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NORMA COSSETTO
I documenti del ministero che sbugiardano i negazionisti reggiani
Pubblichiamo la relazione della Prefettura di Trieste

DI PIERLUIGI GHIGGINI

9/2/2021Norma Cossetto: i documenti arrivati da Roma sbugiardano i negazionisti che in modo furbesco, quasi clandestino – attraverso la commissione toponomastica e l’ assessore di Leu Lanfranco De Franco, forse non del tutto consapevole – hanno bloccato l’iter di intitolazione di una strada alla giovane martire istriana delle foibe, in spregio a una delibera vincolante del consiglio comunale di Reggio Emilia.

I documenti sono pervenuti ai senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri ed Enrico Aimi, che li hanno chiesti al ministero degli Interni in attesa di una risposta alla loro interrogazione depositata nei giorni scorsi: riguardano l’istruttoria del 2005 per la concessione della medaglia d’ Oro al merito civile a Norma Cossetto, onorificenza concessa dal presidente Ciampi. Fascicolo che comprende anche la relazione dell’allora prefetto di Trieste Annamaria Sorge Lodovici, grand commis dello Stato diventata anche vicedirettore del Sisde per le sue riconosciute capacità, che espresse parere favorevole alla concessione del riconoscimento al merito civile.

Maurizio Gasparri e Enrico Aimi

Reggio Report oggi è in grado di pubblicare integralmente questa relazione, che mette il punto finale sulla querelle pilotata all’interno delle commissione toponomastica.

Il dossier comprende anche la documentata richiesta di conferimento della decorazione alla martire italiana da parte dell’Associazione nazionale Arma di Cavalleria.

Norma Cossetto e la sua tomba

Va ricordato che la decisione di bloccare l’intitolazione a Reggio (con una manovra semiclandestina: caso unico in Italia) e di chiedere a Roma la documentazione inerente la medaglia d’oro, era stata assunta il 27 ottobre a seguito dell’altolà dello storico Massimo Storchi, già presidente di Istoreco il quale – ricordano i senatori Gasparri e Aimi – nelle segrete stanze della commissione, presente l’assessore De Franco quale delegato del sindaco, aveva fatto verbalizzare “la mancanza di notizie storiche certe e verificate” circa “la cattura e l’uccisione della Cossetto“, con argomenti sovrapponibili a quelli di Claudia Cernigoi, negazionista della foibe, contenuti in un articolo del sito dei Carc comunisti.

Quasi in contemporanea ai parlamentari di Forza Italia, anche la consigliera comunale di Alleanza civica Cinzia Rubertelli ha ottenuto il dossier romano dal servizio Rigenerazione Urbana del comune di Reggio, a seguito di accesso agli atti presentato il 21 gennaio.

Cinzia Rubertelli

Piazza Prampolini a sua volta aveva richiesto i documenti a Roma , ma solo il 24 dicembre , vale a dire con due mesi di ritardo rispetto alla decisione della commissione toponomastica. Tutto con molta calma. Una calma sospetta che i maligni potrebbero attribuire a una volontà non espressa apertamente, ma trasparente, di insabbiare l’iter di intitolazione della strada a Norma Cossetto.

Del resto il verbale della commissione, con le stupefacenti dichiarazioni di Massimo Storchi, era venuto a galla quasi per caso, sempre a seguito di un accesso agli atti di Rubertelli. Il dossier comprende anche la documentata richiesta di conferimento della decorazione alla martire italiana da parte dell’Associazione nazionale Arma di Cavalleria.

Massimo Storchi

“Al Comune di Reggio Emilia sono serviti due mesi per richiedere l’istruttoria – questo il commento amaro della consigliera di Alleanza civica – mentre  al Ministero degli Interni poco più di un mese per cancellare, con una corposa risposta di accesso agli atti, un’ assurda  interruzione di istruttoria sull’intitolazione di una via a Norma Cossetto da parte della commissione Toponomastica che ha tentato di non attuare quanto deliberato dal Consiglio Comunale di Reggio Emilia. E oggi, nel giorno del Ricordo, Reggio Emilia, in memoria del sacrificio di tante donne italiane e la Giunta attui l’indirizzo votato dal Consiglio Comunale  intitolando una via della nostra città a Norma Cossetto“.

Un appello a rompere gli indugi condiviso anche dai senatori azzurri: “Questa è la documentazione, questi sono i fatti – scrivono Gasparri e Aimi – Ci attendiamo sollecite iniziative dall’amministrazione di Reggio Emilia che, già rallentando questa vicenda non ha onorato la verità, la memoria della storia italiana e quella di Norma Cossetto che non meritava questo straziante ulteriore martirio”.

