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Coop Tecton in difficoltà verso il concordato
M5S: “Operazione Mercato Coperto: ora cosa rischia il Comune?”

9/4/2019 – Ieri la Tecton, l’ultima delle grandi coop edilizie reggiane rimasta faticosamente in piedi, ha vissuto un’altra giornata convulsa, con una riunione drammatica del consiglio di amministrazione, assediato dai fornitori non pagati e soci dipendenti senza stipendio anche da mesi e, si dice, conti bancari congelati. E la giornata di oggi non si annuncia da meno.

La situazione di sofferenza di Tecton è nota da tempo, ora però si è arrivati al redde rationem. . Il cda presieduto da Fulvio Salami ha infatti valutato (e non è la prima volta) l’ipotesi di presentare istanza al Tribunale per il concordato “con riserva”. La domanda potrebbe essere presentata oggi stesso.

E’ l’ennesimo choc per il mondo cooperativo (e per l’edilizia reggiana) , anche perché Tecton è un fior all’occhiello nel campo delle opere di alta qualità: è stata questa cooperativa a firmare il padiglione degli Emirati Arabi a Expo 2015, una delle opere più ammirate dell’esposizione universale milanese. Ha inoltre realizzato il molto discusso progetto del restauro dei Chiostri e la costruzione del cassone di cemento del Laboratorio Aperto. Forse la crisi aziendale spiega perché i chiostri sono stati inaugurati col secondo piano ancora transennato.

Uno scorcio del padiglione degli Emirati, realizzato da Tecton a Expo 2015

Intanto i 5 Stelle annunciano battaglia su quella che viene definita “una bomba a orologeria per fornitori, soci, lavoratori e ancheper i conti del conti del Comune”. Sul tema, viene convocata una conferenza stampa alle 12,30 a palazzo Civico, presente la candidata sindaca di Reggio rossella Ognibene.

Fulvio Salami, presidente Tecton

I 5 Stelle fanno riferimento in particolare al Project Financing del “Mercato Coperto”, la cui ristrutturazione è targata Tecton, ed esporranno le risultanze di risposte di accessi agli atti e loro analisi sui progetti che legano questa importante cooperativa al Comune”.

CONFERENZA STAMPA DI OGNIBENE E GUATTERI: Vecchi dica a quanto ammonta l’impegno economico che rischia di ricadere sui cittadini

“La crisi Tecton rischia di diventare una bomba, l’ennesima bomba, sia per soci e fornitori che per i conti del Comune – hanno dichiarato in una conferenza stampa convocata oggi d’urgenza dalla candidata sindaca dei 5 Stelle Rossella Ognibene e la capogruppo in consiglio comunale Alessandra Guatteri.

Secondo Ognibene “con la crisi conclamata della cooperativa edile Tecton, 130 anni di storia alle spalle, arriva l’ennesima smentita della narrazione del sindaco Luca Vecchi e del Pd. Mentre il primo cittadino uscente passa da un’inaugurazione all’altra, i numeri svelano una realtà ben diversa da quella raccontata dall’amministrazione”.

“Come Movimento 5 Stelle già a metà gennaio avevamo chiesto conto al Comune e ai vertici cooperativa Tecton dei ritardi nei pagamenti dei dipendenti e delle forniture. In cambio avevamo ricevuto risposte rassicuranti e in alcuni casi evasive. Tre mesi dopo ci ritroviamo con la cooperativa che nuovamente si trova in difficoltà finanziarie dalle quali dichiara di potersi risollevare recuperando un importante credito per il quale ha avviato un contenzioso giudiziario.

Intanto i conti sono congelati visto che il presidente Salami – affermano guatteri e Ognibene – “non conferma e non smentisce, cioè conferma ed i fornitori e dipendenti attendono chiarezza e risposte, e noi auspichiamo che tutto possa risolversi per il meglio. Le voci che arrivano è che molti lavoratori da settimane vengono ricollocati altrove”.

