5/2/2021 – Incassi giù fino all’80% nelle regioni che dal primo febbraio sono entrate in zona gialla. Nonostante l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, il bilancio dei primi quattro giorni di apertura dei ristoranti in Calabria, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto è drammatico e conferma la situazione che stanno vivendo le altre regioni, tra cui la Toscana, nelle quali il semaforo giallo è scattato prima. È quanto emerge da un’indagine nazionale effettuata da Tni Italia – Tutela Nazionale Imprese – Ristoratori Toscana, che rappresenta 40mila aziende in Italia.
“Bar e ristoranti restino aperti sino alle ore 22: è l’impegno che il gruppo regionale Lega ER chiede a Bonaccini di portare all’ordine del giorno del prossimo governo. Si tratta di una proposta di buon senso che consentirebbe di dare finalmente ossigeno a due fra le categorie che più hanno pagato il conto salatissimo presentato dalla pandemia”. Così i consiglieri regionali della Lega, Gabriele Delmonte e Maura Catellani, commentano i risultati dell’indagine nazionale condotta da Tni Italia, secondo la quale “il bilancio dei primi quattro giorni di zona gialla per Calabria, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto è agghiacciante, con crolli del fatturato dell’80%”.
“I dati parlano chiaro: consentire a ristoranti e bar di lavorare solo a pranzo è riduttivo poiché gli incassi veri, gli imprenditori li fanno solo con le cene” .
Anche la deputata reggiana della Lega Benedetta Fiorini prende posizione con decisione per l’apertura sino alle 22 dei ristoranti in zona Gialla: ” Ribadiamo l’appello di Filiera Italia. Nel pieno rispetto di tutte le regole anti Covid, dal distanziamento al numero massimo di persone consentito nei locali, la chiusura fino al coprifuoco consente di salvare l’80% del fatturato. Non si può ignorare un dato così rilevante, specie in una fase come questa – sottolinea Fiorini – Ristoranti, pizzerie, agriturismi e interi settori dell’agroalimentare Made in Italy non hanno più nemmeno le lacrime per piangere. Lavorare in sicurezza si può e si deve. Bisogna fare presto per evitare il fallimento di migliaia di imprese e salvare circa 4 milioni di posti di lavoro rappresentato dall’indotto”.
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