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Funerale senza salma in Pakistan
Era quello della povera Saman?
Il cugino arrestato in Francia: “Sono innocente”
Sarà estradato entro dieci giorni

3/6/2021 – Anche oggi continuano le ricerche del corpo di Saman Abbas nelle campagne di Novellara, verso Reggiolo: i carabinieri battono passo passo le serre e procedono con il carotaggio del terreno per agevolare l’intervento dei cani molecolari, alla ricerca di qualsiasi traccia della diciottenne pakistana, che si era ribellata a un matrimonio combinato e che è scomparsa da oltre un mese. Risalgono alla sera del 30 aprile le ultime immagini di Saman, registrate dalle videocamere comunali: era in compagnia dei genitori, i quali più tardi sono stati registrati mentre tornano a casa, però senza la ragazza.

Secondo la procura reggiana, i genitori – fuggiti in Pakistan subito dopo il 30 – quella sera avrebbero consegnato la figlia allo zio Danish Hasnain, 33 anni, perchè la uccidesse in una barbara esecuzione rituale.

Di certo la vicenda di Saman rivela ogni giorno nuovi tasselli sconvolgenti. Ieri sera Chi l’ha visto?, su Rai Tre, ha mandato in onda il video – postato su facebook e poi rimosso da Shabbar Abbas, padre della giovane – che mostra un funerale islamico in Pakistan. Una mediatrice culturale tuttavia ha evidenziato come il funerale fosse senza salma: erano quelle le esequie di Saman, ammazzata in Italia?

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Siamo ancora nel campo delle ipotesi, nondimeno gli indizi che portano in direzione dell’omicidio sono sempre maggiori. Il giornale online ObjectifGard riferisce che ieri 2 giugno il tribunale di Nimes, in Francia, ha concesso l’estradizione di Ikram Ijaz, 28 anni, cugino di Saman, uno dei cinque ricercati per omicidio, sequestro di persona e occultamento di cadavere, tutti spariti dopo il 30 aprile da Novellara.

Saman Abbas senza il velo islamico

L’uomo era stato fermato il 21 maggio a Nimes su un Flixbus diretto da Parigi a Barcellona, e trasferito in un centro di custodia amministrativa in attesa di espulsione, perchè non in regola con i documenti. Ma il 29 maggio è arrivato il mandato d’arresto europeo spiccato dalla procura di Reggio Emilia. Ieri mattina il difensore Julie-Gaëlle Bruyère ha affermato che Ikram Ijaz si proclama innocente, nega di aver partecipato all’omicidio e spera di poter tornare in Italia per chiarire la sua posizione. “E’ venuto in Francia qualche settimana fa – ha detto l’avvocato – alla ricerca di un lavoro migliore e di una vita migliore. Qui che ha appreso del decesso di un membro della sua famiglia, ma il mio assistito afferma di non aver niente a che fare con quella morte”. Una difesa che cozza con gli indizi raccolti dallaProcura reggiana: Idram sarebbe uno dei tre uomini registrati la sera del 29 aprile mentre alle 19,5 si dirigono nei campi con due pale, un secchio e un paio di attrezzi, compreso un piede di corpo, e che fanno ritorno col buio pochi minuti prima delle 22. Comunque il pakistano sarà estradato in Italia entro una decina di giorni: nel frattempo resta in carcere.

In questa situazione, assume un ruolo chiave con la sua testimonianza del fratello sedicenne di Saman: l’unico della famiglia rimasto in Italia. E’ il ragazzo che il 5 maggio ha detto ai carabinieri che i genitori “erano andati via”. E’ stato lui a rivelare agli investigatori, in una audizione sommaria, come i genitori avessero mandato sua sorella dallo zio perhè la uccidesse. Dalla sua testimonianza – unita alle immagini del 29 e del 30 aprile – ha preso il via la svolta dell’inchiesta con le ricerche a tappeto nella pianura di . Il ragazzo è sotto protezione da giorni (verosimilmente da quando ha incontrato i carabinieri che gli dovevano notificare un atto giudiziario) non solo perchè minorenne, ma perchè potrebbe trovarsi in pericolo di vita. Di conseguenza anche l’incidente probatorio chiesto dal p.m. Laura Galli si svolgerà nel massimo riserbo.

Sullo sfondo della vicenda, infine, si intravede anche la figura di un ragazzo di cui Saman sembra fosse innamorata e al quale aveva chiesto aiuto quando l’estate scorsa se n’era andata di casa per la prima volta, decisa a sfuggire alle nozze combinate con un cugino in Pakistan. Gli inquirenti lo stanno cercando (se non lo hanno già rintracciato) perchè potrebbe essere a conoscenza di fatti utili alle indagini. Ma l’invito a parlare vale per chiunque fosse in possesso di qualsiasi notizia capace di rischiarare in qualche modo la notte profonda di questa tragedia .

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