10/2/2020 – I casi di coronavirus, la cui trasmissione è confermata come avvenuta da persone che non hanno viaggiato di recente in Cina, potrebbero essere “la punta dell’iceberg”: lo ha affermato il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. In un tweet ha rivelato che, mentre una “missione di esperti internazionali” è partita per la Cina per aiutare il coordinamento della risposta all’epidemia, “ci sono stati alcuni casi preoccupanti sulla diffusione del 2019nCoV da persone che non hanno fatto viaggi in Cina”.
“La rilevazione di un piccolo numero di casi potrebbe indicare una più estesa trasmissione in altri Paesi; in breve, potremmo soltanto aver visto la punta dell’iceberg”, ha osservato il numero uno dell’Oms. Se all’estero il contagio sembra aver viaggiato a un passo più lento della Cina, Ghebreyesus non ha escluso la possibilità che ci possa essere un’accelerazione dell’epidemia che ha infettato più di 40.000 persone e causato 908 morti nella Repubblica Popolare Cinese.
“Il contenimento resta il nostro obiettivo, ma tutti i Paesi devono usare la finestra dell’opportunità creata dalla strategia di contenimento per prepararsi al possibile arrivo del virus”, ha aggiunto ancora. Fuori dalla Cina ci sono state più di 350 infezioni suddivise in quasi 30 tra Paesi e regioni. Due le vittime, una a Hong Kong e una nelle Filippine.
LO STUDIO SCIENTIFICO: IL CORONAVIRUS PUO’ RESISTERE 9 GIORNI A TEMPERATURA AMBIENTE. ACQUA OSSIGENATA PER UCCIDERLO
Il coronavirus può rimanere infettivo sulle superfici degli oggetti a temperatura ambiente fino a 9 giorni. In compenso non è molto resistente e bastano detergenti a base di candeggina o disinfettanti a base di alcol o acqua ossigenata per ucciderlo. A far luce è una revisione di studi, pubblicata sul Journal of Hospital Infection.
PIU’ DI 900 MORTI UFFICIALI
Sale a 902 il numero dei morti per il coronavirus. Il numero delle vittime ha superato ormai anche quello della Sars in tutto il mondo nel 2002-2003.
Sei nuovi casi sulla Diamond Princess. In Cina si torna a scuola e al lavoro. Sono rientrati a Roma gli otto italiani da Wuhan, fra loro anche 2 neonati. Nei prossimi giorni un volo dell’areonatica militare recupererà il 17enne di Grado, ancora alle prese con la febbre. Tavolo interministeriale sul Coronavirus domani a Palazzo Chigi, con il presidente del Consiglio Conte, i ministri Di Maio e Speranza.
Sono negativi i test al nuovo coronavirus per i due bambini di 4 e 8 anni in quarantena alla Cecchigola e ricoverati allo Spallanzani. Dopo la seconda verifica, potranno congiungersi con il resto della famiglia alla Cecchignola per completare il periodo di sorveglianza”.
IL BOLLETTINO MEDICO DELLO SPALLANZANI – “Tutti i test relativi ai casi sospetti per il nuovo coronavirus sono risultati negativi, compreso il test per la donna italiana inviataci, a puro scopo precauzionale, dalla Città Militare della Cecchignola e la coppia proveniente da un Pronto soccorso cittadino”. E’ quanto emerge dal nuovo bollettino medico dello Spallanzani. “Sono stati valutati, a oggi, presso la nostra accettazione 53 pazienti sottoposti al test per la ricerca del nuovo coronavirus. Di questi, 36 risultati negativi al test sono stati dimessi. Diciassette pazienti sono tuttora ricoverati”. Così lo Spallanzani nel bollettino quotidiano. “Tre – è spiegato – sono casi confermati (la coppia cinese attualmente in terapia intensiva e il giovane proveniente dal sito della Cecchignola); 12 sono pazienti sottoposti a test per la ricerca del nuovo coronavirus in attesa di risultato; 2 sono pazienti che, risultati negativi al test per nuovo coronavirus, rimangono comunque ricoverati per altri motivi clinici”. “Il cittadino italiano, trasferito due giorni fa dalla struttura dedicata della Città Militare della Cecchignola e con infezione confermata da nuovo coronavirus, è in buone condizioni generali e senza febbre”. “Il paziente continua la terapia antivirale”, prosegue l’ospedale.
RIENTRATI GLI ITALIANI DA WUHAN
E’ atterrato all’aeroporto militare di Pratica di Mare l’aereo proveniente dalla base Raf di Brize Norton, nell’Oxfordshire, con a bordo il piccolo gruppo di 8 italiani provenienti da Wuhan, la regione focolaio del Coronavirus. Dopo i primi controlli sono stati portati all’ospedale militare del Celio a Roma, per essere messi in quarantena. Nel gruppo ci sono anche due neonati, un bimbo e una bimba. Tra loro non c’è il 17enne studente di Grado, Niccolò, ancora alle prese con la febbre. Niccolò, è stato riportato in albergo e “sta bene”. Non manca la “delusione per l’intoppo”, riferisce chi l’ha sentito in queste ore, per aver perso l’aereo della Gran Bretagna partito con circa 200 passeggeri europei, tra cui 8 italiani. Lunedì, a causa della febbre, non si era imbarcato sul volo dell’Unità di Crisi della Farnesina con altri 56 connazionali. Anche i suoi genitori, si apprende, non sono particolarmente preoccupati”. “Il ministero della Salute ha ritenuto più facile portare al Celio gli otto italiani da poco rientrati da Wuhan, anche per motivi di posti”. Così il capo dell’Unità di crisi della Farnesina, Stefano Verrecchia, ha risposto a chi gli chiedeva il perché della scelta di portare gli otto italiani rientrati da Wuhan all’ospedale del Celio a Roma e non nella città militare della Cecchignola, dove si trovano gli altri italiani in quarantena rientrati lunedì scorso.
I BAMBINI CHE RIENTRANO DALLA CINA: MONITORAGGIO CON PERMANENZA VOLONTARIA A CASA
Non si placano invece le polemiche sulla circolare del ministero della Salute per le scuole per i bambini che rientrano dalla Cina.
Monitoraggio con “permanenza volontaria a casa” per la “puntuale verifica della febbre e dei sintomi tipici del nuovo coronavirus 2019-nCoV” rivolto a bambini e studenti, di ogni nazionalità, che nei 14 giorni precedenti il loro arrivo in Italia siano stati nelle aree della Cina interessate dall’epidemia.
Lo prevede l‘aggiornamento da parte del ministero della Salute della circolare per le scuole ispirata “al principio di massima precauzione”. Le assenze sono giustificate.
Il ministro dell’istruzione Luciana Azzolina ha chiarito che saranno i medici a decidere se gli studenti rientrati dalla Cina debbano restare a casa o tornare in classe. Non saranno presidi o genitori a dover decidere, perché ci sarà un monitoraggio quotidiano degli studenti rientrati fatto dalle Asl di riferimento.
Non cambia intanto la linea che riguarda lo stop ai voli per e dalla Cina. Lo sottolinea dalle colonne del Corriere il ministro della Salute Roberto Speranza: le relazioni diplomatiche sono rilevanti e le questioni economiche fondamentali, spiega, ma il diritto alla salute è più importante ancora. E aggiunge che l’allarmismo è sbagliato, ma si deve tenere una soglia di attenzione molto alta.
Hong Kong intanto impone la quarantena per chi entra. Convocata per il 13 febbraio a Bruxelles una riunione dei ministri della Salute Ue.
(FONTE: ANSA.IT)