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Silk-Faw, “troppe domande senza risposta”
“Chi mette i soldi? Bonaccini e Vecchi chiariscano”
Supercar elettrica, tutti i dubbi di Forza Italia e M5S

13/5/2021 – Sarà un vero investimento industriale o invece “pura speculazione”? Da dove arrivano i soldi? Cosa c’entra il tycoon Bruno W? E quale sarà l’impatto sulla Motor Valley d’Italia? Serpeggiano i dubbi nel mondo politico sulla bontà del progetto hypercar elettriche da un miliardo di euro, che la joint venture tra Silk (fondo americanpo di Jonathan Krane) e il colosso cinese dell’automotive Faw EV vuole realizzare in capo a due anni nella zona di Gavassa, dove la nuova società ha acquistato un terreno di 320 mila metri quadrati, anche attraverso i buoni uffici del sindaco Vecchi, a ridosso del nascente impianto Iren di trattamento rifiuti,

Sono scesi in campo, esternando critichee interrogativi, da un lato il coordinamento di Forza Italia sol senatore Enrico Aimi e il responsabile èprovinciale Gianluca Nicolini , e dall’altro tre grossi nomi del Movimento 5 Stelle: la vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni, l’eurodeputata Sabrina Pignedoli e il deputato guastallase Davide Zanichelli.

Vediamo le loro considerazioni e le loro domande, che attendono risposte esaurienti e tempestive.

La supercar “Bandiera Rossa”

FORZA ITALIA: TROPPO ENTUSIASMO ACRITICO, BONACCINI E VECCHI SONO DIVENTATI ANTIEUROPEISTI?

“É quantomeno curioso che mentre l’Europa corre ai ripari, seppur tardivamente, per recuperare e proteggere la propria autonomia strategica e industriale dalla concorrenza sleale della Cina, anche tramite la proposta di un nuovo regolamento UE per affrontare i potenziali effetti distorsivi degli investimenti esteri nel mercato unico europeo, il presidente dell’Emilia-Romagna Bonaccini e il sindaco di Reggio Emilia Vecchi abbiano accolto con acritico entusiasmo l’annuncio dell’operazione Silk-Faw e di un investimento cinese di un miliardo di euro a Gavassa”: lo afferma il senatore Enrico Aimi, coordinatore regionale di Forza Italia in Emilia Romagna.
 
“Per di più in un settore come quello della mobilità elettrica e delle batterie, considerato dall’Europa una delle sei aree strategiche dove concentrare gli sforzi per spezzare l’attuale monopolio cinese. Dobbiamo pensare che la sinistra emiliana sia diventata improvvisamente anti europeista?”.
 
“Certo l’attrazione degli investimenti, la creazione di posti di lavoro e di nuove possibilità di sviluppo al nostro territorio sono un obiettivo prioritario, ma a che prezzo?” aggiunge Gianluca Nicolini, coordinatore provinciale azzurro “Ci sono troppi interrogativi ancora senza risposta, sul piano industriale e finanziario in primis, relativamente al possibile impatto negativo su un distretto come la Motor Valley, simbolo del made in Italy nel mondo, i cui segreti e i tesori industriali come Ferrari e Maserati vanno salvaguardati ad ogni costo”
 
Aggiunge Aimi: “da tempo gli USA hanno avviato indagini sulle norme di Pechino relative alla proprietà intellettuale e sul trasferimento tecnologico “forzato” anche sulle joint venture tra imprese cinesi ed europee. Un recente rapporto della Commissione europea ha inoltre denunciato come “problema sistemico” la politica cinese di costringere le imprese straniere a condividere le proprie tecnologie in cambio dell’accesso al mercato asiatico. Il rischio per l’industria italiana delle supercar è reale, a fronte di scarsissime certezze sulla bontà e sull’impatto reale di questo ancora misterioso progetto industriale”.
 
“I dubbi crescono se si cerca di capire da dove vengono i fondi del preannunciato investimento e viene da chiedersi se si tratta di un vero investimento industriale o di pura speculazione” concludono Aimi e Nicolini. “Le poche informazioni sinora disponibili dal web quanto all’origine dei capitali, tutte da confermare, portano al Silk-Faw Automotive Group Ltd, che appare in alcuni documenti dove si farebbe riferimento a una società delle isole Cayman, la Silk Ev Cayman LP, legata in qualche modo a un’altra società, la Ideanomics Inc., anch’essa con sede nel paradiso fiscale delle Cayman, recentemente protagonista del fallimento di una nuova borsa valori nel Delaware, finanziata anche con soldi pubblici. Tanto basterebbe per porsi domande sulle origini dei capitali che si investiranno a Reggio, che ad oggi sono del tutto opache, e sui reali obiettivi dell’investimento cinese”.