Per i 5 Stelle, un possibile collasso di Tecton trascinerebbe con sè anche il project financing del Mercato Coperto, con effetti imprevedibili per le casse comunali: “Solo pochi giorni fa il sindaco Vecchi ha parlato di un nuovo progetto per rilanciare il Mercato Coperto – affermana la candidata Ognibene – omettendo però di spiegare quelle che potrebbero essere le conseguenze del project financing sottoscritto dal Comune e le cooperative Tecton e Coopsette, socie della società di gestione La Galleria srl” che fu costituita ad hoc.

“Oggi lo scenario è di massima allerta perché Coopsette è già da anni in procedura di liquidazione coatta amministrativa, e Tecton versa – da mesi – in una evidente situazione di crisi. La prima Convenzione relativa al project financing (ristrutturazione dell’edificio storico e sua successiva gestione) è stata stipulata nel 2008 per uan concessione di 33 anni alla società di progetto “La Galleria srl”.
Il costo della ristrutturazione era di 11 milioni più Iva.
A seguito  della crisi economica è stata stipulata una nuova Convenzione nell’anno 2012 con la quale la concessione di gestione è stata prolungata a 41 anni.”

Nel 2012 era anche presentato dalla società  “La Galleria srl” il Piano Economico Finanziario indicando le seguenti principali fonti finanziarie:

– finanziamento da capitale sociale, versati 120.000 euro;

– finanziamento da istituti di credito, la società ha in essere un finanziamento complessivo per 5.500.000 euro. Nel PEF si prevede la trasformazione di tale finanziamento a lungo termine con rimborso del 50% del capitale a 15 anni e del restante 50% in ulteriori 15anni. Il piano di rimborso è a rata costante. Il tasso previsto è del 5,6% per i primi 15anni e del 5,5% per gli ulteriori 15 anni;

– finanziamento pro-quota dai soci, non fruttifero. Nel PEF si ipotizza un finanziamento soci complessivo a fine 2012 pari a 5.354.900 euro. Si ipotizza che tale finanziamento sia rimborsato dal 2021 al 2040. I soci si fanno, inoltre, carico della copertura delle perdite che la società prevede fino al 2020, complessivamente pari ad euro 667.725

I ricavi previsti nel PEF si riassumono in:

– Affitto di rami d’azienda relativi a spazi commerciali, di ristorazione e direzionali, per un ammontare annuo complessivo pari ad euro 650.000, importo, riferito all’anno 2014, soggetto ad indicizzazione annua a partire dal 2015 al tasso del 2%.

“Ci chiediamo oggi quale sia l’equilibrio finanziario dato che da notizie di stampa degli anni scorsi risultava che Oviesse avesse pattuito un canone inferiore agli iniziali 650mila euro annuali – dichiarano Ognibene e Guatteri – Ma era proprio dai canoni di locazione che la società La Galleria srl avrebbe dovuto recuperare l’investimento per la ristrutturazione, e pagare banche e soci finanziatori.

Dopo la liquidazione coatta amministrativa di Coopsette, ora è la volta della crisi di Tecton. Quale sarà a questo punto lo scenario che si apre per la società di progetto ?

Non ci è stato consegnato nessun piano economico finanziario successivo a quello del 2012, quindi manca – come al solito – trasparenza nelle operazioni di project financing che l’amministrazione Delrio-Magnani-Vecchi (era capogruppo Pd) ha messo in campo, e proseguite dalla attuale Giunta.

Vogliamo rappresentare ancora una volta i rischi di una risoluzione del contratto di project financing – è la conclusione – perché in tale scenario sarà in capo al Comune l’onere di rimborsare il valore delle opere (secondo i patti della convenzione ai 13 milioni di costo vivo, si devono dedurre gli ammortamenti, il residuo è previsto come onere di rimborso a gravare sulle casse comunali).

Al sindaco Vecchi rivolgiamo quindi una domanda: a quanto ammonta l’impegno economico che rischia di ribaltarsi sull’erario pubblico ?”

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5 risposte a Coop Tecton in difficoltà verso il concordato
M5S: “Operazione Mercato Coperto: ora cosa rischia il Comune?”

