2/4/2019 – L’inverno asciutto segnato da precipitazioni dimezzate in Emilia Romagna (-40%, rispetto alle attese), che ha lasciato a secco fiumi, laghi e terreni e la scarsa neve sulle montagne, sta presentando il conto proprio ora che l’acqua diventa essenziale per l’irrigazione e per le operazioni di semina delle colture di stagione, come bietole e pomodori, e anche angurie e meloni.
«Sono oltre 2.100.000 i metri quadrati coltivati ad anguria nella nostra provincia – commenta il direttore Coldiretti di Reggio Emilia Assuero Zampini – di cui la metà è destinata all’anguria reggiana Igp e 1.800.000 i metri quadrati coltivati a meloni. Questi campi continuano ad essere spogli perché gli agricoltori non riescono ad iniziare le operazioni di semina a casa dello stato del terreno».
In un inverno con precipitazioni dimezzate anche l’arrivo della pioggia, attesa come manna dagli agricoltori, per essere di sollievo, deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, ” mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente, provocano danni – sottolinea Coldiretti – in quanto i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade con violenza e tende ad allontanarsi per scorrimento con gravi rischi per l’erosione del suolo”.
L’andamento anomalo di quest’anno conferma purtroppo i cambiamenti climatici in atto che si manifestano – continua l’associazione reggiana della terra – con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal maltempo alla siccità.
Uno sconvolgimento che impatta duramente anche sull’attività agricola. I foraggi, necessari per l’alimentazione delle bovine da latte per Parmigiano Reggiano Dop, hanno registrano molte difficoltà determinate dall’assenza di precipitazioni e le angurie, pronte per la semine in questi giorni, rischiano di essere decimate e di non essere pronte per il consumo estivo.
«La fienagione è completamente sfasata – commenta il direttore Zampini – La raccolta del mese di Maggio, il fieno del primo taglio, che è sempre stata quella più ricca e di migliore qualità, è seriamente a rischio nei territorio di montagna e della val d’Enza. Il fieno di queste zone è destinato totalmente all’alimentazione delle bovine da latte per Parmigiano Reggiano».
L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. Una nuova sfida per le imprese agricole che – sostiene la Coldiretti reggiana – devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.