il documento

  1. Alessandro Rispondi

    29/07/2021 alle 13:50

    Che la magistratura di Reggio si svegli! Perché dopo la relazione di Cadoppi non è successo niente? A che gioco sta giocando? Report ha ragione; ci tocca pensare male?

    • Poli Fausto Rispondi

      29/07/2021 alle 15:31

      Molti azzeccagarbugli stanno rompendo. Sicuramente.

  2. L'Eretico Rispondi

    29/07/2021 alle 22:13

    Sono ingenuo.
    Perchè la famiglia non rimette in azienda i 36 milioni che ha incassato dalla vendita della villa alla Ferrarini Spa? Non capisco.

  3. Mario Rispondi

    30/07/2021 alle 06:32

    Siete tutti bravissimi a fare commenti..

    Il caso Ferrarini fa bene alle testate giornalistiche più che ai creditori.
    Lasciate fare il mestiere a chi è capace.

  4. Controeretico Rispondi

    30/07/2021 alle 17:20

    In risposta al sig Alessandro, quali delle due relazioni intende? La prima sulle accuse o la seconda in cui è stato ritirato e mal interpretato? Non penso che uno tanto per tanto accusi ingiustamente qualcuno così a caso….ancor di più un commissario…
    Poi la mia domanda è? Non si è di parte ma alla fine virate sempre da un lato… Si mette in discussione un tribunale dicendo che ha sbagliato quando questo se veramente fosse come dite voi non sarebbe intervenuto all’istante per rettificare il tutto? La richiesta dell’amministrazione è veritiera e l’istanza no… Poi nn si è di parte ma mettete in dubbio la magistratura.
    Senza parlare del resto…quello che hanno fatto in questi mesi gli/le affiliate delle cooperative tt ok?Qui uno la pensa e la vede a modo suo.un saluto

  5. Controeretico Rispondi

    30/07/2021 alle 17:30

    Salve eretico è tanto che non ci si sente… Tutto bene? A parte che non capisco come fa a pensare così genialmente queste domande… Ma a lei che le frega dei 36 milioni? Li vuole lei per caso?qui si sta commentando tutto all’infuori di questo… Arrivederci e a presto.

  6. Fabio Rispondi

    30/07/2021 alle 18:45

    Bravo Mario, hai proprio ragione…tutti a fare commenti e articoli che fanno riempire pagine di giornali e basta..
    Mi pongo sempre di più delle domande… Si è iniziato per scrivere un argomento dicendo di non essere di parte per poi a passare su altri che Sn importanti e altri che non c’entrano proprio un bel niente.. Es:yacht
    Si parla della lunghezza del concordato…
    Si dice che se ne annullato uno per proporne un altro ma ben più sostanzioso del primo ovvero il doppio e questo pensa che faccia molto più piacere ai creditori, si parla che miracolosamente amco da creditore diviene finanziatore ma qui non si dice però il perché, se uno fa due calcoli e ha sentito le parole che fa capo ad Amco forse capirebbe… Si parla della notifica del tribunale sull’istanza dicendo che è una fake e che quella delle cooperative è ok…e se fosse invece il contrario? Cm mai il tribunale non ha però preso atto con una rettifica ma lo si accusa?se avesse sbagliato penso che non avrebbe esitato un istante… Ma per voi sono più credibili le parole di uno qualsiasi in un intervista…o di un documento che potrebbe essere stato depositato in un primo momento in una maniera per poi ritrattarlo in un altra. Senza tirare in ballo i giri e rigiri che hanno fatto l’insieme delle cooperative appelli contro appelli ricorsi ma di quello non se ne parla…sta di fatto che qui si dice che non si è di parte…Meno male io penso e lo ribadisco che c’è un commissario e un tribunale e non deve essere di certo un articolo o qualsiasi altra cosa che parli creando solo casino in testa specialmente ad un interessato.

    • Pierluigi Rispondi

      30/07/2021 alle 19:22

      Gentile Fabio, è proprio vero che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e peggior cieco di chi non vuole leggere. I documenti che abbiamo pubblicato sono autentici e molto chiari. E se smentiscono definitivamente la bufala del fallimento, sono problemi di chi l’ha propalata.
      Poi ognuno è libero di pensarla come vuole e di commentare, come gli pare,l’importante è non offendere nessuno, non spacciare frottole e non prendere prendere i fondelli il prossimo.
      Pierluigi Ghiggini / Reggio Report

  7. Fabio Rispondi

    30/07/2021 alle 21:46

    Sig. Pierluigi il mio commento non è offensivo verso nessuno è, semplicemente la mia opinione e un mio punto di vista.
    Ho solo fatto una precisazione, nessuno nega che quello che ha scritto non è vero.. Ci mancherebbe… Ho detto solamente che un tribunale se avesse sbagliato si sarebbe corretto..e penso anche che debba essere lo stesso tribunale a smentire la cosa, non certo un articolo o una testata. Poi uno è libero e la vede a modo suo, ma sinceramente io e sottolineo io darei più credito ad una smentita del tribunale se ci dovesse essere. M.Lei è giornalista e scrive un articolo facendo il suo mestiere e io che sono lettore leggendo posso esprimere il mio punto di vista.. Logicamente non offendendo. Un saluto e le auguro una buona serata.

  8. L'Eretico Rispondi

    01/08/2021 alle 22:02

    Alla luce delle ultime notizie il sig. Bignami e tale Controeretico cosa hanno da dire?
    ssssssss…….

  9. Controeretico Rispondi

    03/08/2021 alle 09:33

    My eretic friend… But what’s a change?

  10. Stefano Bignami Rispondi

    05/08/2021 alle 22:19

    Caro signor Ghigghini!! Le chiedo: MA LEI LO SA COS È UN RICORSO PER STATO D INSOLVENZA? O FA FINTA DI NON SAPERLO???!! È PRATICAMENTE COLLEGATO ALL ISTANZA FALLIMENTO (CHE È AUTENTICA!!)!! INCREDIDILE!! E POI NEL “DOCUMENTO” SULL INSOLVENZA NOTARE CHE NON È PRESENTE IL TIMBRO DELLA REPUBBLICA ITALIANA CON STELLA A 5 PUNTE!! COME MAI VE NE USCITE DOPO 2 SETTIMANE CON QUESTO DOCUMENTO?!
    Invio la definizione di stato d insolvenza, prima scritto qui, e poi link DA LEGGERE ATTENTAMENTE!!

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