  1. janvier Rispondi

    09/04/2019 alle 12:12

    La fine infame della storia delle coop.ve di p.l. a Reggio ! Si chiudono così definitivamente nella nostra città oltre 100 anni di storia economica e sociale ! E’ stata solo colpa della crisi edilizia ???

    • Fausto Poli Rispondi

      09/04/2019 alle 13:46

      Purtroppo chi tira le fila dei burattini cooperativi risiedono nella politica. Mai nessuno a Reggio emilia era riuscito a degenerate tutto. Dai manager che si son fatti la villa a poco prezzo e giravano in metcedes 5000 come i papi, alle allegre cene. Certamente Del Rio ha avuto una parte determinante insieme ai legali che formano l’ entourage. Che vergogna per chi e’ rimasto dentro con forniture mai pagate. E poi vanno a rompere le scatole a un barista perche’ non emette uno scontrino. Non e’ cambiato mulla ed r’ peggiorato tutto. Non ho piu’ il coraggio di leggere di politica locale e di seguire programmi politici in tv sui canali nazionali. Imprenditori ? No. Prenditori. E quanto se magneranno gli avvocati preposti.
      E poi ci serebbe da scriverne……altro che agende rosse e baciamani.

      E come finira’ ? Chi sa’ parli .

      • Diotima Rispondi

        10/04/2019 alle 12:12

        Il problemone a Reggio, secondo me, rimane che ad un arricchimento spropositato in senso economico non c’è mai stato un arricchimento ‘culturale’…anzi probabilmente inversamente proporzionale.
        Totale disequilibrio, sostanziale incoerenza.
        Le ‘prefiche sinistrorse’ sono finite sempre al lardo che cola copioso a casa loro. E non se ne vergognano.
        Sono diventati molto peggio dei borghesi che criticavano tanto.
        Conosco ex ‘brigatisti rossi’ di famiglia benestante che ora stanno nelle file dei ‘professionisti preposti’ (come lei scrive giustamente!).
        E votano ancora rifondazione comunista attento….((
        Come finirà?
        Loro sono già finiti ancor prima di cominciare.
        Noi? Anime salve.

        buona giornata Fausto

        • Fausto Poli Rispondi

          10/04/2019 alle 14:55

          Buonasera. Alla vigilia di Pasqua mi sto preparando. Dice bene: la cultura e’ importante ma ancor di piu’ l’ organizzazione. Il potere politico che in Emilia e’ forte, se ne e’ sempre sbattuto dei propri elettori
          Gli stessi che friggevano lo gnocco alle feste dell’ Unita’, per il partito, hanno ricevuto un bel calcio in faccia. Ancor di piu’ a Cavriago. Ora i vari burattinai politici, Del Rio + altri mi spieghino come accedere ai loro forzieri. Mi spiace ma la classe politica se ne frega. Ai soci della Tecton o ai dipendenti che gli taccontano ? Abbiamo finito le commesse ? Bosi lavora pure….. Non potevano andarci i Coopsette o Unieco del caso ? E’ un menefreghismo politico intramontabile. Se i manager fossero tutti cosi’ tornetemmo ai tempi di Stalin o Putin o Tito. Tutto statalizzato crolli di ponti compresi. E dire che mio padre prese una pallottola a una gamba durante una rappresaglia sulle colline reggiane durante la 2′ guerra mondiale. E giro’ tutte le commemorazioni della Provincia. Politici ingrati e pure puttanieri. E si potrebbe aggiungere molto di piu’ per far arrossire i perbenisti doppiogiochisti. Delle fiche politiche ormai penso che facciano yoint venture con le escort. Ecvo come la pensa un cittadino che si sbatte per vivere in situazioni serene senza guai. E la politica italiana di guai ce ne ha arrecati tanti. Buona Pasqua!

  2. Fausto Poli Rispondi

    10/04/2019 alle 14:56

    P.s.: grazie per i complimenti. Non me li fa mai nessuno.

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