4/12/2020 – “Nella commissione toponomastica di Reggio Emilia c’è chi si rifiuta di intitolare una via ad una Medaglia d’oro della Repubblica italiana, come richiesto dal consiglio comunale di una città in cui c’è invece una via dedicata a Josip Broz Tito, acclarato e riconosciuto massacratore di italiani nelle terre del
confine orientale.
A pochi giorni di distanza dalla Giornata Mondiale
contro la violenza sulle donne c’è stato insomma chi ha trovato da obiettare sulla vicenda di una ragazza violentata e scaraventata in una foiba ancora viva”. E’ la denuncia di Renzo Codarin, presidente
Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.
“‘Infoibati’ di Guido Rumici, edito da Mursia nel 2002 – prosegue – è stata la prima pubblicazione di livello scientifico che si è occupata specificatamente delle foibe. Già in questa circostanza la terribile morte di Norma Cossetto è uscita dalla memoria degli esuli istriani, fiumani e dalmati, che l’hanno custodita per decenni, ed è stata presentata in maniera documentata e appropriata”.
“L’apposita commissione, che predispone l’istruttoria per assegnare le onorificenze ai discendenti delle vittime delle foibe e delle deportazioni compiute dai partigiani comunisti di Tito – sottolinea Codarin -, ha lavorato scrupolosamente prima che il Presidente della Repubblica ed ex partigiano Carlo Azeglio Ciampi
assegnasse a Norma Cossetto la Medaglia d’oro al valore civile.
Tale conferimento si svolse in occasione del 10 Febbraio 2005, prima volta in cui aveva luogo la ricorrenza del Giorno del Ricordo istituita
dalla Legge 92 dell’anno precedente”.
“Non per caso – prosegue – la sorella di Norma fu tra i primi a ricevere questo riconoscimento morale, ma proprio perché Norma rappresentava il simbolo di una comunità, di un’italianità offesa, violata e fatta sparire nell’abisso di una foiba. D’altro canto già nell’immediato dopoguerra l’ateneo di Padova, con il consenso del
professor Concetto Marchesi, padre costituente e parlamentare comunista, attribuì la laurea honoris causa alla studentessa Cossetto, uccisa in maniera così crudele”.
Intanto l’assessore di Leu Lanfranco De Franco, presente alla riunione della commissione toponomastica come delegato del sindaco e pienamente partecipe della decisione di bloccare l’iter della via a Norma cossetto, mette le mani avanti e di fatto scarica la responsabilità su Massimo Storchi e sul professor Rossi. come riferisce l’Adn Kronos “La vicenda storica non è messa in discussione – afferma Lanfranco – qui è stato valutato un caso specifico su cui la commissione aveva perplessità, ma non si mette in discussione la vicenda storica delle Foibe e questa tragica vicenda – Francamente non c’è nessuna volontà di revisionismo sulla vicenda, e ci mancherebbe altro”. La precisazione arriva dopo che il comune di Reggio Emilia è stato sommerso da una valanga di reazioni indignate da tutta Italia,ed è stato chiesto anche l’intervento del governo, adombrando anche la violazione delle norme che puniscono penalmente il negazionismo.
“La commissione ha sempre lavorato in autonomia, e quindi mi rimetto al fatto che uno storico (Massimo Storchi) di Istoreco” dice che a suo giudizio sulla figura di Norma Cossetto ci sono delle incongruenze”. De Franco aggiunge che “i membri si sono si sono premurati anda andare a vedere i documenti alla base del conferimento della Medaglia d’Oro e non trovando particolari approfondimenti hanno detto “Aspettiamo per capire meglio”.
In realtà le spiegazioni dell’assessore sono la classica toppa peggiore del buco. Le parole scritte a verbale sono inequivocabili, prese di peso – come documentato da Reggio Report – da un articolo del sito dei Carc che replica le tesi dalla storica negazionista Claudia Cernigoi. Tutto si puoi ammettere, ma non che una commissioni di esperti si comporti in un questo modo inqualificabile, utilizzando gli argomenti dei negazionisti per bloccare, illegittimamente, una deliberazione assunta dal consiglio comunale.
De Franco e il sindaco Vecchi non possono far finta di niente: anzichè accampare giustificazioni che non stanno in piedi e anzi aggravano la posizione del Comune di Reggio, chiedano scusa senza indugio alla famiglia, alla diaspora istriana e all’Italia. Il modo migliore è intitolare senza indugio una via o uno spazio pubblico importante a Norma Cossetto: lo faranno?
PIERLUIGI GHIGGINI
Woman
04/12/2020 alle 19:59
Cervelli talmente bolliti dall’ ideologia, che non riescono più a provare compassione e solidarietà nei confronti di un povera ragazza stuprata ferocemente e gettata a morire in una foiba. Casi psichiatrici di cui provare orrore e schifo.
vaccinato
05/12/2020 alle 09:32
Caro Lanfranco, attento che in famiglia PD ti mettono le bombe sotto al cuscino ! E tu, spinto dalla voglia di fare, ne subisci le conseguenze. Ancora qualche incidente di questo livello e sei finito, bocciando qualsiasi tua candidatura futura. E’ uno stile che il PD ha imparato dalla vecchia DC, un’ala della quale oggi conduce anche il PD.