2/2/2021 – Un miliardo di euro di investimenti per la
nascita di un polo all’avanguardia per la progettazione e produzione di auto di alta gamma full electric e plug in hybrids: l’Emilia-Romagna sarà il primo polo dell’auto cinese fuori dai confini dellaRepubblica del Dragone. Questa mattina il gruppo Faw, il più grande
produttore di auto del Paese asiatico, e l’americana Silk Ev hanno firmato la joint venture relativa al progetto di investimento nella Motor Valley. “Da domani- assicura il presidente della Regione Stefano Bonaccini- saremo al lavoro per trovare il luogo ideale per gli investitori; qui abbiamo l’imbarazzo della scelta, ma decideremo molto presto perchè è nostro interesse far sì che gli investimenti arrivino il piu’ velocemente possibile”.
“Per noi – ha dichiarato Xu Liuping, Chairman e Party Secretary di Faw- è un’occasione unica per posizionare con ancora maggior forza il marchio quale eccellenza automobilistica nella provincia di Jilin, culla dell’industria automobilistica cinese, e per avvicinarci alla Motor Valley italiana, ecosistema integrato e
ingegnerizzato a livello globale, rinomato per il suo patrimonio automobilistico di auto di lusso e da corsa, nonchè un’opportunità per diventare il nuovo punto di riferimento nel segmento delle auto sportive elettriche”. Intanto i processi per le assunzioni di lavoratori come ha spiegato il presidente di Silk Ev Jonathan Krane “sono gia’ cominciati”.
Un progetto davvero ambizioso di cui non sono stati ancora rivelati tutti i dettagli, ma vedrà impegnate prestigiose aziende italiane, come la Dallara, che offrirà alla joint-venture cino-americana la sua expertise di livello mondiale in quanto ad aerodinamica del veicolo e materiali compositi, Anche lo stile delle vetture verrà firmato da un italiano: sarà infatti il designer Walter De Silva a curare le forme delle Hongqi che usciranno dalla linea di produzione emiliana. Non è escluso un ruolo per aziende reggiane ad altissima specializzazione, come la Vimi Fastener quotata in Borsa.
La scelta dell’Emilia-Romagna come casa di questo accordo “di portata nazionale e sovranazionale”, secondo Bonaccini,
ha radici profonde: “Quando qualche anno fa abbiamo investito nella società della conoscenza ci diedero dei sognatori, ma le reti dell’alta formazione e dell’alta tecnologia che vedono insieme università e imprese, i
saperi e le professionalità che qui si possono trovare, la ricerca e lo sviluppo, la logistica, la qualità della vita
stessa, cosi’ come la capacità di risposta e di fare sistema di istituzioni ed enti locali sono ora un grande punto di forza”.
(Dario Cervellati per Italpress)
Fausto Poli
03/02/2021 alle 13:35
Gia’ decenni fa nacquero questi accordi. Italia e Paesi emergenti. Ma tra privati.
Dallara si organizzo’ per i mercati americani, ma Lui, non la struttura politica aderente.
Cioe’ che senso ha menzionare esponenti politici ?