8/12/2004 – “Su Norma Cossetto non c’è nulla da accertare: è una martire della violenza slava, titina e comunista. Si ponga fine a un comportamento vergognoso e si proceda alla intitolazione della strada a Norma Cossetto anche a Reggio Emilia. Quelli che Pansa chiamò i ‘gendarmi della memoria’ prenderanno atto della verità della storia. Negarla costituisce un vero e proprio reato alla luce delle norme sul negazionismo di cui l’Italia si è fortunatamente dotata“.
Con queste parole il senatore Maurizio Gasparri, responsabile Enti Locali di Forza Italia e il senatore Enrico Aimi, firmatari di una interpellanza al governo, tornano oggi sulla vicenda dello stop all’intitolazione deciso dalla commissione toponomastica del Comune di Reggio, sulla scorta di una parere dello storico Massimo Storchi, componente della stessa commissione, le cui parole messe a verbale corrispondono a frasi di un articolo negazionista apparso nel sito dei Carc.
Una vicenda che continua a suscitare sdegno e sconcerto in tutta Italia, tanto più che Reggio Emilia continua ad avere una strada intitolata a Josip Broz Tito, il principale artefice della pulizia etnica contro gli italiani d’Istria durante e dopo la guerra.
Ma Reggio, non va dimenticato, è anche la città che organizzò la colonna motorizzata che nel 1954, in testa il segretario provinciale della Dc Corrado Corghi, entrò per prima nella Trieste appena tornata all’ Italia, portando il Primo Tricolore cucito dalle donne reggiane in una notte, perchè il sindaco Campioli si era rifiutato di consegnarne una copia.
Oggi dunque Reggio Emilia continua a essere teatro di una guerriglia ideologica irriducibile che condiziona un potere inscalfibile da quasi 80 anni, in cui i cascami dello stalinismo e del negazionismo di sinistra cercano ancora di affermare una egemonia culturale mai completamente rottamata.
Gasparri e Aimi chiedono così al sindaco Vecchi e all’amministrazione comunale di procedere senza ulteriore indugio all’intitolazione della via a Norma Cossetto, al pari di tante altre città italiane.
Ecco cosa scrivono i due senatori di Forza Italia: “Il 9 dicembre 2005 l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi conferì la Medaglia d’Oro al merito civile alla memoria di Norma Cossetto.
Chiara e indiscutibile la motivazione dell’onorificenza: “Giovane studentessa istriana– si legge nell’atto al termine dell’istruttoria del Ministero dell’Interno – catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amore patrio. 5 ottobre 1943 – Villa Surani (Istria)“.
Cos’altro c’è da dire? – aggiungono Gasparri e Aimi – “Ai faziosi che a Reggio Emilia, con pretesti burocratico-amministrativi hanno negato l’intitolazione di una strada a Norma Cossetto dicendo che dovranno chiedere documentazione al Quirinale, rispondiamo con la divulgazione della motivazione della Medaglia d’Oro che Ciampi conferì in memoria della martire, uccisa insieme a tanti altri tra le violenze sul confine orientale.
La verità è che a Reggio Emilia ci sono alcuni che non vogliono prendere atto della storia.
Ci occuperemo anche dei precedenti storici di una città ricca di storia e di bellezza, ma nella quale gli episodi di faziosità, dai tempi della guerra civile ai giorni nostri, purtroppo si ripetono periodicamente. Si ponga fine a questa discussione inaccettabile.
A Norma Cossetto sono state intitolate tante strade in tante città italiane. Non c’è nulla da accertare. È una martire della violenza slava, titina e comunista. E forse è questo che dà fastidio ad alcuni componenti di commissioni del Comune o ad alcuni esponenti dell’Anpi.
Non gli proponiamo di leggere i libri di Giampaolo Pansa, un giornalista di sinistra che a Reggio Emilia non riuscì a presentare i propri libri sulla guerra civile a causa di contestazioni violente.
Non gli diciamo di leggere documentazioni sterminate. Bastano queste poche parole.
Si ponga fine a questo comportamento vergognoso e si proceda alla intitolazione della strada a Norma Cossetto anche a Reggio Emilia. Quelli che Pansa chiamò i ‘gendarmi della memoria’ prenderanno atto della verità della storia. Negarla costituisce un vero e proprio reato alla luce delle norme sul negazionismo di cui l’Italia si è fortunatamente dotata”.