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Aprono alla città i Chiostri di S. Pietro, sconciati dal cassone di cemento: le iniziative nel week end

I Chiostri di San Pietro, il principale complesso monumentale del Rinascimento reggiano che si affaccia sulla via Emilia, a fianco della chiesa, riapre le porte alla città sabato 23 e domenica 24 (con replica nel weekend successivo) dopo intervento di recupero importante quanto discusso-
su progetto di Andrea e Maurizio Zamboni dello studio Zamboni associati architettura – che comunque restituisce a Reggio emilia uno dei luoghi pubblici di maggior interesse del centro storico.

Oltre ai restauri dell’ex monastero benedettino che sarà utilizzanto per eventi, mostre e spettacoli, nel perimetro del complessoè stato realizzato ex novo un corpo di fabbrica, sede del Laboratorio aperto urbano: è il cassone di cemento (il “Collaboratorio” progettato dall’ingegner Alberto Calza di Cairepro) , che si spinge sin sotto le mura cinquescentesce dell’antico monastero benedettino e che tante critiche ha attirato su di sè, a cominciare da quelle dell’architetto Franca Manenti Valli, principale studiosa dei Chiostri di San Pietro, che in diversi interventi ha letteralmente stroncato il progetto di recupero del Chiostri, contestando anche il conferimento dell’incarico in via diretta, senza concorso.

Il pubblico all’apertura dei Chiostri di San Pietro

Nella sua ultima lettera aperta al sindaco Luca Vecchi, Manenti Valli parla di “battaglia perduta”, di “progetto sconcertante”, di “amministrazione indifferente e impreparata che ha ignorato le rare opportunità offerte dal recupero dei Chiostri”, vi ha fatto convergere funzioni eterogenee, “ha pianificato cemento in un’area storicamente verde, ha uniformato in calcestre spazi cortilivi e claustrali, ha disatteso ogni pur minima aspirazione a un intervento di qualità”.

Il cassone del Collaboratorio, visto dall’ingresso Nord

Secondo il comune invece, da un lato i Chiostri di San Pietro sviluppano la propria vocazione ad essere polo culturale-espositivo e attrattivo di rilievo internazionale, dall’altro – con la nascita del Laboratorio urbano aperto -si proiettano nella contemporaneità dando vita a un luogo di partecipazione e confronto tra gli attori dei territori, in una logica di innovazione allargata e diffusa, che comprende l’Innovazione sociale e digitale, la partecipazione e la creatività.

Cosa sia il Laboratorio Urbano, che il comune definisce come “la ‘casa e la macchina’ dell’ecosistema locale dell’innovazione sociale e digitale”, è lasciato all’immaginazione dei reggiani. Di certo vi è che gestione dei Chiostri e del Laboratorio è stata affidata a una cordata di cooperative sociali riunite nei due consorzi Oscar Romero (Confcoop) e Quarantacinque (Legacoop).

Il Laboratorio Aperto, a ridosso dell’edificio cinquecentesco.

Dalla sua riapertura alcuni anni fa per iniziativa del Comune, l’antico complesso monastico ora è il centro di Fotografia Europea “e si configura quale attrattore ad altissimo potenziale e con considerevoli margini di sviluppo, grazie all’ampia dotazione degli spazi e alla posizione nodale nel centro storico, all’interno della rete degli “attrattori” culturali della città: Palazzo dei Musei, Chiostri di San Domenico, Palazzo da Mosto, Palazzo Magnani.

Il complesso monumentale, sotto la titolarità, la gestione e l’iniziativa del Comune, è destinato a spazi per eventi culturali temporanei, mostre e spettacoli e a spazi polifunzionali. E va arricchendosi, con il nuovo Laboratorio aperto urbano, di una nuova vocazione che ne conferma per l’oggi e il futuro la centralità secolare nella vita della città”. .

LE GIORNATE DI APERTURA E L’INSTALLAZIONE PERMANENTE – In occasione dell’apertura, domani, sabato 23 marzo e domenica 24 marzo (e nuovamente sabato 30 e domenica 31 marzo) i Chiostri saranno visitabili dalle 10 alle 19 con accesso libero per consentire alla città di ammirare questo spazio a lungo chiuso al pubblico e di partecipare alle iniziative in programma per le giornate inaugurali.

In particolare sarà possibile vedere l’installazione multimediale dedicata ai Chiostri e alla storia benedettina che accompagna il visitatore nei nuovi spazi restaurati e propone “un’immersione visiva” all’interno della storia dei Chiostri benedettini. L’installazione, che sarà permanente all’interno del complesso, sarà presentata domani (dalle 10 alle 12.30) con visita guidata dai curatori Carlo Baja Guarienti e Roberto Marcuccio.

