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“La mafia rende più poveri, difendete il vostro territorio”
Nicola Gratteri, una giornata a Reggio Emilia

A Reggio Emilia è molto cresciuta la sensibilità e sono fortemente aumentate le collaborazioni a contrasto della criminalità organizzata. Lo ha affermato di Nicola Gratteri, Procuratore capo del Tribunale di Catanzaro, tornato giovedì 4 aprile nella sede di Confcooperative 11 anni dopo quel febbraio 2008 in cui, insieme allo studioso dei fenomeni mafiosi, Antonio Nicaso, per la prima volta parlò apertamente di una realtà fino ad allora appena sussurrata e, in qualche caso, negata (ma non dai media, che ne parlavano diffusamente da oltre 10 anni) ovvero della presenza documentata di infiltrazioni nel nostro territorio.

L’intervento di Nicola Gratteri a Unimore

Nel pomeriggio nela palazzo di Unimore in viale Allegri, Gratteri ha parlato su “Le nuove frontiere dell’economia etica & sociale: il mondo del credito tra mercato e nuovo welfare”  con Antonio Nicaso (direttore del festival Noicontrole mafie) , la vicepresidente di Emilbanca Paola Pizzetti e Mariangela Lancellotta, consulente di finanza etica della Fondazione Sinderesi. In serata infine infine inteviene al teatro Ariosto all’iniziativa “Una lunga e oscura vicenda di sangue e potere: narrare la ‘ndrangheta”
«Il membro mafioso è una figura territoriale, una vera e propria autorità locale – ha detto fra l’altro Gratteri -che detta ed esige il rispetto di alcune regole che se vengono trasgredite costringono l’autorità a reagire, con conseguenze anche tragiche».

Il convegno “la mafia non dà lavoro”: da sinistra Matteo Caramaschi, Ilenia Malavasi, Nicola Gratteri, Antonio Nicaso, Vincenzo Linarello e Valerio Maramotti


La risposta non può essere solo “militare” ma deve venire soprattutto da un movimento culturale e sociale nei cittadini, La cui eco si ritrova nelle parole di Nicaso, direttore del festival Noicontrolemafie quando afferma, alzando il tono di voce: «Il territorio è nostro, e lo dobbiamo difendere».
Gratteri e Nicaso sono intervenuti a un convegno del consorzio Oscar Romero, nell’auditorium di Largo Gerra, su «La mafia non dà lavoro e non crea sviluppo». Il procuratore di Catanzario ha parlato di “rivoluzione” del lavoro cooperativo contro la mafia avendo al proprio fianco Vincenzo Linarello, presidente del Consorzio Goel che da 15 anni è impegnato nella Locride con una rete di imprese e persone che operano per il riscatto di quest’area di Calabria attraverso il lavoro legale, la promozione sociale e il contrasto attivo alla ‘ndrangheta.
Insieme alla testimonianza di Linarello, quanto la cooperazione possa essere importante come “antidoto” alla criminalità organizzata è stato sottolineato dallo stesso Gratteri: partendo dal territorio, dal basso, si vedono e si incontrano le persone – ha detto – e questo è un percorso fondamentale. «Quando il crimine organizzato si infiltra nell’economia – ha sottolineato in proposito il presidente di Confcooperative, Matteo Caramaschi – abbiamo effetti devastanti sulle persone, sulle dinamiche d’impresa, sulla regolarità del lavoro, sulla sottrazione di risorse pubbliche e private: il risultato corrisponde sempre ad un impoverimento delle comunità e dei territori”. A certificarlo, peraltro, è la stessa Banca d’Italia, che parla – come ha ricordato Gratteri – di una mafia che con la sua presenza rende il Sud più povero del 9%.

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