DI SERGIO BEVILACQUA*
11/5/2021 – Sulle implicazioni e il movimento delle coscienze dovuta all’accesa discussione sulla legge Zan, si sta scatenando una dannosa bagarre con confusioni di tutti i tipi.
Ad esempio il nuovo ghetto, pericoloso e divisivo, della “panchina arcobaleno” davanti alla scuola media di Cavriago, che sarà inaugurata in pompa magna domenica 16 febbraio.
L’assessore alla Cultura Martina Zecchetti, anziché riflettere per meglio sostenere il grande sforzo per far rinascere la cultura post-covid a Cavriago mostrando reale apertura a tutte le legittime forme di espressione e non ai soliti amici degli amici, si appoggia a soluzioni superficiali, radical-chic e contraddittorie come l’ideona del nuovo ghetto LGBTQ della panchina arcobaleno.
Le persone LGBTQ senza grancassa e condizionamenti devono sedere insieme alle altre, non avere ghetti o vetrine promozionali, magari davanti a persone in costruzione intima per di più, come sono i giovani in età scolare dell’obbligo, e ancora molto dopo.
Non luoghi di apartheid, bensì profonda comprensione dei modi d’integrazione e della delicatezza alla formazione intima e della sua possibile contaminazione con ideologie e semiologie invasive e inconsciamente indirizzanti.
Prima di fare certe cose, occorre studiare oppure usare le competenze, numerose e conclamate di sociologia clinica specifica sulla questione LGBTQ, che in piena collaborazione amministrativa ho messo a disposizione, ricevendo silenzio, del Comune di Cavriago.
Altrimenti la politica diventa una pericolosa farsa di superficie e la comunità ne ottiene danni, peraltro già avvenuti con le decisioni spericolate attuate nel caso “Bibbiano”, che già tanti danni d’immagine e di servizio ha portato alla onesta comunità della val d’Enza.
Chi d’ideologia colpisce, d’ideologia perisce. Soprattutto quando, al contrario, ci si può appoggiare a una ormai approfondita e obiettiva conoscenza scientifica, non ideologica né clientelare, che l’esperienza di psicoterapia, psicanalisi e neuroscienze ha, per il nostro bene comune di persone umane, per fortuna consolidato al fine della migliore integrazione soprattutto delle frange di popolazione fragili.
*rigorosamente indipendente, capogruppo d’opposizione al Consiglio comunale di Cavriago.
Enrica
11/05/2021 alle 13:13
Ideologia malata, marcia, deviata, perversa, che pretende di elevare a diritto e legge ogni condizione sentimentale, percettiva, emotiva, soggettiva. Creando nuova discriminazione, nuova confusione. Non si può ridurre la dignità umana ad etichetta coi vari colori dell’arcobaleno. La persona non può e non deve essere imprigionata in una ideologia. La persona, ogni persona, e’ di più, molto di più. Il rispetto per ogni persona, per la sua differenza, per la sua varietà, stuprato da etichette ideologiche. E cosa ne sarebbe di un sistema giudiziario già al collasso e depravato, se ciascuno di noi volesse erigere a diritto e legge le proprie percezioni, le proprie pretese, la propria condizione soggettiva? E’ cos’è’ l’amore? Un ‘io mi piaccio’ e o ‘tu mi piaci’ o ‘io voglio il mio, il tuo bene’? E’ una questione di sentire o piacere, o e’ bene vero, amore a se’ o all’altro? Davvero questa umanità e’ allo sbando. Perché nulla di umano può esistere in questa ideologia gender, relativista e globali sta al punto tale da annichilire la bellezza e il valore delle differenze umane. Ma non c’è’ peggior sordo di chi non vuol sentire, peggior cieco di chi non vuol vedere. Peggiore uguaglianza di quella che nega il valore della differenza, la unicità della persona, di ogni persona. Possiamo perdonare costoro, perché non sanno quello che fanno? Ma se lo sanno, sono imperdonabili.
Sergio Bevilacqua
12/05/2021 alle 09:57
Carissima Enrica, sono indipendente di fatto e fi pensiero. Un professionista della politica, potrei lavorare per qualunque partito onesto, sempre e comunque in democrazia e per il necessario conseguente bene delle comunità. Per di più sono un sociatra, un medico delle società umane che in 45 anni ha trattato 1000 casi di società che dovevano migliorare e risolvere loro problemi che danneggiavano le persone. Mi sono a lungo occupato di diritti e salute delle persone a vario orientamento sessuale anche dal punto di vista istituzionale e comunicazionale, partecipando a riunioni politiche, convegni e supporto tecnico-psicologico e culturale. Ho approfondito scientificamente l’argomento, grazie anche alle tecniche della psicoanalisi, mettendomi al servizio di associazioni che si occupano dei diritti e della salute delle persone con diverso orientamento sessuale per la loro migliore integrazione.
Ho cercato di fare ragionare l’amministrazione del Comune ove sono capogruppo, ma il mio pensiero è stato sordamente ricondotto a stereotipi totalmente estranei ASTUTAMENTE, per riportare a legittimità morale e culturale interventi da ignoranti. Il tutto o per volgare piaggeria al consenso partitico o per mafioso supporto a interessi di parte, ma non per ignoranza, perché ho costretto il Consiglio comunale a trattate la questione e, correttamente,il Sindaco ha favorito la discussione. Ma con il semplice esito che si è proceduto per una via provocatoria, divisiva, ghettizzante e pericolosa per la formazione identitaria sessuale dei ragazzini delle scuole medie inferiori.