5 STELLE: DITE COSA C’ENTRANO IDEANOMICS E IL PARADISO FISCALE DELLE CAYMAN

 “L’operazione Silk-Faw ha suscitato unanimi entusiasmi. La nascita di un centro di produzione di automobili elettriche con investimenti per un miliardo di euro a Gavassa (Reggio Emilia) porterà certamente posti di lavoro e nuove possibilità di sviluppo al nostro territorio. La modalità con cui sta prendendo forma suscita però perplessità, soprattutto di ordine finanziario e ambientale”.Lo sostengono l’eurodeputata Sabrina Pignedoli,la deputata Maria Edera Spadoni e il deputato Davide Zanichelli del Movimento 5 Stelle.

Un’inchiesta appena pubblicata sul sito di Pignedoli, e firmata dal giornalista Simone Russo ( https://www.sabrinapignedoli.it/2021/05/12/operazione-silk-faw-quale-il-ruolo-di-ideanomics-perche-un-finanziamento-da-una-societa-delle-cayman/ )  “dimostra che il nome Silk-Faw Automotive Group Ltd compare in pochissimi documenti pubblicati su internet. In uno di questi si legge che una società delle Isole Cayman, la Silk Ev Cayman LP, avrebbe emesso un’obbligazione convertibile sottoscritta per il valore di 15 milioni di dollari da Ideanomics Inc. Questi 15 milioni sono esplicitamente destinati a finanziare l’operazione Silk-Faw: perchè fino ad ora questo non era stato reso pubblico? Quale il ruolo di Ideanomics in questa vicenda? Recentemente Ideanomics è stata protagonista del fallimento del progetto di una nuova borsa valori nel Delaware, finanziata anche con soldi pubblici – aggiungono i parlamentari M5S – Tempo prima in Connecticut il suo maggior azionista, Bruno Wu, aveva lanciato con Ideanomics un immaginifico business high tech sostenuto da 10 milioni di dollari pubblici, poi finito nel nulla. Il nome di Bruno Wu e di almeno una sua impresa si ritrova anche nei Panama Papers. Le origini dei capitali che si investiranno a Reggio Emilia si perdono quindi nei meandri di trust insondabili e paradisi offshore. È solo una piccola parte dell’investimento, ma è l’unica finora rintracciabile”.

“Le aziende cinesi porteranno investimenti importanti, ma vengono anche a impattare in un distretto come la Motor Valley che il mondo ci invidia. È stato valutato l’impatto di una simile presenza sul futuro dell’automotive d’eccellenza italiano? – chiedono Pignedoli, Spadoni e Sanichelli – Si sono considerate le conseguenze in prospettiva sui  marchi europei e italiani?

Si ha un’idea dell’impatto ambientale di questa nuova industria, che avrà un’estensione enorme, circa 320 mila metri quadrati quando si potevano recuperare aree industriali dismesse? Le dichiarazioni del presidente dell’Emilia-Romagna Bonaccini e del sindaco di Reggio Emilia Vecchi – concludono i 5 Stelle – non sono state finora molto chiare riguardo allo sviluppo del progetto”. 

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2 risposte a Silk-Faw, “troppe domande senza risposta”
“Chi mette i soldi? Bonaccini e Vecchi chiariscano”
Supercar elettrica, tutti i dubbi di Forza Italia e M5S

  1. Fausto Rispondi

    13/05/2021 alle 11:54

    Prima di approvare l’esecuzione del progetto, si verifichino tutti gli ambiti rilevanti, in termini di costo opportunita’ sociale, politico, ambientale ed economico. L’approccio dei politici, degli imprenditori e della curia, di lotta e di governo locali, che hanno voluto, sponsorizzato e acclamato questo progetto, non sia superficiale e miope, in quanto interessato. Sarebbe un clamoroso, ennesimo, passo falso. Si decida solo dopo aver approfondito e chiarito i tanti punti oscuri e controversi della vicenda.

  2. Conte Ulderico degli Uberti Levi Rispondi

    13/05/2021 alle 17:28

    Comunque vada sarà un ‘sulcesso’.

    ‘Agnelli, faccia pure quante automobili vuole – tanto io non ho la patente’.
    Ennio Flaiano

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