14/6/2019 – I reggiani meritano verità e chiarezza anche sui fatti storici come il “sistema Catasto”: così la deputata 5 Stelle Maria Edera Spadoni, vicepresidente della Camera risponde a Salvatore Scarpino, ex consigliere comunale Pd (poi Art. 21) che l’ha accusata di aver detto “falsità” sull’inchiesta Catasto nel corso del suo intervento alla Camera a proposito dell’inchiesta sugli appalti del comune di Reggio Emilia.
Scrive l’on. Spadoni: “Salvatore Scarpino, in una lettera a Reggioreport, minaccia denuncia penale nei miei confronti perché ho detto, in un’aula parlamentare, ciò che risultava da anni in tutte le cronache locali, vale a dire che egli fosse stato indagato in una inchiesta su una ipotesi definita “sistema Catasto ” di Reggio Emilia, aperta nel 2002 e poi dichiarata prescritta nel 2014.
Posso tranquillamente dire al dottor Scarpino che non sono affatto intimorita dalle sue parole. Che fosse indagato è cosa risaputa, che l’inchiesta fosse archiviata pure.
Cosa pretende di non essere nominato in un’aula parlamentare?
Non sono persona che si intimorisce, e dovrebbe saperlo dato che in un altro contesto mi era già stato detto di non nominare certi personaggi.
Tutti sanno come e’ andata a finire – conclude Spadoni – La mia e’ una azione politica che vuole portare chiarezza, anche su fatti storici, che hanno riguardato questa nostra città. Punto. I reggiani meritano chiarezza e verità!”.
Salvatore Scarpino
16/06/2019 alle 10:34
Gentile Onorevole Spadoni
tutelare la propria onorabilità e la propria dignità, non è un’intimidazione ma un diritto sancito dalla nostra Costituzione, che riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo e che ammette che tutti possano agire per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi.
Nella replica alle sue dichiarazioni, rese alla Camera dei Deputati in merito all’indagine sugli appalti del Comune di Reggio Emilia, io non ho minacciato né intimorito nessuno. Forse non avrà letto bene. D’altronde ero già abituato ai suoi frequenti ed ingiustificati discrediti nei miei confronti. E anche in tale contesto non ne ha perso l’occasione.
Chi mi conosce sa benissimo che non è nel mio stile minacciare o intimidire: chieda ai consiglieri del M5S, che hanno svolto con me il mandato di consigliere comunale, quale sia stato il comportamento che ho tenuto, anche nella qualità di presidente della Commissione Assetto del Territorio ed ambiente, con rispetto soprattutto delle prerogative dei gruppi di opposizione presenti in Consiglio.
Nella mia replica ho solo constatato che lei ha citato fatti non veri e smentibili da tutta una serie di documenti disponibili presso la Procura della Repubblica di Reggio Emilia.
Dichiarare testualmente che “un fascicolo è rimasto inspiegabilmente in un cassetto dal 2002 al 2014”, essenzialmente getta discredito sul Tribunale, sulla Procura della Repubblica e sulla Guardia di Finanza di Reggio Emilia.
Ben venga la ricostruzione dei fatti avvenuti nel 2000, che lei dichiara di perseguire per motivi di trasparenza. Ma tale ricostruzione dovrà avvenire non sulla base dell’esclusiva versione di personaggi, che hanno voluto gettare discredito sulla mia persona, e alle quali lei ha voluto dare ascolto, ma soprattutto mediante la consultazione di tutta la documentazione dell’indagine del 2002 (svolta eccome!!) disponibile presso la Procura della Repubblica di Reggio Emilia. Guardi che io ho tutto l’interesse che venga fuori la verità e non ho nulla da temere.
In merito a tale indagine, le ricordo che il Decreto di archiviazione, che ha messo fine a quella vicenda, è stato sottoscritto da due magistrati di questa Repubblica. E anche se si è trattato di una conclusione con ritardo di una semplice indagine preliminare, è pur sempre un provvedimento della giustizia italiana.
Scusi, Onorevole, non è il M5S che predica in tutte le sedi l’assoluto rispetto della Giustizia e delle sentenze dei magistrati?
Perché nei miei riguardi tale importante principio non deve valere, perché mi vuole colpevole a prescindere? Perché sono stato iscritto al PD? Nel merito le preciso che all’epoca dei fatti non ricoprivo alcun incarico politico e che sono diventato successivamente consigliere comunale dei Democratici di Sinistra solo nel 2004.
O perché lo dice Potito Scalzulli? Al riguardo auspico che la giustizia faccia presto a istruire le denunce che ho presentato in sede penale nei confronti dello stesso.
Per finire, constato con serio disappunto che insiste nei collegamenti con altre vicende che non mi riguardano.
So bene come è andata a finire la vicenda cui fa riferimento, ma le chiedo quali siano gli elementi che la accomunano alla mia replica.
Spero che lei non sia prevenuta e che non si riferisca, come ha già fatto altre volte, alle mie origini cutresi, perché, altrimenti mi vedrei costretto a citarle ancora la Costituzione Italiana che riconosce ai cittadini pari dignità sociale ed eguaglianza senza alcuna distinzione.
Comunque, grazie dell’attenzione.
Salvatore Scarpino