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Timbri rubati in Prefettura e documenti falsi per il fisco: la maxitruffa di un trafficone pakistano

6/4/2019 – Tutto è cominciato nei primi giorni del luglio scorso, quando la Prefettura di Reggio Emilia ha segnalato alla Procura della Repubblica e alla Questura che su alcuni documenti legalizzati presentati all’Agenzia delle Entrate di Reggio Emilia, necessari per l’attribuzione del codice fiscale, erano apposti timbri rubati dagli uffici della Prefettura.

La Squadra Mobile della Questura di Reggio Emilia avviava così le indagini sugli “affidavit”, apparentemente rilasciati dal Consolato generale del Pakistan e legalizzati con l’apposizione di tre timbri oggetto di furto. Il documento legalizzato veniva così presentato dallo straniero come documento giustificativo per ottenere l’attribuzione dei codici fiscali dei familiari, necessari per ottenere le relative detrazioni fiscali.

Da successive verifiche effettuate in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, si risaliva al soggetto che aveva prodotto la documentazione, A.F., cittadino pakistano titolare di un’agenzia di pratiche per stranieri di Carpi. In totale, le pratiche falsificate hanno permesso l’attribuzione di ben 380 codici fiscali.

Gli accertamenti effettuati presso il Consolato del Pakistan a Milano hanno stabilito che anche gli affidavit presentati all’Agenzia delle Entrate erano falsi, in quanto non redatti su carta intestata del Consolato e con timbro e firma del Console Generale, falsi anche quelli.

La perquisizione effettuata presso lo studio di consulenza di Carpi permetteva di recuperare i timbri sottratti alla Prefettura e utilizzati per la legalizzazione, nonché documentazione digitale contenuta nel pc del titolare dell’ufficio. tra cui le scansioni del timbro del Consolato del Pakistan e la firma del Console pakistano utilizzati per i falsi affidavit.

Il pakistano indagato ha presentato almeno 188 documenti falsificati presso l’Agenzia delle Entrate di Reggio Emilia a favore di altrettanti connazionali allo scopo di ottenere detrazioni e agevolazioni fiscali o di welfare: l’importo della truffa è in via di quantificazioni.

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