3/4/2021 – Esattamente un anno fa, nella notte del 3 aprile 2020, il vescovo emerito Giovanni Paolo Gibertini si spegneva presso la Casa del Clero “San Giuseppe” di Montecchio . Alla casa San Giuseppe, fra le più colpite dalla pandemia non solo nel reggiano, si sono contati in quel periodo oltre venti morti.
Il vescovo Gibertini, ricorda Giuseppe Adriano Rossi, aveva raggiunto due invidiabili traguardi: 81 anni di vita religiosa nell’Ordine dei Benedettini, dove assunse il nome di Paolo, e 75 anni di sacerdozio. E’ sepolto nella chiesa parrocchiale di Ciano d’Enza, suo paese natale.
La Domenica di Pasqua, nella chiesa cittadina dei Santi Pietro e Prospero, la Santa Messa sarà celebrata in forma solenne alle ore 10.30 in suffragio di mons. Gibertini OSB.
La liturgia sarà presieduta dal parroco mons. Tiziano Ghirelli, che del vescovo Gibertini era stato il segretario. Messa in suffragio anche nella cesa di San Nicolò, alle 10, celebrata da don Franco Ranza.
“Nato a Ciano d’Enza il 4 maggio 1922 e battezzato con il nome di Giovanni, mons. Gibertini – che a lungo svolse il suo ministero in Sardegna e poi fu abate del monastero di San Giovanni Evangelista a Parma – venne consacrato vescovo il 25 aprile 1983. Il suo motto episcopale era “Quaerere Deum”, cioè “Cercare Dio”, desunto dalla Regola di San Benedetto.
Il suo episcopato in terra reggiano-guastallese (1989 – 1998), contrassegnato da intensa attività pastorale, ha visto importanti avvenimenti che hanno segnato la vita religiosa e civile della nostra comunità: la celebrazione del IV centenario del primo Miracolo della Beata Vergine della Ghiara e della costruzione del Tempio; l’indizione dell’Anno Mariano diocesano 1996/1997; l’intronizzazione della restaurata statua dorata della Madonna sul tiburio della cattedrale; il Museo Diocesano.
Semplicità e affabilità, sorriso, piena disponibilità al dialogo, senso dell’amicizia lo hanno contraddistinto.
Costante del suo stile pastorale, contrassegnato da intensa vita di preghiera, elevata spiritualità e forte devozione mariana, è stata la vicinanza alle persone.
Ha riservato particolare attenzione ai poveri, alla Caritas – chiamò a guidarla don Gigi Gugliemi, di cui ricorre quest’anno il 25° della morte -, alla formazione e alla responsabilizzazione del laicato, alle associazioni laicali, alle scuole cattoliche, alle missioni diocesane, alle comunità di recupero dei tossicodipendenti.
Le prime lettere pastorali del vescovo Paolo alla nostra diocesi sono state incentrate sul tema del “cercare Dio”; le ultime sono state dedicate alla Vergine”.
G.A.Rossi