26/3/2019 – Un altro caso di neonato morto per dissanguamento a seguito di una circoncisione fatta in casa, sul quale sono in corso da tempo le indagini della Squadra Mobile coordinata dalla Procura, è avvenuto a Reggio Emilia, in via Turri, ben prima della tragedia del bimbo ghanese di Scandiano spirato sabato notte al Sant’Orsola di Bologna.
Il caso, di cui parla oggi il Carlino Reggio, risale al mese di novembre e anche in questo caso è avvenuto in una famiglia ghanese: l’intervento era stato praticato da un “medicone” africano di Modena, ritenuto esperto in questo genere di interventi motivati da ragioni religiose, e per questo conosciuto a Modena e a Bologna. La famiglia aveva pagato 250 euro per la circoncisione fai-da-te: ora i genitori, sulla trentina (lui con un lavoro regolare, lei casalinga) sono indagati per omicidio colposo. “Da quel giorno siamo distrutti – hanno detto – Noi di quell’uomo ci fidavamo”.
E’ stata l’autopsia sul corpo del piccolo a certificare il decesso per dissanguamento. anche l’autore dell’intervento clandestino ora è indagato nell’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Iacopo Berardi.
Nel caso del bambino di Scandiano, invece, a praticare la circoncisione era stato il padre, un cristiano di 40 anni: l’intervento domestico, con lametta e disinfettante, era avvenuto venerdì mattina. Le complicazioni sarebbero insorte nel pomeriggio e il bimbo di 5 mesi è arrivato al Magati solo alla sera. E’ stato rianimato (il cuore aveva già cessato di battere) e elisoccorso è stato trasferito a Bologna, dove è morto nella notte di sabato. Il padre ha ammesso di aver circonciso gli altri due figli, uno in Ghana e il secondo a Scandiano. E ha aggiunto di aver chiesto per il più piccolo la circoncisione ai medici del Santa Maria Nuova, ma questi avrebbero risposto che l’intervento per motivi religiosi non era consentito.