26/4/2019 – Il consiglio di amministrazione del gruppo Iren sarà rinnovato alla vigilia delle elezioni comunali. La convocazione dell’assemblea è prevista il 22 o 23 maggio, evidentemente per scansare sorprese dalle urne della domenica successiva. Il termine per presentare le liste del nuovo cda scade domani sera, sabato 27 aprile.
Uscirà dal consiglio di amministrazione, dopo quattro mandati, il vicepresidente Ettore Rocchi (e presidente Iren Rinnovabili), l’avvocato reggiano eminenza grigia di interventi strategici della giunta Vecchi, a cominciare dal polo tecnologico delle ex-Reggiane. A Rocchi verrebbe comunque riservata una poltrona di rilievo: si parla della controllata Iren Energia, il cui a.d. Renato Boero – sostenuto dalla sindaca di Torino Appendino – è in predicato per diventare presidente del gruppo Iren, in sostituzione di Paolo Peveraro. Confermato, col sostegno del sindaco di Genova Bucci (attualmente maggior azionista con circa il 19%) e del reggiano Vecchi, l’amministratore delegato Massimiliano Bianco.
L’astro nascente reggiano di Iren è un’imprenditrice politicamente vicina all’ex ministro Delrio: il posto di Rocchi in cda sarà preso da Francesca Grasselli, 43 anni, amministratore delegato della Grasselli spa di Albinea, che produce macchinari per il taglio e il porzionamento delle carni, già presidente dei giovani industriali di Reggio Emilia. Suo fratello Graziano è stato assessore allo sviluppo economico nella seconda giunta Delrio dal 2009 al 2011, poi consigliere di Reggio Emilia Innovazione.
Matteo
26/04/2019 alle 21:56
Sempre gli amici degli amici. Del Rio, quel galantuomo con 7 figli che vorrebbe rendere l’Italia un campo profughi e vorrebbe che gli italiani figliassero come lui. É ora di finirla: la LEGA sarà la purga giusta.
Legateli
27/04/2019 alle 12:24
Ma i figli non erano 9 più uno della moglie ragazza madre?
marco
27/04/2019 alle 18:53
Purtroppo si gioca sempre in casa in base all’appartenenza di famiglia. Per fortuna non siamo ancora arrivati ai figli o ai parenti stretti, anche se dicono che l’arch. Magnani, assunto in Comune al tempo di Delrio, facesse parte dello stesso clan. Poi si accusano gli imprenditori privati di familismo !!