28/12/2020 – “Nel momento in cui si diffonde il dubbio di poca trasparenza” l’avvocato “deve valutare l’opzione delle dimissioni dalle cariche che ricopra a nome degli avvocati”. E’ un garbato invito a sgombrare il campo quello che l‘Unione Giuristi Cattolici rivolge alla presidente dell’Ordine degli avvocati di Reggio Emilia Celestina Tinelli, con un documento firmato dalla presidente dell’associazione locale, Federica Davoli , e diffuso ai media in serata.
Il documento, senza polemiche ma in modo chiaro, afferma che “deve essere evitato tutto ciò che possa compromettere la percezione di indipendenza ed autonomia della avvocatura“. Un riferimento neanche troppo velato all’audizione a palazzo dei Marescialli nell’ambito del procedimento disciplinare a carico del procuratore di Reggio Emilia Marco Mescolini, e di cui la presidente Tinelli non ha dato alcuna informazione al Consiglio dell’Ordine.
La nota dei giuristi cattolici è arrivato dopo che le dimissioni dell’avvocato Franco Mazza hanno fatto decadere di fatto il Consiglio direttivo dell’Ordine, dove sono rimasti in carica al momento sette membri, compresa la Presidente, su sedici eletti. E senza mai nominare l’avvocata Tinelli, l’Ugci la sollecita alle dimissioni in modo da fugare “ogni sospetto di interessi personali, nonché ipotesi di strumentalizzazioni della carica”.
Dai giornali pubblicati nei giorni immediatamente precedenti il Natale e dalle voci che si sono susseguite nei giorni successivi è emersa una situazione nell’avvocatura reggiana degna di attenzione e preoccupazione.
Senza volere entrare nel merito di una questione, sulla quale già oggi si è detto molto e sussurrato anche di più, riteniamo sia interesse di tutti focalizzarsi sui principi che difendono e tutelano il decoro della nostra professione.
Condividendo i principi deontologici che regolano l’attività dell’avvocatura, riteniamo fondamentale che non solo nel processo, ma anche nello svolgimento degli incarichi pubblici e nella vita privata sia indispensabile che nulla comprometta la reputazione e l’immagine della professione.
Astenendoci da un giudizio che non ci compete, non essendo a conoscenza piena di quanto sia effettivamente avvenuto, siamo tuttavia in dovere di riaffermare con estrema chiarezza che deve essere evitato tutto ciò che possa compromettere la percezione di indipendenza ed autonomia della avvocatura, che sono ciò che la contraddistingue.
La correttezza e la trasparenza delle nostre azioni garantiscono la stima e l’onore degli avvocati nella opinione pubblica.
La lealtà nell’agire, il continuo confronto con chi viene rappresentato, l’attenta cura della propria onorabilità devono essere una tensione costante per tutti gli avvocati, ed ancora di più per chi li rappresenta.
L’avvocato, chiamato a far parte delle Istituzioni forensi, deve adempiere l’incarico con diligenza, indipendenza e imparzialità. (art. 69 LPF)
Nel momento in cui si diffonde il dubbio di poca trasparenza, chi si è visto coinvolto in tali situazioni, se non può giustificarsi adeguatamente, per rispetto dell’avvocatura e della propria dignità deve valutare l’opzione delle dimissioni dalle cariche che ricopra a nome degli avvocati.
In questo modo dimostrerà che ogni azione è stata e viene fatta nell’interesse della professione forense, e fugherà così ogni sospetto di interessi personali, nonché ipotesi di strumentalizzazioni della carica, e tutelando se stesso tutelerà tutta la categoria dal punto di vista personale, oltre che professionale.
Speriamo che, superato il triste momento che l’avvocatura reggiana sta attraversando, i rappresentanti presenti e futuri degli avvocati si attengano ai principi deontologici che sempre devono contraddistinguerli. (Unione Giuristi Cattolici Italiani – unione locale di Reggio Emilia. Il presidente avv. Federica Davoli)