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Tir in fiamme sull’A1 al bivio Autobrennero
Nove km di coda, mezza Emilia paralizzata. Rinviato al pomeriggio il processo Grimilde

26/4/2021 – Ore 11,30 – Disagi al traffico sull’autostrada A1 Milano-Napoli dove, a causa di un veicolo andato in fiamme, il tratto compreso tra il bivio con la A22 del Brennero e Reggio Emilia che alle 9 di stamani è stato chiuso temporaneamente. L’incidente è avvenuto all’altezza del chilometro 143,4 in direzione Milano. Non si registrano feriti. Sul posto sono intervenuti la Polizia stradale, il personale di Autostrade per l’Italia del “Tronco” di Bologna (che monitora la situazione e fornisce aggiornamenti) e i Vigili del fuoco, che hanno spento le fiamme.

La circolazione è rimasta bloccata e, all’interno con 9 chilometri di coda in per Milano e 7 verso Bologna. Gli utenti diretti in direzione del capoluogo lombardo sono stati deviati sulla A22 del Brennero Per proseguire sulla A4 Torino-Trieste. In alternativa, al traffico locale diretto verso Milano si consiglia di uscire a Modena nord, percorrere la via Emilia e rientrare in A1 alla stazione Mediopadana di Reggio Emilia. Proprio nella Citta’ del Tricolore, intanto, l’udienza del processo contro la ‘ndrangheta “Grimilde”, fissata questa mattina in tribunale, è stata rinviata alle 13.

È arrivata in aula il pubblico ministero della Direzione antimafia di Bologna Beatrice Ronchi, lasciata passare in autostrada con la scorta. Ma si attendono diversi avvocati bolognesi degli imputati, ancora bloccati sull’A1.

Bloccata in autostrada anche Silvia Guareschi, giudice a latere della Corte del Tribunale di Reggio Emilia (presieduta da Giovanni Ghini) per il processo “Grimilde” . All’ordine dei lavori odierni la prosecuzione della deposizione di Saverio Pescatore, commissario della squadra Mobile della Questura di Bologna e testimone della Procura antimafia, che nella scorsa udienza ha iniziato a disvelare le presunte attivitá illecite e gli interessi della cosca Grande Aracri di Cutro nel territorio del Comune di Brescello, gia’ sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2016. Figure chiave dell’inchiesta sono Francesco Grande Aracri (fratello del boss Nicolino che a Catanzaro avrebbe deciso di pentirsi) e i suoi figli Paolo e Salvatore, quest’ultimo soprannominato “il calamaro” per l’indole tentacolare negli affari e gia’ condannato in primo grado a 20 anni nel rito abbreviato che si e’ svolto a Bologna a carico di 48 persone. Tra queste anche l’ex presidente del Consiglio comunale di Piacenza Giuseppe Caruso (20 anni anche per lui). Nel processo in corso a Reggio si contestano invece a 22 imputati una serie di reati come: estorsione, trasferimento fraudolento di valori, intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro, danneggiamento e truffa aggravata.

FONTE: AGENZIA DIRE, ORE 12

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