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Carcere, è ancora allarme Covid: 150 detenuti positivi, 10 ricoverati
E nelle scuole 50 classi in quarantena
L’ Ausl: ancora lontana l’uscita della pandemia”

23/4/2021 – Il Covid continua a imperversare nel carcere di Reggio Emilia, una delle situazioni peggiori a livello nazionale. I detenuti positivi sono a oggi oltre 150 e dieci di questi sono stati ricoverati in ospedale.
L’aggiornamento della situazione arriva dal direttore generale dell’Ausl reggiana, Cristina Marchesi: “Da parte della sanità pubblica, come delle istituzioni penitenziarie, c’è grande attenzione su questo focolaio. Ma per uscirne il processo sarà abbastanza lungo – ha detto in conferenza stampa – Diverse sezioni sono i in quarantena e ogni volta che effettuiamo i tamponi di fine isolamento registriamo nuovi casi positivi. Quindi non possiamo ‘liberare’ le sezioni”.

Il carcere di via Settembrini a Reggio Emilia

Nelle scuole del reggiano, invece, sono una cinquantina le classi al momento messe i quarantena
perchè, come previsto dalle nuove disposizioni anticovid, hanno registrato anche un solo alunno positivo al virus. “Dobbiamo ancora effettuare i tamponi di fine quarantena – ha detto in propoosito Marchesini – e la prossima settimana sapremo quante classi potranno riprendere le lezioni”.
Nel complesso, in provincia di Reggio Emilia l’andamento della pandemia resta su cifre elevate, nonostante l’accelerazione delle vaccinazioni. Nell’ultima settimana si registra una media di 150 nuovi casi positivi al giorno. “Non sono pochi: siamo ancora lontani dalla fase di uscita – commenta Marchesi – Che evidenzia però due note positive, relative al numero di contagi in rapporto ai tamponi (ieri al 12%) e il fatto che, con il sistema di tracciamento, si intercettino piu’ ammalati senza sintomi di quelli che non ne hanno. Stabile a 180 il numero dei positivi su 100.000 abitanti.

“Questa settimana ci aspettavamo una conferma dei dati in discesa rilevati nella precedente –
conferma il direttore dei presidi ospedalieri Giorgio Mazzi– invece abbiamo registrato una inversione di tendenza”.
Le persone positive che hanno effettuato l’accesso in una struttura sanitaria sono state in media 30 al giorno. I posti letto assegnati ai pazienti covid sono occupati al 65% e il numero dei letti si è ridotto da 319 a 294. Questo perché, spiega Mazzi, “aumenta la domanda della patologia non
Covid, anche da parte dei grandi anziani che sono stati vaccinati”. Il tasso di occupazione delle terapie intensive si mantiene intorno al 90%: 26 posti (ma è probabile salgano a 33) su 37 disponibili per i Covid positivi, e 8 su 10 per gli altri pazienti. “Nella terza ondata- dice Mazzi- sono colpiti pazienti più giovani e i casi sono più gravi. Probabilmente la discesa della curva pandemica sarà più diluita nel tempo”. E soprattutto, conclude il professionista, “lo
scenario della prima ondata quando il 4 maggio erano liberi tutti i posti letto. non appare ora replicabile”.

(FONTE: AGENZIA DIRE)


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