30/5/2019 – Sessantaquattro indagati, 35 fermi di indiziati per delitto, sei arresti in flagranza per detenzione di droga, oltre 743.000 intercettazioni telefoniche. Sono i numeri della operazione Mala pianta della Guardia di Finanza che questa mattina ha colpito la potente cosca ndranghetista dei Mannolo a San Leonardo di Cutro, collegata al clan Grande Aracri di Cutro.
In queste ore le Fiamme Gialle stanno eseguendo un provvedimento di fermo emesso dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Catanzaro nei confronti, appunto, di 35 soggetti ritenuti presunti appartenenti alle cosche di ‘ndrangheta di Crotone. Tra questi anche Mario Mannolo, 60 anni, originario di Cutro e residente nel centro di Reggio Emilia. tre i fermati ben tredici sono di Cutro, due di San Leonardo (compreso Alfonso Mannolo, 80 anni, ritenuto il patriarca della cosca) e due di Isola Capo Rizzuto.
Le accuse nei confronti dei fermati sono, a vario titolo, associazione di stampo mafioso, traffico di droga, estorsione, usura, porto illegale di armi e intestazione fittizia di beni.
Secondo gli investigatori, coordinati dal procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, è stata smantellata una “potentissima locale di ‘ndrangheta”.
Per eseguire i provvedimenti sono stati impiegati oltre 250 militari delle Fiamme gialle di Crotone, degli altri reparti della Calabria e dello Scico.
I PARLAMENTARI 5 STELLE: “UNA COSCA ALLE DIPENDENZE DI GRANDE ARACRI”
“Esprimiamo soddisfazione per l’arresto, a seguito del blitz compiutosi dalla Guardia di Finanza di Crotone, del boss del narcotraffico Mario Mannolo 60enne originario di Cutro e residente nel centro di Reggio Emilia. Secondo gli inquirenti Mannolo sarebbe il riferimento operativo dell’organizzazione per quanto riguarda il traffico illecito di sostanze stupefacenti. La cosca inoltre vantava ramificazioni non solo nel sud Italia ma anche al nord, in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Questo è un segno chiaro che le mafie sono ancora ben radicate anche nel nostro territorio” lo affermano in una nota la Vice Presidente della Camera Maria Edera Spadoni e i parlamentari del M5S Davide Zanichelli e Stefania Ascari.
“Il clan era alle dipendenze della famiglia Grande Aracri, ben nota nel nostro territorio per il processo Aemilia, il più grande procedimento contro la ‘ndrangheta nel Nord Italia che ha portato lo scorso ottobre ad un pronunciamento storico con la sentenza di primo grado che ha visto infliggere 125 condanne, 19 assoluzioni e quattro prescrizioni”, incalzano i parlamentari.
“Come non scordare inoltre gli episodi dello scorso febbraio quando vi furono due sparatorie contro pizzerie ed un incendio doloso di auto. Non possiamo quindi abbassare la guardia. Si deve continuare a fare sempre di più per contrastare il fenomeno del radicamento delle mafie nella nostra Regione. La malavita organizzata è una piaga nel nostro territorio che non va assolutamente trascurata ma va contrastata giorno dopo giorno nel rispetto assoluto del principio della legalità” concludono Spadoni, Zanichelli e Ascari
Antonio Barbaro, 57 anni, di Careri (Rc);
Domenico Basile, 59 anni, di Gazzo (Pd);
Antonio Bevilacqua, 25 anni anni, di Crotone;
Domenico Bevilacqua, 51 anni, di Crotone;
Leonardo Bevilacqua, 36 anni, di Crotone;
Alessandro Caputo, 27 anni, di San Giovanni in Fiore;
Giacinto Castagnino, 29 anni; di Petilia Policastro;
Antonio Caterisano, 51 anni, di Cutro;
Mario Cutrì, 39 anni, di Careri (Rc);
Francesco Falcone, 62 anni, di Cutro;
Pasquale Gentile, 50 anni, di Cutro;
Francesco Lobello, 60 anni, di Albi (Cz);
Armando Manetta, 30 anni, di Crotone;
Cosimo Manetta, 54 anni, di Crotone;
Alfonso Mannolo, 80 anni, di San Leonardo di Cutro;
Daniela Mannolo, 38 anni, di San Leonardo di Cutro;
Dante Mannolo, 51 anni, di Cropani;
Giuseppe Mannolo, 26 anni, di Crotone;
Mario Mannolo, 60 anni, di Cutro;
Remo Mannolo, 47 anni, di Cutro;
Vincenzo Antonio Mazzeo, 75 anni, di Mileto (Rc);
Antonio Mercurio, 52 anni, di Botricello;
Elio Passalacqua, 48 anni, di Crotone;
Francesco Passalacqua, 36 anni, di Cutro;
Leonardo Passalacqua, 45 anni, di Crotone;
Luigi Pignanelli, 30 anni, di Cutro;
Alessandro Perini, 35 anni, di Crotone;
Nicola Perri, 65 anni, di Isola Capo Rizzuto;
Antonio Procopio, 32 anni, di Catanzaro;
Gregorio Procopio, 57 anni di Botricello;
Luigi Raso, 61 anni, di Isola Capo Rizzuto;
Domenico Ribecco, 54 anni, di Cutro;
Pietruccia Scerbo, 44 anni, di Cutro;
Fiore Zoffreo, 52 anni, di Cutro;
Leonardo Zoffreo, 49 anni, di Cutro.
Fausto Poli
30/05/2019 alle 14:11
Oatto Stato mafia da sciogliere…
janvier
30/05/2019 alle 14:56
Questa Cutro è proprio una fucina di mafiosi ! Nessun reggiano di potere si era mai accorto o gli faceva comodo ?
Fausto Poli
30/05/2019 alle 16:00
Esiste il patto.
Snob
31/05/2019 alle 08:07
L’unico calabrese che stimo si chiama NICOLA GRATTERI.
L’unico reggiano…. non mi viene.
Fausto Poli
31/05/2019 alle 17:41
E va be’. Io come Reggiano penso che la politica sia stata una malevola perche’ ai tempi di Ugo Benassi un gemellaggio del genere porto’ scompiglio. Anche i reggiani avrebbero voluto lavirare in certi settori edili. Purtroppo anche i sindaci sono figli di decisioni altrui. A volte. Percio’ le azioni del genere si fanno con piu’ cervelli di base. Che dire ? Certe sotuazioni locali lasciano basiti. Dispiace molto.
Snob
01/06/2019 alle 10:51
Non rievochiamo morti con cervello. Di neuroni a Reggio in questo momento non ce ne sono..anzi scusi..stanno facendosi un cornetto e caffè…
SALUTI
Luigi Galli
29/03/2021 alle 14:05
A volte per quatrro cretini si criminalizza una comunita’ fatta gente perbene e lavoratrice