6/3/2019 -Ha assunto dimensioni sino a poco tempo fa imprevedibili lo scandalo dei diamanti piazzati agli sportelli di cinque grandi banche, a prezzi largamente superiori a quello del valore effettivo delle pietre. Reggio Emilia si conferma come l’epicentro della truffa: non solo perchè l’amministratore delegato della società Intermarketing Business Diamond era il reggiano Claudio Giacobazzi, trovato morto nel maggio scorso nella camera di un hotel vicino al casello autostradale, ma perchè i reggiani rimasti invischiati nella rete sono moltissimi: almeno mille solo quelli assistiti da Federconsumatori Reggio, al punto che l’associazione ha annunciato che ha impegnato i proprio legali tutti i giorni, anche i sabati e le domeniche, per garantire l’assistenza ai truffati. Non vi sono soltanto investitori milionari, come Vasco Rossi che ha impegnato 2 milioni e mezzo nell’affare, ma soprattutto persone che hanno messo in diamanti risparmi per qualche decina di migliaia di euro.
E’ noto che la procura di Milano, mentre il Tribunale ha dichiarato in gennaio il fallimento della Ibd, ha dato una svolta alle indagini con sequestri per settecento milioni di euro e numerosi indagati tra cui il direttore generale di Banco Bpm (l’istituto maggiormente coinvolto nell’affare) e altri due dirigenti, tutti al momento sospesi dal servizio.
In proposito, l’associazione di via Bismantova torna a rassicurare i propri assistiti sulla possibilità di ottenere senza “inciampi” la restituzione dei loro diamanti in deposito alla Idb.
“Dopo il colloquio con il curatore della settimana scorsa sui diamanti intendiamo rassicurare ulteriormente i nostri assistiti e confermare con ulteriore forza la situazione che già avevamo delineato – scrive l’associazione già guidata da Giovanni Trisolini, e ora da Rino Soragni – Anzitutto la data dell’8 marzo è un termine relativo unicamente alle insinuazioni al passivo fallimentare. Anche la curatrice si è stupita delle informazioni errate o incomplete che in questi giorni si stanno sentendo da più voci”.
Le istanze di restituzione delle pietre (ex art. 87 bis L.F.) non sono in alcun modo influenzate dal termine dell’8 marzo e neppure dall’udienza dell’8 aprile”. Circa il sequestro, la curatrice Maria Grazia Giampieretti “ha confermato che la Procura ha già preso atto del fatto che molte pietre non appartengano ai soggetti sottoposti a indagine e sequestro e quindi provvederà essa stessa a chiedere l’eventuale dissequestro”.
Di conseguenza “non esistono scadenze imminenti per la restituzione delle pietre e che da questa settimana i nostri legali avvieranno ricevimenti 7 giorni su 7, compresi sabati e domeniche per ricevere le circa mille persone che hanno chiesto il nostro intervento e la nostra assistenza in questi giorni”.