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Il dito verso il cielo fra le lacrime: trionfa al Gp Fabbi
e dedica la vittoria all’amico Sergio Nazar

DI ROMANO PEZZI

30/7/2019 – Vince per distacco il Gran Premio Fabbi, gara ciclistica per allievi e la dedica a Sergio Nazar, già suo compagno di squadra alla Cicl. Ceretolese, perito tragicamente la settimana scorsa causa un caduta in moto.

Nicolò Costa Pellicciari , allievo di Reggiolo, coetaneo di Sergio e come lui in forza alla squadra di Casalecchio di Reno, ha staccato tutti nella difficile gara disputata sul circuito Dino ed Enzo Ferrari di Imola. All’arrivo il bravo corridore, noto per le sue numerose vittorie sin da quando era tra i giovanissimi con la Sc Reggiolese, ha puntato l’indice della mano destra al cielo, verso il suo amico ed ex compagno di colori, col quale ha diviso fatiche e soddisfazioni in tanta corse, fino a quando lo sfortunato Sergio, abbandona la bici per cavalcare la moto da cross, ma tradito pare, da un dosso sulla via centrale di Cavriago.

Nicolò Costa Pellicciari taglia il traguardo del Gp Fabbi: dito vero il cielo per dedicare la vittoria all’amico Sergio

Si è trattato di un bel gesto, commovente, quello di Nicolò, al termine della corsa, che aveva vinto anche due anni prima quando militava nelle file degli esordienti. Il GP Fabbi è una gara importante alla quale hanno preso il via ben 122 concorrenti tra i 15 e 16 anni e giudicata dura e difficile per chi conosce le difficoltà dell’autodromo imolese, con le salite della Tosa e delle Acque Minerali, affrontate nell’occasione bel quindici volte.

Sergio Nazar

A tre giri dalla conclusione, Costa Pellicciari si è avvantaggiato col ferrarese Michael Rocchi e poi a tre chilometri da traguardo ha staccato anche il compagno di fuga terminando la corsa con oltre un centinaio di metri di vantaggio. Un classico. Il modenese Claudio Vergnani della Sc Massese, vince poi la volata del gruppo con l’altro reggiano Federico Biagini della Sc Cooperatori, classificato decimo.

L’azione del corridore reggiano, promessa del ciclismo, ha creato uno status particolare nell’ambiente della corsa: soprattutto tra i dirigenti nella Sc Ceretolese che avevano accolto Nicolò e il povero Sergio nei ranghi della loro società, non sono mancate le lacrime.

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