29/4/2021 – I 9 ex terroristi italiani per i quali la giustizia francese dovrà esaminare la richiesta di estradizione in Italia rientreranno tutti a casa questa sera. Lo ha riferito l’Ansa.
Per ciascuno di loro, il giudice ha deciso vari gradi di libertà vigilata, che vanno dall’obbligo di firma all’obbligo di essere presenti in casa in certi orari. Tutto questo in attesa dell’inizio delle udienze per ognuno di loro davanti alla Chambre de l’Instruction per la richiesta di estradizione italiana.
Torna a casa anche Giorgio Pietrostefani, co-fondatore di Lotta Continua a Pisa e sino agli anni 80 dirigente delle Omi Reggianea Reggio Emilia , condannato a 22 anni insieme ad Adriano Sofri e Ovidio Bompressi per l’omicidio del commissario di polizia Luigi Calabresi, sulla base delle dichiarazioni del pentito e reo confesso Leonardo Marino.
Questa mattina Luigi Bergamin, uno dei 3 ex terroristi rossi in fuga dopo l’ondata di arresti di ieri in Francia, si è presentato a palazzo di Giustizia di Parigi assieme al suo avvocato per costituirsi.
E dopo Bergamin, si è costituito anche Raffaele Ventura, un altro dei ricercati nell’operazione ‘Ombre Rosse’. Dei dieci ex terroristi di sinistra colpiti da mandati di cattura resta quindi latitante soltanto Maurizio Di Marzio.
A proposito di Pietrostefani, che oggi ha 78 anni ed è trapiantato di fegato, Mario Calabresi -figlio del commissario assassinato – ha detto di non provare alcuna soddisfazione all’idea che “un uomo anziano e molto malato vada in galera”. Tuttavia “queste persone ci devono pezzi di verità, penso che debbano assumersi le loro responsabilità” e se lo facessero “sarei il primo a chiedere un gesto di clemenza”.
”Confesso di essere rimasto sorpreso ha detto Calabresi in un’intervista al Corriere della Sera – Se n’era parlato molto negli ultimi due anni, ma non pensavo che sarebbe mai accaduto. Ho sempre trovato odioso e grave che la Francia non rispettasse le sentenze italiane”.
Calabresi ricorda che la dottrina Mitterrand ”prevedeva di dare asilo a chi non aveva le mani sporche di sangue”. E ”per una volta è stata invece applicata alla lettera, ristabilendo così un principio fondamentale ignorato per quasi quarant’anni. Ieri tra Italia e Francia è stata scritta una pagina importantissima per il rispetto delle verità storica e giudiziaria del nostro Paese”. Detto questo, sul piano personale ”come mia madre e i miei fratelli, non riesco a provare alcuna soddisfazione. L’idea che un uomo anziano e molto malato vada in galera non è di alcun risarcimento per noi”.
In generale – ha aggiunto Mario Calabresi – ”credo che queste persone ci debbano qualcosa. Ci devono pezzi di verità. Sono uomini e donne che hanno partecipato a delitti che hanno segnato la storia di questo Paese. Ci mancano ancora dettagli, e soprattutto le loro voci per ricostruire quei fatti così tragici. Penso che dovrebbero assumersi le loro responsabilità”. Se lo facessero ”sarei il primo o a chiedere un gesto di clemenza nei loro confronti. Credo che oggi raggiungere una verità definitiva abbia molto più valore che tenere quelle persone in galera per il resto della loro vita”.