18/12/2020 – E’ ancora nella fase delle udienze preliminari, ma già molto combattuto il processo “Angeli e Demoni” cominciato il 30 ottobre di fronte al Tribunale di Reggio Emilia, sugli affidi illeciti dei servizi sociali gestiti dai comuni della Val d’Enza, anche attraverso perizie psicologiche artefatte per far emergere abusi. L’udienza a porte chiuse di giovedì mattina ha registrato lo scontro tra le quasi 50 “persone offese” che hanno chiesto di costituirsi come parti civili e i difensori dei 24 indagati (di cui si deve decidere il rinviati a giudizio) che, su quelle istanze, hanno sollevato una raffica di eccezioni.
Nel mirino di tutti gli avvocati sono in particolare finite le associazioni a tutela dell’infanzia che, in almeno sei casi, sarebbero nate o diventate “operative” solo dopo i fatti da accertare nel processo. E pertanto, hanno sostenuto i legali, non avrebbero subito alcun danno per cui chiedere un eventuale risarcimento.
Oppure, pur avendo nomi suggestivi (una si chiama come il processo: “Angeli e Demoni”) reclamerebbero indennizzi per reati che violano diritti che non compaiono come da tutelare nei loro statuti. O che operano in territori slegati da quello reggiano dove i presunti reati sono stati commessi. Con altre motivazioni (anche in questo caso per reati al di fuori della loro sfera di competenza) sono inoltre state sollevate obiezioni alla costituzione di parte civile del ministero della Giustizia e della Regione. Che secondo il collegio difensivo dell’imputato Andrea Carletti (sindaco di Bibbiano, del Pd) sarebbero state danneggiate più dalla campagna mediatica sui fatti della val d’Enza che non sui singoli reati contestati. Come se i fatti, peraltro oggetto di un sacrosanto diritto-dovere di cronaca, non fossero avvenuti a Bibbiano e in Val d’Enza.
Chiusa la “partita” di una sua presunta incompatibilità che è stata rigettata, il giudice dovrà inoltre pronunciarsi sull’eccezione, sollevata nei mesi scorsi, relativa alla “composizione e completezza del fascicolo di indagine”.
In sostanza i difensori lamentano la mancanza agli atti di una ventina di verbali di testimonianze rese ai carabinieri senza i quali, affermano, viene leso il diritto alla difesa dei loro assistiti.
A differenza delle scorse udienze oggi davanti al Tribunale non c’e’ stata alcuna manifestazione di cittadini e genitori che denunciano l’ingiusta sottrazione dei loro figli da parte degli assistenti sociali. Figure chiave dell’inchiesta sono il sindaco del Comune di Bibbiano, Andrea Carletti, l’ex responsabile dei servizi sociali dell’Unione val d’Enza Federica Anghinolfi e lo psicoterapeuta Claudio Foti , guru del centro Hansel e Gretel, con la moglie Nadia Bolognini. I reati contestati nell’indagine sono, a vario titolo, peculato d’uso, abuso d’ufficio, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, falsa perizia anche attraverso l’altrui inganno, frode processuale, depistaggio, rivelazioni di segreto in procedimento penale, falso ideologico in atto pubblico, maltrattamenti in famiglia, violenza privata, lesioni dolose gravissime e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
“C’e’ stata una deformazione dal punto di vista mediatico rispetto a fatti tecnicamente molto misurati ai contenuti”, secondo il collegio difensivo del sindaco Carletti. “Questa deformazione- ha aggiunto l’avvocato Giovanni Tarquini– interrompe secondo noi il collegamento diretto fra asserito danno e fatto contestato”. Del resto gia’ all’indomani dell’inchiesta, ricorda il legale, “il procuratore capo di Reggio era intervenuto a smentire che fosse perseguito un ‘sistema’, ma solo fatti specifici”.
Alla sbarra nel processo legato all’inchiesta sui fatti di Bibbiano ci sono in tutto 24 imputati. Particolarmente rilevante il ruolo di Federica Anghinolfi e di Claudio Foti, incaricato delle terapie psicologiche dei minori di cui si contesta l’illecito allontanamento dalle famiglie naturali. Che nella tesi accusatoria della Procura sarebbe avvenuto con rapporti degli assistenti sociali artefatti, per rappresentare presunti abusi o maltrattamenti.
(FONTE: AGENZIA DIRE)