2/6/2021 – E il 30 aprile la notte del Male. E’ la notte in cui Saman Abbas viene consegnata dai genitori allo zio, Danish Hasnain, perché la uccida in un rito tribale, lei colpevole ha leso l’onore della famiglia. Un’ipotesi sconvolgente, come riporta il Corriere della Sera, sostenuta dal sostituto procuratore di Reggio Emilia Laura Galli nella richiesta di incidente probatorio per ascoltare il fratello di Saman, che ha 16 anni ed ora si trova in una struttura protetta nel bolognese, abbastanza distante dai clan di Novellara e della Bassa reggiana.
Il fratello della giovane pakistana – che aveva detto no a un matrimonio combinato, al punto da fuggire in Belgio nell’estate del 2020, e in novembre a denunciare i genitori ai carabinieri – avrebbe già ricostruito agli investigatori quanto accaduto fra il 30 aprile e il 1° maggio. Quella notte scoppia l’ennesima lite tra i genitori e Saman, appena diciottenne, e i genitori mandano Saman dallo zio con l’inganno: “Vai da lui”. E’ la notte maledetta in cui le telecamere di sorveglianza registrano l’uscita di casa della ragazza insieme ai genitori – Shabbar Abbas di 46 anni e Nazia Shaheen di 47, ora fuggiti in Pakistan – i quali vengono ripresi al rientro, ma senza la figlia.
E allora, dov’è finita Saman? Gli indagati per omicidio, sequestro di persona e occultamento di cadavere sono cinque (uno, il cugino Ikram Ijaz di 28 anni, è in attesa di interrogatorio in carcere a Nimes, in Francia, fermato mentre su un Flixbus era diretto da Parigi a Barcellona) ma secondo la procura l’autore materiale del martirio sarebbe lo zio Danish, che quella notte aspettava Saman a un certo punto di uno sterrato. Forse era già pronta una fossa per la povera ragazza, preparata la sera precedente, dopo un violento temporale, quando tre persone vengono immortalate sempre dalle telecamere mentre con due pale, un secchio e un piede di porco si avviano verso i campi situati alle spalle della cascina dove abitava la famiglia di lavoratori pakistani, dipendenti dell’azienda agricola Bartoli.
Dopo la notte maledetta sono in parecchi a fuggire dall’Italia: chi in Pakistan, chi verso altri paesi. Dicono, e sono voci in attesa di conferma o smentita, che sia stato il fratello sedicenne di Saman, l’unico rimasto a Novellara e la cui testimonianza è rimasta segreta sino a ieri, a dire ai carabinieri e ai servizi sociali che erano andati tutti via. Era il cinque maggio, e se l’ipotesi delineata dagli inquirenti fosse vera, la ragazza era già morta da diversi giorni.
Le ricerche del corpo di Saman continuano anche oggi: i carabinieri continuano a scandagliare pozzi, canali, fosse e campi di una zona di campagna ben circoscritta, dove da ieri si procede con carotaggi (fori nel terreno ndr.) per agevolare il lavoro dei cani molecolari.
Daria
02/06/2021 alle 16:37
Quante sono le donne immigrate in Italia dai paesi del Terzo Mondo che sono state obbligate a matrimoni combinati dalle loro famiglie?
Si fa presto a dire che nella nostra provincia non risultano altri casi simili a quella di questa povera ragazza, in realtà non sappiamo nulla delle ragazze costrette ad ubbidire e tacere,ricattate affettivamente ed economicamente dagli uomini di casa. Sappiamo che in Pakistan violentare e bruciare le donne che si ribellano è una consuetudine. Chi entra in Italia con queste prerogative non è degno di restarci. Nessun aiuto e nessun sostegno a chi sostiene princìpi barbari e omicidi.
Corpo sottile
02/06/2021 alle 17:39
Sono ancor peggio i politici locali, che di fatto consentono a questa gente oscena di starci e lavorarci qui in Italia, magari pure insistendo col discorso ‘integrazione’ per raccogliere ipocriti consensi alle prossime elezioni.
Ma andate a cagare! e vergognatevi di esistere (al posto di questa e altre ragazze).
L'Eretico
02/06/2021 alle 19:06
Se è vero, temo di sì, ciò che s’ipotizza, per me i clan di pakistani presenti a Reggio Emilia possono anche andare a fanculo, ovvero rispediti al loro paese.
Ciclope
03/06/2021 alle 07:28
I ‘clan di pakistani’ si trovano benissimo coi ‘clan di italiani’ più o meno mafiosi e delinquenti legalizzati che regnano da decenni in Italia e a ‘Peggio Emilia; proprio quegli italiani che probabilmente li ‘importano’…
L’osceno è che le politiche locali e la magistratura (lettera minuscola) non fanno una emerita minkia per contrastare l’arrivo degli uni (pakistani) e le attività illecite degli altri (italiani),
o comunque sia, a quanto pare – anche quei pochi in gamba che dovrebbero occuparsi di INTEGRAZIONE (bla bla bla), non fanno abbastanza.
Un bordellificio a cielo aperto dove le donne e i bambini sono sempre le vittime, di qua e di là dal mare..(che fa rima col vadano tutti a cagare).
Domandine
03/06/2021 alle 14:03
Hanno tutto da imparare dall’italianissimo Brusca , ‘il verro’.. ‘il maiale, per una perfetta ‘integrazione’.
Ovvero’ quello che rapì un bambino di 13 annni e lo tenne legato ad una catena per quasi due anni per poi strangolarlo e scioglierlo nell’acido? Quello che schiaccio’ il pulsante a Capaci?
Così tanto per dire…
Oggi – oscenamente parlando- quel MAIALE è libero e pieno di soldini (mai confiscati).
Ma di che cazzo parlate?
L'Eretico
03/06/2021 alle 16:21
Intanto il “maiale” ha fatto 25 anni di carcere. Quando questi altri “maiali” faranno 25 anni di carcere, dopo ne parliamo.
Domandine
04/06/2021 alle 08:09
Per quanto ne penso io dovrebbe farne 50 ma nella sua patria.
Per Brusca (ma c’è una vecchia legge Falcone purtroppo, per paradosso)buttare la chiave.