di Pierluigi Ghiggini
10/3/2019 – La Pietra di Bismantova e il crinale dell’appennino reggiano-modenese continuano a riservare sorprese su sorprese ai cacciatori di fenomeni anomali che da anni scrutano e fotografano il cielo con risultati strabilianti, tanto che questa parte della nostra montagna si è affermata come uno dei luoghi più importanti al mondo per lo studio dei Fel, vale a dire i fenomeni luminosi che non hanno ancora una spiegazione univoca.
Quella che è nata una dozzina di anni fa come una passione per il mistero, si è trasformata in un’inedita indagine scientifica, che procede praticamente senza interruzioni e sulla converge un numero crescente di studiosi e specialisti.
E proprio dal fondatore del Project Uap Italia, Nicola Tosi, lo studioso che ha scoperto i Fel della Pietra, arrivano le immagini straordinarie di un fenomeno luminoso forse il più significati rilevato in questi anni. Le fotografie che pubblichiamo in esclusiva su concessione di Tosi, mostrano una traccia luminosa davvero potente «catturata» alcuni mesi fa, sempre nel nostro appennino. L’immagine risale ad ottobre, ma solo ora viene resa pubblica dopo aver passato il vaglio del gruppo di lavoro del Project Uap Italia e altri studiosi del settore.
Non si è ancora arrivati a una risposta univoca sull’origine del fenomeno: è stata valutata anche l’eventualità della caduta di un meteorite nell’atmosfera, un oggetto cosmico di grosse dimensioni a giudicare dalla traccia rilevata dall’obiettivo: sarebbe un’immagine, nel suo genere, assolutamente rara. Tuttavia Nicola Tosi tende a escludere l’ipotesi meteorite perché – afferma – «la traccia è nettissima, però molto breve, e la sequenza di immagini che siamo riusciti a scattare mostra che l’oggetto cambia rapidamente forma. Diciamo che questo oggetto luminoso è certamente di grande interesse, tuttavia non siamo ancora in condizioni di dare una risposta certa. Il cambiamento delle forma mi fa propendere ancora una volta verso il Fel: una «luce» anomala di eccezionali dimensioni, paragonabile a quelle della valle di Hessdalen, in Norvegia». Una «luce», peraltro, fra le poche rilevate nelle frequenze dello spettro visibile all’occhio umano.
Di immagini così, Nicola Tosi ne ha scattate migliaia nel corso degli anni, affrontando da solo l’impegno e le spese di une ricerca che invece dovrebbe vedere in prima fila ben altri enti, come avviene in Norvegia. Ciò che distingue la sua ricerca è l’aver compreso che i Fel si manifestano il più delle volte nello spettro non visibile, che riescono a confinare la loro energia anche per lunghi periodi di tempo e hanno temperature anche molto elevate.
Il lavoro del Project Uap Italia riceverà una svolta decisiva dalla nascita dell’osservatorio fisso che Tosi e i suoi collaboratori stanno allestendo sempre in Appennino, in una posizione che permette di scrutare il cielo in un orizzonte molto ampio. Presto sarà completato il montaggio della struttura, e le osservazioni potrebbero cominciare, una volta messa in rete la strumentazione, nei mesi estivi.
(DALLA VOCE DI REGGIO EMILIA)
Vengo
13/03/2019 alle 11:14
Parto subito.
Venitemi a prendere!
😉
Nico LaTina
13/03/2019 alle 12:31
ce stanno i Ufi i ufiii ve dico !!! mannaggement atté