E aggiungono: “Al di là della notorietà storica della vicenda, questi sono atti della Repubblica italiana che hanno portato al conferimento della medaglia d’oro che, con chiare ed inequivocabili motivazioni, la Presidenza della Repubblica, nella persona dell’allora Presidente Ciampi, concesse alla memoria di Norma Cossetto nel 2005 con una motivazione inequivocabile: “Catturata e imprigionata dai partigiani slavi” e “lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba” . Cos’altro si deve accertare e scoprire?

I parlamentari ricordano il tentativo “maldestro” di bloccare la decisione del consiglio comunale reggiano “con l’astensione del Pd che ne aveva reso possibile l’approvazione”.

L’assessore Lanfranco De Franco

“Nonostante da tutta Italia si sia levata la protesta della comunità degli esuli verso l’infamia di mettere in dubbio il martirio della Cossetto – per il solo fatto che era stato commesso dai comunisti di Tito, si deve aggiungere – la giunta reggiana si era chiusa nel silenzio di un sasso opaco“.

Ma oggi “chi ha messo in dubbio la decisione del Presidente Ciampi di decorare con l’Oro la giovane studentessa che difese la sua dignità di italiana, rifiutando di aderire ai partigiani di Tito, a costo di esserne violentata e gettata viva nell’antro della foiba, troverà la sua sconfitta nella relazione del Prefetto Annamaria Sorge Lodovici.

La funzionaria dello Stato non solo riferisce di aver valutato le ricostruzioni storiche e di aver raccolto informazioni su chi anche a livello associativo coltivava la memoria della ragazza, ma dichiara di aver esplorato anche le versioni critiche della storia della Cossetto. E il Prefetto non ha nessun scrupolo a segnalare la revisionista e negazionista (il termine vale in tutti i due sensi storici, quindi anche per chi nega i crimini comunisti) triestina Claudia Cernigoi, direttrice della rivista Nuova Alabarda e del libro “Operazione Foibe”.  E questa Cernigoi è la fonte scelta dal reggiano istituto resistenziale per “conoscere” di Norma Cossetto”.

LA RELAZIONE DELLA PREFETTURA DI TRIESTE SU NORMA COSSETTO (13 giugno 2005)

Trieste, 13 giugno 2005

AL MINISTERO DELL’INTERNO – DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI INTERNI E TERRITORIALI

Direzione Centrale per l’Amministrazione Generale e per gli Uffici Territoriali del Governo – Area IV – ROMA

Oggetto: Associazione Nazionale Arma di Cavalleria – Sezione di Macerata e Ascoli Piceno – Istanza al Capo dello Stato. Conferimento ricompensa al merito civile.

Sull’episodio oggetto della proposta di riconoscimento al merito civile si forniscono le notizie di seguito riportate

Norma COSSETTO nata il 17 maggio 1920 a Santa Domenica di Visinada (ora Croazia), allora studentessa in lettere e filosofia presso l’Università di Padova, il 26 settembre 1943 venne catturata dai “partigiani” e tenuta prigioniera, per alcuni giorni, prima a Parenzo e poi in una scuola di Antignana dove, come emerso dalle testimonianze dell’epoca, sarebbe stata seviziata e violentata dai suoi carcerieri.

Nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943 la COSSETTO, rea di aver rifiutato di collaborare e di aggregarsi ai partigiani, sempre secondo le ricostruzioni dell’epoca, venne gettata, dopo l’ennesima violenza, assieme ad altri 25 detenuti, nella foiba di Surani.

Alcuni mesi dopo, sei dei diciassette torturatori furono arrestati e fucilati dopo essere stati costretti a vegliare, nella cappella mortuaria del cimitero, la salma, in avanzato stato di decomposizione, della loro vittima.

Il supplizio patito dalla giovane istriana, cui sono stati intitolati numerosi sodalizi socioculturali, è stato assunto dalle innumerevoli associazioni degli esuli costituitesi nell’immediato dopoguerra, a simbolo della barbarie e della violenza gratuita esercitata dai partigiani “Titini” nei confronti degli italiani residenti nella penisola istriana.

Naturalmente, la figura e il sacrificio di Norma COSSETTO hanno rappresentato e rappresentano tuttora, in particolare per i sodalizi della destra istituzionale ed extraparlamentare, l’orgoglio nazionale e l’evidenza delle reali finalità perseguite dai “filotitini”.

