di Nadia Vassallo , portavoce comitato Salviamo le Cicogne
19/3/2019 – Un nuovo modello di assistenza sanitaria sta prendendo piede cercando di far apparire normale ciò che non lo è per niente: l’uso dell’elisoccorso dedicato alle emergenze nei casi di gravidanza e parto.
Nella realtà non può essere normale che a mezzanotte un marito porti la moglie alla trentatreesima settimana a fare un controllo per delle contrazioni da Villa Minozzo giù a Reggio.
La normalità fino al 2017 era portarla a Castelnovo, evitandole il calvario dell’andirivieni stradale di due ore.
Il liquido che ha perso è forse colpa di questi spostamenti? Se fosse successo allora, la donna sarebbe stata visitata dal ginecologo presente h24 al Sant’Anna, eventualmente sarebbe stata trattenuta in reparto assistita dallo stesso medico e dalla presenza di ostetriche, chirurgo, rianimatore tutti h24, oltre al pediatra presente per immediata reperibilità.
Nel caso di intervento cesareo o parto spontaneo il prematuro avrebbe avuto l’assistenza del neonatologo di terapia intensiva allertato da Reggio e da lui poi sarebbe stato accompagnato con apposita culla termica nel reparto di Reggio.
Invece ora per far diagnosi si usa l’elisoccorso delle emergenze sanitarie. Assurdo! Questo non è normale, è una paranoia contro il buon senso che ci stanno imponendo a forza.
Non c’è protocollo che tenga quando esso va contro la deontologia medica, la minor difficoltà per l’assistito, e l’immediatezza dell’intervento quando l’emergenza lo richiede.
Le donne ed i bambini di montagna non sono protocolli e neanche colli per spedizionieri, hanno una loro dignità e hanno il diritto alla sicurezza uguale a quello delle donne di pianura.
Cosa aspetta la Regione a porre fine a questo strazio?