17/5/2019 – Ville, terreni auto, conti correnti, appartamenti, società immobiliari e commerciali: è il patrimonio, per un valore di 10 milioni di euro, sequestrato dalla Guardia di Finanza di Bologna con l’operazione ddenminata “Bad lady”, in esecuzione di una misura cautelare chiesta dal p.m. Valentina Salvi e decisa dal tribunale di Reggio Emilia a carico dell’imprenditrice Patrizia Gianferrari, 63 anni, originaria di Sassuolo e residente a Castellarano. Si tratta di beni intestati ai famigliari ma secondo i giudici riconducibili alla donna, che ha non pochi precedenti con la giustizia. Il tribunale ha motivato il sequestro con “la sproporzione tra i redditi, pressocchè insesistenti, dichiarati da Gianferrari e il suo nucleo famigliare, e il patrimonio riconducibile alla sua effettiva disponibilità”.
L’imprenditrice ha collezionato dal 1989 “numerosissimi precedenti penali e plurime sentenze di condanna per reati di natura economica-finanziaria” commessi “anche in forma associativa in Emilia-§romagna , Lombardia, Veneto, toscana e Umbria.
Reati come “estorsione, minaccia, calunnia, falso ideologico e materiale, truffa, bancarotta fraudolenta, evasione fiscale, fatture inesistenti”.
Patrizia Gianferrari è uno dei nomi di spicco del processo reggiano per la maxitruffa dell’acciaio, per il quale è stata condannata in primo grado a 6 anni e 8 mesi assieme al collaboratore di giustizia Massimo Ciancimino (figlio di Vito Ciancimino, che fu sindaco di Palermo nella prima repubblica. In quel processo Cinacimino era stato condannato a 5 anni. In quel processo fu condannato anche l’ex presidente del Brescello calcio e del Carpi Paolo Signifredi (3 anni e 6 mesi), condannato a 6 anni nel processo Pesci (ramo mantovano di Aemilia) e oggi collaboratore di giustizia.
La Gianferrari sino a un anno fa era in carcere a Bollate per una tentata estorsione a danni di direttori di banca in Toscana, ma le sono stati concessi i domiciliari a causa del suo grave stato di salute, e ora è ricoverata a Varese.
:((
18/05/2019 alle 08:22
Non mi fa pena. Solo orror – vacuo.