Chiostri di San Pietro, la passerella per i disabili

L’INTERVENTO – L’intervento di restauro, recupero e rifunzionalizzazione dei Chiostri, di proprietà comunale, ha comportato il restauro del complesso monumentale al piano rialzato e in parte del piano terra; la ristrutturazione dell’ex scuderia settecentesca; la realizzazione di un nuovo corpo di fabbrica al posto dei corpi di servizio di minore valore; la riqualificazione delle aree cortilive esterne; il restauro delle facciate della ex casema Taddei.

Il progetto di restauro e recupero funzionale ha messo questi spazi nelle condizioni di essere attivi e fruibili per tutto l’anno e di ospitare attività permanenti sia di carattere culturale che di innovazione tecnologica e sociale, come previsto dal programma regionale di finanziamento che ha sostenuto questo progetto. L’intervento è stato occasione per ripensare anche i percorsi di accesso e superare le barriere architettoniche.

I DUE CHIOSTRI – L’edificio antico, destinato a spazi per eventi culturali temporanei, mostre e spettacoli e a spazi polifunzionali, è stato dotato, nelle parti recuperate, di impiantistica e nuovi infissi, che ne consentono la fruibilità anche nel periodo freddo. Per rispettare il più possibile la storia del luogo, i ventilconvettori installati sono caratterizzati da uno stile che li rende più simili a mobilio che a dotazione tecnologica e sonorealizzati in ottone brunito, così come le porte, che in questo modo presentano un effetto invecchiato consono all’insieme in cui si trovano.

Nei due chiostri le pavimentazioni sono state realizzate ex novo con pianelle in cotto fatte a mano e stuccature a calce con cocciopesto, secondo tecniche antiche atte a ricreare lo spirito della pavimentazione preesistente (chiostro grande, stanze espositive, sala delle colonne, bookshop e nella biglietteria). Nel chiostro piccolo sono invece state colmate le lacune esistenti con la posa di pianelle di recupero, secondo un approccio filologico.

Il piano terra è stato destinato ad ospitare il blocco dei servizi igienici e degli spogliatoi (funzionali agli eventi temporanei) e i locali tecnici. L’accesso avviene attraverso un nuovo ascensore e da un accesso a livello del cortile.

Nei chiostri piccolo e grande è stata adottata un’illuminazione a stripled a scomparsa sulle cornici, che garantisce una luce calda e diffusa senza che venga evidenziata direttamente la fonte luminosa. L’intervento ha compreso anche il restauro dell’antico pozzo al centro del chiostro piccolo.

L’EX SCUDERIA – La palazzina settecentesca, che si trova sul lato est in posizione arretrata rispetto alla Via Emilia e che un tempo era destinata a scuderia, è stata ristrutturata con un approccio “di minima” teso a valorizzare, seppure nella sua semplicità, il manufatto esistente senza apportarvi modifiche sostanziali che ne avrebbero potuto snaturare la configurazione. L’intervento ha comportato la revisione ai piani terra e primo della suddivisione degli spazi con la demolizione di pareti divisorie, il rifacimento delle finiture e degli impianti, il consolidamento statico di murature e coperture. L’edificio si trova in continutià con il nuovo laboratorio aperto e ne costituisce un’estensione altrettanto destinata a ospitare spazi di innovazione.

LE AREE CORTILIVE E I NUOVI ACCESSI – Le aree cortilive sono ora concepite come un nuovo spazio pubblico, “permeabile” alla città in ogni giorno della settimana, e attrezzato a giardino aperto al pubblico passaggio in determinati orari, con distese all’aperto, sedute e vegetazione ombreggiante.

Il tracciato, che attraversando le aree cortilive da nord a sud collega via Emilia San Pietro a viale Monte San Michele, sarà infatti percorribile negli orari di apertura dei Chiostri, permettendo così la creazione di nuove connessioni all’interno della città.

Negli spazi all’aperto sono stati piantumati 12 platani adulti, mentre alcuni muri perimetrali sono dotati di verde ‘verticale’. Sono state inoltre installate sedute e corpi illuminanti in sospensione nella zona prospiciente il laboratorio e lanterne su palo o a muro nel cortile di ingresso, secondo un disegno contemporaneo che rimanda tuttavia a elementi visivamente consolidati nella tradizione. La pavimentazione è di tipo calcestre con miscela di frantumato di cava con coloritura chiara e stabilizzato a base terrosa, un materiale completamente naturale, drenante ma resistente anche in caso di accesso dei mezzi di sicurezza.

