15/2/2021 – Il killer reggiano Paolo Bellini, ex estremista di destra, da anni collaboratore di giustizia e a suo tempo ritenuto collaboratore dei servizi segreti, andrà a processo per concorso nella strage di Bologna del 2 agosto 1980. Lo ha stabilito il Gup del tribunale felsineo Alberto Gamberini che ha accolto le richieste della Procura generale e delle parti civili. Rinviati a giudizio anche Domenico Catracchia, imputato per false informazioni al pubblico ministero, e l’ex carabiniere Piergiorgio Segatel, accusato di depistaggio.
La richiesta di rinvio a giudizio era stata avanzata a maggio dalla Procura generale di Bologna, che nel 2018 ha avocato a sé l’inchiesta sul filone dei cosiddetti ‘mandanti’ della strage, in seguito alla precedente richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura ordinaria. Bellini, accusato di essere ‘il quinto uomo’ che avrebbe agito in concorso con gli ex Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, tutti condannati in via definitiva, e con Gilberto Cavallini, condannato in primo grado, secondo la Procura generale, agì in concorso con altre quattro persone ritenute ‘le menti’ dell’attentato, tutte decedute: Licio Gelli, ‘Maestro venerabile’ della Loggia P2 e l’imprenditore e banchiere legato alla P2 Umberto Ortolani, ritenuti i mandanti-finanziatori, l’ex prefetto ed ex capo dell’ufficio Affari riservati del ministero dell’Interno Federico Umberto D’Amato, che secondo l’accusa avrebbe agito come mandante-organizzatore e Mario Tedeschi, famoso giornalista iscritto alla loggia ed ex senatore del Msi. Tutti personaggi morti da tempo, che di conseguenza non possono essere mandati a giudizio. Il processo ai mandanti è così rimasto nel limbo del teorema ideologico, mentre si è trasformato nel processo a Paolo Bellini imputato di essere coautore della strage. L’ex-primula nera continua a respingere l’accuso di un coinvolgimento nella strage più sanguinosa avvenuta nell’Italia repubblicana (86 vittime il 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna) e qualche tempo fa ha dichiarato: “Al processo rideremo“.
“Siamo contenti, come ufficio, di avere ottenuto questo primo passo importante”. Così l’avvocato generale presso la Procura generale di Bologna, Alberto Candi, dopo la decisione del Gup Alberto Gamberini “Questa indagine – sottolinea Candi – l’abbiamo fatta, non per secondi fini, come ci era stato rimproverato dalla difesa di Bellini, ma perché riteniamo di avere elementi precisi contro l’imputato”. Una vittoria per la Procura generale? “Ha fatto il suo lavoro – precisa Candi – non sono io che devo dare aggettivi al lavoro che abbiamo fatto. Noi abbiamo fatto il nostro dovere e basta”.
Per quanto riguarda, poi, la possibilità che vengano presentati, al processo, nuovi elementi di accusa nei confronti dell’ex di Avanguardia nazionale, Candi ha spiegato che “abbiamo fatto una completa ‘discovery’. Vedremo se ci saranno ulteriori elementi che affioreranno”.
La prima udienza del processo a Bellini, Segatel e Catracchia è stata fissata al 15 aprile 2021 Il giudice ha rifiutato la richiesta della difesa di Bellini di una nuova perizia sul fotogramma del filmato Super8 che identificherebbe Bellini sul luogo della strage. La richiesta è stata però messa agli atti e verrà rinnovata in fase di dibattimento. La difesa sostiene infatti che la persona del fotogramma non sarebbe Bellini, perché non si vede una vecchia cicatrice sotto il labbro dell’ex primula nera.
Nel processo non potrà non essere esaminata la circostanza, rivelata nell’inchiesta di Pelizzaro e Paradisi pubblicata da Reggio Report, della presenza nello stesso albergo del centro di Bologna, l’hotel Lembo, nella stessa giornata del 22 febbraio 1980, di Paolo Bellini e di Thomas Kram, il libraio tedesco delle Revolutionarien Zelle, numero sette del gruppo Separat del terrorista internazionale Carlos, che si era messo al servizio dei palestinesi del Fplp. Kram era a Bologna la mattina della strage, e diverse immagini ritraggono in stazione anche una persona molto somigliante a Bellini.
Raffaele di RIENZO
21/03/2021 alle 12:03
La presenza del BELLINI nel contesto dell’evento stragista del 02 Agosto 1980 sembra per molti versi inverosimile. Immaginare l’autore di un delitto di simile portata farsi notare in giro nei minuti seguenti la strage con una paletta delle FF.OO. tra le mani a prestare soccorso a quelle povere persone, sembra qualcosa che rasenta l’assurdo. Si è detto che la sua presenza sul posto sarebbe stata motivata per depistare (?????) non so cosa. Si perché cosa si vuole depistare dopo una catastrofe del genere? Asportare le parti del congegno esplosivo utilizzato è impossibile perché sepolto tra le macerie…Oltremodo, porsi in evidenza facendosi notare non solo dalla gente ma anche da appartenenti alle FF.OO. che in quel momento erano numerose sulla scena criminis è quantomeno da idioti. In effetti le immagini del volto della persona sembrano essere simili a quelle del BELLINI ma credo che con una corretta correlazione atropometrica rispetto anche alle alle auto presenti, si possa fare luce sulla figura di questo soggetto. Gli autori di una simile catastrofe( sempre che non si sia trattato di evento accidentale) si saranno dileguati nelle immediatezza, lasciando perdere le tracce e certamente non si sarebbero messi a dirigere il traffico ed a prestare opera di soccorso alle povere vittime.
Complimenti per la Vostra appassionante disamina e ricerca dei fatti. Se avessimo perseguito un certo tipo di piste strutturandole e suffragandole con i Fatti ( che a mio modestissimo avviso, mancano) forse avremmo dato giustizia a quelle povere persone e sopratutto ai familiari che anelano una conclusione giusta di questa tristissima storia della nostra Repubblica.