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Inchiesta appalti: gli indagati sono 47 (21 in più): anche il sindaco di Reggio e altri politici
L’indagine s’ingrossa: altri 6 mesi

11/3/2021 – E’ molto più ampia di quanto previsto e affermato sino ad oggi l’inchiesta della Procura su bandi e appalti pilotati del comune di Reggio Emilia. Le indagini in capo alle pm Valentina Salvi e Giulia Stignani (due delle quattro sostitute firmatarie dell’esposto al Csm nei confronti dell’ex procuratore Marco Mescolini) sono state prorogate di altri sei mesi.

La complessità dell’indagine operativamente condotta dalla Guardia di Finanza – in corso dal 2016 ed esplosa con le perquisizioni in Comune della primavera 2019 – autorizzato da Mescolini solo quattro giorni dopo la rielezione al ballottaggio del sindaco Vecchi, è testimoniata dal fatto che gli indagati sono ben 47 ,vale a dire 21 in piùmdei 26 già noti. E tra loro figura anche il sindaco Luca Vecchi: la sua iscrizione nel registro degli indagati, mantenuta segreta per anni (persino il sindaco sostiene di non aver mai ricevuto nulla) è stata rivelata dal consigliere Nino Di Matteo nel procedimento al Csm su Mescolini. Oggi, Tiziano Soresina sulla Gazzetta di Reggio spiega che Vecchi sarebbe entrato nel mirino delle indagini per turbata libertà degli incanti, a seguito di una telefonata tra lui e l’avvocato Santo Gnoni, già responsabile dell’ufficio legale del Comune, intercettato come Palamara con un trojan infilato nel suo cellulare. Va detto che la decisione di rinviare le perquisizioni in Comune a dopo il ballottaggio del 2019 è una delle ragioni, insieme allo scambio di messaggi con Luca Palamara, che hanno indotto il Csm a trasferire l’ex procuratore Mescolini.

Il Valentina Salvi lascia il palazzo comunale di Reggio Emilia dopo le perquisizioni

Una telefonata che comunque avrebbe lascitato nel dubbio gli inquirenti, proprio perchè non chiaramente intepretabile.

Di certo, l’inchiesta per le irregolarità in alcuni bandi dal valore complessivo 27 milioni di euro, non riguarda solo i livelli dirigenziali e amministrativi: è entrata di gran carriera nel livello politico.

Era noto il coinvolgimento dell’ex assessore Mirco Tutino, ora dirigente di una società acquisita da Iren, a proposito del maxi appalto parcheggi-controllo sosta-trasporto scolastico, dell’ex vicesindaco Matteo Sassi (che non ha ricevuto la comunicazione di fine indagini) e dell’ex presidente di Rete Raffaele Leoni, peraltro in posizione marginale.

Ma oggi, oltre alle rivelazioni sul coinvolgimento del sindaco Vecchi, tra gli altri 21 indagati che si aggiungono ai 26 già noti, figurano nuovi nomi di politici (amministratori in carica? Ex amministratori?) oltre a dirigenti, funzionari e imprenditori interessati a vario titolo agli appalti.

Un terremoto destinato a continuare a lungo: si capisce perchè il consigliere Di Matteo, cittadino onorario della Città del Tricolore, l’ha definita come l’indagine più importanre della città, in cui il sindaco è il principale indagato (almeno per il momento).

Un terremoto politico, che inguaia la giunta e il Pd. Non più tardi di lunedì la maggioranza, con voto bulgaro, ha impedito in consiglio comunale la discussione su un ordine del giorno della Lega che chiedeva al sindaco di informarsi presso la Procura se fosse indagato oppure no. E nella seduta in remoto, durante lo spoglio dei voti, si è sentita con chiarezza una voce intimare: “State molto attenti“. Chi era l’autore della minaccia? Il presidente del consiglio comunale ha ordinato i doverosi accertamenti?

Il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi

I PRIMI 26 INDAGATI

I 26 indagati nell’inchiesta bandi e appalti, di cui i nomi sono noti da tempo:

Santo Gnoni (principale indagato, ex capo del servizio legale del Comune), il comandante della Municipale Stefano Poma, il dirigente comunale Roberto Montagnani, l’ex assessore alla Mobilità Mirko Tutino e il presidente dell’istituzione Nidi e scuole d’Infanzia, Nando Rinaldi.

Inoltre l’ex dirigente dell’Istituzione, Paola Cagliari, il dirigente Alessandro Meggiato, l’ex presidente di Asp (strutture anziani) Raffaele Leoni, ex presidente di Asp.

Fra gli indagati (consulenti, avvocati, imprenditori) anche Daniela Agosti, Anna Messina, Valeria Sborlino, Paolo Coli, Matteo Fortelli, Roberto Ugolotti, Anna Maria Mazzocchi, Tiziana Tondelli, Stefano Vaccari, Ivana Ceccardi, Giuseppe Altieri, Lucci Alessandro, Lorenzo Corradini, Vincenzo Corradini, Luigi Severi, Ermes Ruozzi e Maria Marzi.

