20/7/2012 – Due persone arrestate ieri a Reggio Emilia, e altre due indagate con l’accusa di aver simulato un maxi furto in un’azienda di autoricambi della Val d’Enza allo scopo di incassare in modo fraudolento un
risarcimento di 30.000 euro da parte dell’assicurazione.
Coinvolto anche un carabiniere che, in sede di
sopralluogo, avrebbe certificato il furto in realtà mai avvenuto.
I destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita dagli stessi uomini dell’Arma sono due fratelli di Crotone, Nicola Arabia (36 anni, residente a Bibbiano e già coinvolto nel processo Aemilia contro la ‘ndrangheta) e Giuseppe Arabia (32enne residente a Reggo Emilia), a cui vengono contestati, in concorso, gli illeciti di simulazione di reato e corruzione. Con loro indagati anche un 59enne campano abitante a Montecchio che avrebbe gestito (ma solo come prestanome) l’azienda di autoricambi riconducibile agli Arabia, e un appuntato dei Carabinieri di una stazione della provincia. Per quest’ultimo il Gip ha disposto la misura interdittiva della sospensione dal servizio per un anno.
Le indagini sono partite lo scorso febbraio quando le attività dei fratelli calabresi son entrate nella lente d’ingrandimento dei Carabinieri. I due erano già noti all’Arma sia per i loro precedenti di polizia, sia per contatti con esponenti della criminalità organizzata di stampo ‘ndranghetista, ed erano soliti avvalersi
di “teste di legno” e prestanome per la gestione di attività a loro riconducibili.
Per altre condotte illecite emerse, non connesse a quella che ieri ha portato agli arresti, sono poi indagati altri due appuntati dei Carabinieri. Uno, sospeso per nove mesi, era in servizio nella stessa stazione di quello che ha falsamente dichiarato il furto nell’azienda di autoricambi. Il secondo attualmente non è più in servizio in provincia di Reggio Emilia.
Le ipotesi di reato loro contestate sono di falsità ideologica commessa da un pubblico ufficiale in atti pubblici, in relazionea false attestazioni per attività di servizio dichiarate “sulla carta”, ma di fatto non eseguite.