IL NUOVO CORPO DI FABBRICA/LABORATORIO APERTO URBANO – Nelle vicinanze del corpo monumentale sorge il Laboratorio Aperto Urbano, edificio di nuova costruzione, pensato per ospitare, in modo coerente e funzionale, attività di innovazione. Il nuovo edificio è stato realizzato in sostituzione di superfetazioni precedenti prive di qualsiasi valore storico-testimonale, “ricalcandone” tuttavia il sedime e il volume senza dunque determinare un eccessivo impatto volumetrico rispetto al contesto storico.

Gli spazi nuovi sono stati concepiti per essere flessibili e modulari e per questo in grado di conformarsi a progressive esigenze e diverse attività. Inoltre rispondono a una duplice funzione: quella privata, ad uso esclusivo di coloro che useranno lo spazio laboratoriale per lavorare, e quella pubblica, nell’ambito della quale favorire momenti di interazione e processi di contaminazione multidisciplinare.

Nel nuovo fabbricato sono stati prescelti materiali contemporanei e naturali impiegati secondo una logica compositiva sobria e minimale: listellature in legno di iroko, pavimenti in calcestruzzo industriale, compensato marino in okumé in parapetti e pannellature interne. Pannelli in policarbonato e controsoffitti garantiscono prestazioni altamente performanti dal punto di vista acustico e termico.

Il nuovo corpo di fabbrica prevede: uno spazio di co-working e di lavoro collaborativo; tre spazi labspace da dedicare alla sperimentazione di tecnologie e software, al lavoro collaborativo; tre spazi di riunioni e meeting, uno spazio per momenti di aggregazione e assembleari; una caffetteriaaperta al pubblico.

Al nuovo corpo di fabbrica è connessa la palazzina settecentesca delle ex Scuderie (nelle sue diverse destinazioni nei secoli, l’area è stata anche caserma dell’esercito), restaurata e ora parte delle dotazioni del Laboratorio Aperto Urbano.

La sede del Laboratorio si estende complessivamente (edificio contemporaneo e palazzina settecentesca) su una superficie circa mille metri quadrati.

RISORSE – L’intervento è stato possibile grazie a un finanziamento della Regione Emilia Romagna di 3 milioni di euro e a un finanziamento comunale pari a 1,2 milioni di euro.

In particolare, per riqualificazione e restauro il finanziamento è stato di 2,7 milioni di euro; per la realizzazione del Laboratorio aperto urbano di 1,2 milioni di euro. Infine, circa 300mila euro sono finanziati per la promozione del complesso e delle sue attività.

Questo il programma degli appuntamenti:

SABATO 23 MARZO

10.30 Apertura del Laboratorio aperto urbano, con interventi delle autorità

11.00 Apertura dei Chiostri di San Pietro e dell’installazione multimediale dedicata ai Chiostri e alla storia benedettina.

Presentazione dell’installazione multimediale sui Chiostri Benedettini a cura di Carlo Baja Guarienti e Roberto Marcuccio

Esibizione dell’Istituto superiore di studi musicali Peri-Merulo

Presentazione della piattaforma virtuale “Co-L-La” a cura degli studenti del liceo scientifico Moro

12.00 Local Innovation hackathon

Maratona di programmatori, sviluppatori, esperti e operatori della programmazione e del web dedicata all’innovazione sociale e alle reti territoriali.

15.00 Onefest

Vetrina di progetti legati al mondo della tecnologia, dell’informatica e dell’elettronica, sviluppati e realizzati da studenti e appassionati che si presentano al territorio.

DOMENICA 24 MARZO

10-12.30 ‘I benedettini e la diffusione della cultura in Europa

Presentazione dell’installazione multimediale che accompagna il visitatore nei nuovi spazi restaurati e propone “un’immersione visiva” all’interno della storia dei Chiostri benedettini. Intervengono Carlo Baja Guarienti e Roberto MarcuccioLuigi Grasselli dell’Università di Modena e Reggio,Andrea Zamboni di Zamboni associati architettura, progettista architettonico e direttore dei lavori del progetto di restauro

15.00 Local Innovation hackathon

Presentazione degli esiti della maratona di programmatori e premiazioni

18 Hurricane start – #Ampiès

Evento dedicato a valorizzare e fa conoscere alcune start up reggiane come La Papilla Brilla (progetto “Food Immersion”), Buyhoop (attività in centro storico), Zdora (progetto “Save the Caplèt”), centro sociale “Coviolo in Festa” (Coviolo Wireless)

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