L’ex vicesindaco Matteo Sassi e i dirigenti comunali Silvia Signorelli ed Ermes Torreggiani non hanno ricevuto l’avviso di chiusura indagini. La loro posizione potrebbe essere stata archiviata.

LEGA: “VECCHI CHIARISCA SUBITO, TANTO LA VERITA’ SALTA FUORI”

DAL GRUPPO CONSILIARE LEGA SALVINI PREMIER REGGIO EMILIA

Francamente questo atteggiamento del Sindaco Vecchi di ostinazione nel voler tenere la testa sotto la sabbia sta diventando inspiegabile e molto preoccupante, considerati i doveri di trasparenza istituzionale in capo ad un Sindaco.
Quasi tutti i mezzi di informazione danno ormai per certa la sua implicazione nell’indagine sugli appalti, facendo riferimento alle pesanti dichiarazioni del PM Di Matteo, ma nonostante ciò il Sindaco Vecchi continua imperterrito a non voler far sapere se ha fatto richesta in Procura in merito alla sua posizione nell’inchiesta.
Basterebbe depositare un’istanza in Procura con la quale si chiede se esistono iscrizioni a proprio carico nel registro delle notizie di reato.
Un atto di una semplicità unica, che permetterebbe  di togliersi immediatamente ogni dubbio in merito, ma evidentemente questo clima di assoluta incertezza fa molto comodo al PD e al Sindaco.
Come Lega abbiamo presentato un ODG urgente nel consiglio comunale di lunedì per impegnare il Sindaco a chiedere in Procura se è indagato e riferire conseguentemente alla cittadinanza.
Ovviamente urgenza bocciata, meglio che non se ne parli.
Di fronte a dinieghi di questo tipo su una richiesta di trasparenza istituzionale sorgono spontanee alcune domande.
Ci sembra doveroso che il Sindaco chiarisca perché, come diretto interessato, continua con ostinazione a non voler sapere la verità circa la sua posizione nell’inchiesta sugli appalti?
Forse perché non vuole che la verità si sappia?
Chissà mai che non salti fuori che il Sindaco era indagato proprio durante le elezioni amministrative di Maggio 2019…
Domande che per il momento non trovano risposta, ma siamo sicuri che questo clima di incertezza non durerà ancora per molto e la verità non tarderà ad arrivare.
Noi attendiamo pazientemente con massima fiducia nell’operato della magistratura, forse qualcuno in futuro dovrà trovare valide giustificazioni ai propri comportamenti”.

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3 risposte a Inchiesta appalti: gli indagati sono 47 (21 in più): anche il sindaco di Reggio e altri politici
L’indagine s’ingrossa: altri 6 mesi

  1. Alessandro Raniero Davoli Rispondi

    11/03/2021 alle 13:28

    Quando un criminale sta per essere catturato le prova tutte: nega, blandisce e poi passa alle minacce. Credo che l’anonimo, (consigliere comunale, membro della giunta, un addetto alla segreteria …?) sia un disperato che passa alle minacce. Poverino/poverina … I capogruppo dell’opposizione in consiglio comunale farebbero bene a presentare esposto/denuncia alla Procura della Repubblica per minacce a corpo politico, amministrativo … art. 338 c.p.

    L’art. 338 c.p. punisce con la pena della reclusione da uno a sette anni «chiunque usa violenza o minaccia ad un corpo politico, amministrativo o giudiziario o ad una rappresentanza di esso, o ad una qualsiasi pubblica Autorità costituita in collegio, per impedirne, in tutto o in parte, anche temporaneamente, o per turbarne comunque l’attività».

    È ora che i vigliacchi e criminali siano portati a giudizio.
    Saluti,
    Alessandro Raniero Davoli
    Consigliere comunale, capogruppo Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e UDC

  2. Alessandro Raniero Davoli Rispondi

    11/03/2021 alle 14:46

    MINACCE IN CONSIGLIO A REGGIO EMILIA:
    Quando un criminale sta per essere catturato le prova tutte: nega, blandisce e poi passa alle minacce. Credo che l’anonimo, (consigliere comunale, membro della giunta, un addetto alla segreteria …?) sia un disperato che passa alle minacce. Poverino/poverina … I capogruppo dell’opposizione in consiglio comunale farebbero bene a presentare esposto/denuncia alla Procura della Repubblica per minacce a corpo politico, amministrativo … art. 338 c.p.

    L’art. 338 c.p. punisce con la pena della reclusione da uno a sette anni «chiunque usa violenza o minaccia ad un corpo politico, amministrativo o giudiziario o ad una rappresentanza di esso, o ad una qualsiasi pubblica Autorità costituita in collegio, per impedirne, in tutto o in parte, anche temporaneamente, o per turbarne comunque l’attività».

    È ora che i vigliacchi e criminali siano portati a giudizio.

    Saluti,
    Alessandro Raniero Davoli
    Consigliere comunale, capogruppo Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e UDC, Castelnovo Monti

  3. maurizia Rispondi

    11/03/2021 alle 17:09

    Io de pd ho capito che può fare ciò che vuole fino. Che non si riesca a mettere mano alla magistratura

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