2/7/2021 – La vicenda della casa di riposo “Le Radici” di Poviglio finisce sul banco della Giunta regionale. I consiglieri regionali della Lega, Maura Catellani e Gabriele Delmonte, depositeranno infatti un’interrogazione nella quale chiedono alla Regione come “intenda intervenire a tutela di un servizio continuativo di assistenza agli anziani che non aggravi la situazione traumatica e psicologica già aggravata da isolamento da Covid”.
L’atto ispettivo dei consiglieri regionali fa seguito alla richiesta avanzata da Nadia Lanfredi, consigliere comunale della Lega in consiglio Comunale a Poviglio, “di convocazione di un Tavolo Istituzionale di confronto per addivenire ad una soluzione che confermi la permanenza degli ospiti nella struttura di residenza, garantendo una continuità infermierista-assistenziale di medio-lungo periodo che garantisca la sussistenza dei parametri organizzativi di accreditamento”.
La casa di riposo “Le Radici” è di proprietà comunale e la sua gestione è affidata con un contratto di servizio all’Asp Progetto Persona – Azienda Intercomunale Servizio alla Persona in capo all’Unione dei Comuni Bassa Reggiana.
I leghisti stanno facendo muro contro l’ipotesi di trasferimento degli ospiti della casa di riposo di Poviglio presso altre Asp del territorio, emersa dopo che il 4 giugno scorso l’assemblea dei soci aveva rilevato il problema connesso alla difficoltà a reperire personale infermieristico per il periodo estivo.
CAMILLA VERONA: “NON CHIUSURA, MA RIORGANIZZAZIONE”
In propposito la sindaca di Guastalla Camilla Verona, a nome adei sindaci dei comuni dell’Unione bassa reggiana ha precisato che non si tratta di chiusura, ma di riorganizzazione in una condizione di emergenza, con riapertura della Cra Le Radici di Poviglio per il 21 settembre.
Non si tratta di una chiusura ma del mantenimento di un servizio socio-sanitario di primaria importanza in condizioni di emergenza. È, infatti, in corso una crisi sanitaria di portata mondiale, che ha visto il personale sanitario presente in prima linea da oltre 16 mesi, senza possibilità di riposi, ferie e permessi. La verità è che mancano infermieri, ovunque, non solo nella nostra Asl, e diventa alquanto difficile, se non impossibile, rispettare i rapporti di accreditamento e autorizzazione al funzionamento delle strutture.
Se a questo quadro si aggiunge che molte di queste strutture non sono pienamente occupate a causa delle regole anti Covid, che hanno modificato il rapporto numerico operatori/utenti su inserimenti e quarantene, si comprende la necessità di efficientare e riorganizzare, almeno temporaneamente, il servizio per consentire al personale di godere dei dovuti periodi di riposo. La situazione che si è verificata presso la struttura di Poviglio ricalca esattamente il quadro sopra descritto.
La proposta della ASP , sul piano tecnico, è quella di trasferire temporaneamente i 22 ospiti presso le strutture di Brescello, Gualtieri e Luzzara per consentire di organizzare meglio personale e turnazioni e di garantire la sicurezza e il benessere degli ospiti. La scelta di trasferire gli ospiti di Poviglio, e solo loro, non quelli di altre strutture, nasce dunque da fattori legati al numero delle persone ricoverate e alla capienza delle altre strutture che potrebbero ricevere i nuovi ingressi senza particolari difficoltà.
IN PRIMO PIANO IL BENESSERE DEGLI UTENTI E DEL PERSONALE SOCIO-SANITARIO
“Naturalmente il benessere psico-fisico degli ospiti rimane centrale e prioritario- aggiunge Verona – per stabilire modi e tempi dei trasferimenti si terrà conto delle patologie e delle necessità dei famigliari, arrivando a mettere a loro disposizione anche mezzi di trasporto gratuiti per raggiungere le nuove destinazioni e consentire la continuità delle visite ai propri cari.
Si è pensato ovviamente anche ai dipendenti: i disagi dovuti alle nuove temporanee destinazioni di lavoro saranno compensati dalla possibilità di affrontare turni più sostenibili, godere di ferie e permessi e rientrare, da settembre 2021, nella propria struttura di Poviglio. Da parte dei Sindaci dell’Unione Bassa Reggiana non c’è alcuna volontà di penalizzare o discriminare territori. C’è, al contrario, la certezza di offrire una soluzione tecnica che garantisca continuità ad un servizio fondamentale per gli ospiti e le loro famiglie, tenendo conto delle fragilità e dei bisogni di ciascuno.