25/5/2021 – Sono passati più di 40 giorni dalla morte , avvenuta il 13 aprile, ma la salma del comandante Angelo Capurro è ancora in una cella frigorifera della portacontainer Ital Libera di Italia Marittima (Gruppo Evergreen, colosso mondiale del trasportomarittimoi) ancorata al largo di Jakarta in Indonesia: la nave continua a non ottenere l’autorizzazione ad attraccare in porto, perché il comandante potrebbe essere morto per Covid, dopo un’agonia di tredici giorni nell’Oceano Indiano mentre la nave era in navigazione da Durban a Singapore . E d’altra parte la compagnia armatrice non dà ordine di rientro in Italia.
Una vicenda terribile, che ancora una volta porta alla ribalta le condizioni di precarietà e di sacrificio della gente di mare e delle loro famiglie: “Difficilmente ho riscontrato una categoria più dimenticata dei lavoratori marittimi, trattati come le merci – afferma Maria Eleonora Capurro, figlia del comandante .- Eppure sono loro che muovono più del 90% dell’economia mondiale, o no? Ci batteremo affinché questa tragedia che ci ha colpito non venga archiviata, finendo nell’anonimato dei numeri delle statistiche dimenticate”.
Per quanto tempo ancora il corpo di Angelo Capurro, 62 anni, originario di Recco e e spezzino d’adozione, dovrà restare in una cella frigorifera di bordo? La famiglia è disperata, immersa nel dolore nel rimpallo tra Frnesina, compagnia armatrice e autorità indonesiane: ma lotta senza tregua, con appelli continui alle autorità per far rientrare la salma in Italia.
“Il corpo di mio marito si trova ancora a bordo della nave che comandava. L’imbarcazione è ancorata a poche miglia dal porto di Jakarta – afferma la moglie Patricia Mollard – Chiediamo aiuto per avere la giustizia che Angelo merita, perché possa finalmente riposare in pace e ritrovarci in Italia, nella sua patria”.
La famiglia ha lanciato una raccolta fondi su GoFundMe per sostenere le spese legali e per la consulenza di un anatomopatologo che possa verificare le cause della morte del comandante, oltre alle spese per il rientro in Italia (al di là del fatto che la compagnia ha dichiarato di volersi accollare gli oneri del trasferimento della salma).
L’uomo potrebbe aver contratto il Covid nei tre spostamenti aerei compiuti per raggiungere la nave, o forse direttamente a bordo. “Gli ultimi giorni sono stati strazianti – ha riferito all’Ansa la moglie – nelle telefonate e nelle email diceva di non riuscire più a respirare, ma i soccorsi non sono stati attivati per tempo”.
Di certo sulla vicenda si allunga un pesante cono d’ombra: troppi misteri, troppe domande senza risposta. Ombre che il procuratore della repubblica della Spezia Angelo Patrono intende spazzare via: ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo, a seguito della denuncia delle famiglia sulla mancanza di soccorsi adeguati. E ha disposto l’autopsia, imponendo quindi il rimpatrio della salma, oltre al sequestro di un estratto del giornale di bordo e delle comunicazioni mail tra la nave e l’esterno.
E’ intervenuto con una dura presa di posizione anche il presidente del consiglio regionale della Liguria, Gianmarco Medusei: “Il Ministero degli Esteri si attivi affinché la salma venga riportata in Italia al più presto e venga restituita dignità a Capurro e alla sua famiglia. Sono ancora troppi i punti oscuri della vicenda, a partire dalle cause del decesso del Comandante Capurro che sarebbe mancato a causa di una crisi respiratoria. Mi auguro – fa sapere Medusei – che l’inchiesta giudiziaria possa procedere spedita per dare alla famiglia le certezze di cui ha bisogno in questo momento di dolore. Intanto, il primo dovere delle Istituzioni è quello di riportare in Italia nel più breve tempo possibile la salma di un nostro concittadino, per rispetto nei confronti della famiglia e del mondo dei lavoratori marittimi”.
LA VICENDA
Angelo Capurro, comandante di una portacontainer in navigazione da Durban (Sud Africa) a Singapore, è morto il 13 aprile a bordo della M/N “Ital Libera”, verosimilmente dopo aver contratto il Covid-19.
L’odissea del comandante Capurro – immunodepresso, non ancora vaccinato, ma risultato negativo a due tamponi fatti prima della partenza – inizia il 27 Marzo a Fiumicino, dove prende il primo dei tre voli che lo porteranno, dopo lunghe attese e un’intera notte passata in piedi, a Durban in Sudafrica, dove si imbarcherà il 1° aprile sulla nave portacontainer Ital Libera, diretta verso Singapore. Come riportato dai familiari, i primi sintomi (tosse, dolore al petto, difficoltà respiratorie, dolore agli arti, sonnolenza) sono manifestati già il giorno successivo, nonostante un tampone rapido con esito negativo eseguito a bordo.
senza cure adeguato (a bordo sui mercantili non ci sono medici, ma solo una piccola farmacia gestita dagli ufficiali) Angelo Capurro si è così spento 11 giorni dopo, tra il dolore e il senso di impotenza dei familiari, nel mezzo dell’oceano Indiano, tra telefonate sempre più difficili da sostenere, a causa dell’insufficienza respiratoria e di un progressivo stato confusionale, con messaggi scritti via mail diventati sempre meno frequenti e e sempre meno articolati. Una lenta agonia, a cui si è aggiunto lo sfregio – a lui e alla sua famiglia – di non poter tornare in patria neppure da morto.