Anche in questo capoluogo, come peraltro sembra essere avvenuto in varie pari del paese, è stata intitolata una via a Norma COSSETTO. La delibera inerente l’intitolazione in questione, proposta ed approvata dall’attuale giunta di Centrodestra, risale al 2003. Alla cerimonia per l’inaugurazione del tratto di strada intitolato alla COSSETTO, tenutasi il 5 ottobre 2003, avevano preso parte le massime autorità locali, tra cui il sindaco di Trieste.

In merito alla vicenda in questione, si registra un’unica controversia, verificatasi nel 1998, che vedeva coinvolti Claudia CERNIGOI da una parte ed alcuni esponenti di sodalizi legati alla memoria dei martiri delle Foibe dall’altra.

In pratica la controversia, risoltasi peraltro unicamente con la pubblicazione di alcune lettere aperte sulla stampa locale, era stata determinata da alcune affermazioni della CERNIGOI sulle reali cause e circostanze della tragica fine di Norma COSSETTO.

Allo stato attuale, comunque, tenuto conto del fatto che negli ultimi anni sembra essere stata avviata una rivisitazione storica di quanto avvenuto in queste terre nell’immediato dopoguerra che ha sancito, ovvero ha indotto noti esponenti dell’allora partito comunista a riconoscere ed a dichiarare apertamente he la tragedia delle “Foibe” era stata per troppo tempo sottaciuta per meri fini politici, appare plausibile ritenere che non sussistano motivi ostativi acchè venga conferita a Norma COSSETTO una ricompensa al merito civile.

Alla luce di quanto sopra si esprime parere favorevole alla concessione del riconoscimento di cui trattasi.

IL PREFETTO

(Sorge Lodovici)

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5 risposte a NORMA COSSETTO
I documenti del ministero che sbugiardano i negazionisti reggiani
Pubblichiamo la relazione della Prefettura di Trieste

  1. Gigio Rispondi

    09/02/2021 alle 20:00

    Ennesima figura da pagliacci di questi comunistelli portatori di verità e democrazia .

  2. Pier Giorgio Rispondi

    10/02/2021 alle 08:59

    Dimenticare significa togliere le radici a un popolo e quindi farlo morire..mai dimenticare!

  3. il giudeo Rispondi

    10/02/2021 alle 11:02

    Tutto, come sempre, nasce nel scegliere a condurre le istituzioni pubbliche personaggi di parte, quale Storchi, e non invece quelli con la preparazione adeguata. Si punta cioè da sempre sull’appartenenza politica-partitica anziché sulla qualità e professionalità. I risultati di tali scelte si leggono ovunque.
    Però la verità prima o poi emerge, anche se la storia è soggettiva ed è scritta da chi ha il potere.

  4. FABRIZIO SEGRE' Rispondi

    10/02/2021 alle 17:53

    SE QUESTA GENTAGLIA DI INFIMA DIGNITA’ E MASSIMA MALAFEDE DECIDERA’ UN GIORNO DI RICONOSCERE LA STORIA E AMMETTERE CHE – AL PARI DEGLI ORRORI NAZISTI E FASCISTI – GLI ORRORI COMUNISTI SONO STATI DI PARI GRAVITA’ E VOMITEVOLE DISPREZZO DELLA VITA UMANA, AVREMO FATTO UN PICCOLO PASSO AVANTI. FINCHE’ RIMARRA’ UN SOLO NEGAZIONISTA SU QUESTA TERRA L’OPERA DI CIVILIZZAZIONE DI QUESTO PIANETA NON SARA’ COMPIUTA. FOIBE ITALIANE E GULAG SOVIETICI, UNITAMENTE AI CAMPI DI COSIDDETTA “RIEDUCAZIONE” SPARSI PER IL MONDO FANNO DEL COMUNISMO UNA IDEOLOGIA CHE HA PORTATO ORRORE E DISTRUZIONE IN TUTTO IL PIANETA.GLI ASSASSINI NON HANNO COLORE. SONO SOLO ASSASSINI. I NEGAZIONISTI SONO PERSONE LURIDE E INFAMI. A QUALUNQUE IDEOLOGIA APPARTENGANO

  5. Ivaldo Casali Rispondi

    10/02/2021 alle 19:54

    Il signor Storchi, a fronte di questa inconfutabile documentazione, chiederà certamente scusa per l’evidente scorrettezza!

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