DI ENRICO FONTANA*
7/5/2021 -La vicissitudine giudiziaria dell’Avv. Pagliani non trova fine, né confine. Già scarcerato dal Tribunale del Riesame di Bologna, poi assolto in primo grado e, dopo l’appello della Procura, ancora assolto dalla Corte di Appello di Bologna. Dopo 6 anni di gogna giudiziaria giunge ora notizia del ricorso in Cassazione dei PM, proposto contro l’ennesima assoluzione.
Tre pronunce favorevoli non bastano, ci vorrà ancora (e almeno, perché la Cassazione potrebbe annullare con rinvio riaprendo il giudizio di merito …) un altro grado di giudizio.
Dopo essere stato assolto per due volte e scarcerato, il nostro “Sistema” giudiziario consente alla Procura di impugnare ancora … ancora come se dopo tutto ciò fosse possibile affermare la penale responsabilità al di là di ogni ragionevole dubbio.
Già …, perché se è principio base di civiltà giuridica che la penale responsabilità debba essere affermata al di là di ogni ragionevole dubbio, sfugge, alla base di ogni altrettanto semplice logica, come una persona già scagionata tre volte da una accusa, possa essere poi ritenuta per lo stesso fatto, al di là di ogni ragionevole dubbio, colpevole.
Ma la Procura questo può fare per sua libera, insindacabile e discrezionale scelta. Il paradosso è tanto più evidente nel nostro Sistema che è ancora legato al simulacro della obbligatorietà della azione penale, che vede i pubblici ministeri formalmente obbligati ad esercitare l’azione penale. Formalmente: perché poi accade che a volte la “giustizia sia Amara”, e che, invece di aprirsi un’indagine, un fascicolo “scomodo” finisca – così qualcuno almeno pare aver affermato – solo nelle mani del Dr. Davigo.
Formalmente: perché tra migliaia di fascicoli di indagini, qualche centinaio viene lasciato a dormire e morire negli armadi delle Procure fino a che matura la prescrizione … mentre altri finiscono celermente a processo.
Il fatto è che nella sostanza la magistratura inquirente sceglie come, chi e quando perseguire. E mentre il Sistema consente che si trovi tempo e denaro (pubblico) per impugnare l’ennesima assoluzione dell’Avv. Pagliani, con buona pace della ragionevole durata del processo, pur sancita dalla nostra Costituzione, il Sistema non avrebbe tempo e risorse per le migliaia di processi che ogni anno vengono lasciati prescrivere in indagini preliminari.
La crisi della Magistratura, come di recente correttamente si è scritto, non trova fondamento nella responsabilità dei singoli magistrati (spesso operosi e diligenti), ma in un Sistema che deve essere radicalmente riformato. Riformato perché il processo penale torni ad essere strumento di garanzia del cittadino di fronte alla pretesa punitiva dello Stato, e non una caccia alle streghe rivolta alla ricerca di un colpevole.
*Responsabile Giustizia Forza Italia Emilia Romagna