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Un “signor” ospedale, ma il diritto alla salute è sempre più a pagamento
Rubertelli:”E una pletora di dirigenti intasa i corridoi”

di Cinzia Rubertelli*

Con grande enfasi il sindaco Luca Vecchi e l’ex presidente della Provincia Giammaria Manghi hanno assistito alla presentazione, da parte dei vertici sanitari, del nuovo Pal (Piano attuativo locale), che vede Reggio sempre più centrale, anche a scapito degli ospedali periferici.

 Nessuno può negare il salto scientifico e tecnologico dell’ospedale reggiano, ma è inevitabile non notare che il diritto alla salute è sempre di più un diritto a pagamento. I tempi di attesa per le visite, gli esami strumentali e gli interventi sono molto lunghi, mesi nella migliore delle ipotesi e di pochi giorni nei casi a pagamento. Così come le attese al Pronto soccorso sono interminabili e snervanti: ora, o si lavora sui filtri territoriali o si potenzia il Pronto soccorso, specie se lo si tiene aperto a tutti, immigrati clandestini compresi, che lì si affollano, non avendo altro punto di riferimento.

 Per non parlare delle difficoltà di veder ricoverato un paziente, specie se anziano, per la politica regionale sostenuta dai sindaci reggiani di risparmiare sui posti letto, anziché tagliare la pletora di dirigenti amministrativi o medici, che intasano i corridoi di via Amendola e non solo, con stipendi elevati, “galloni da alti ufficiali” e funzioni indefinite.

Occorre rafforzare il fronte dove si curano le persone, recuperando risorse dalla riduzione del personale e dei dirigenti degli uffici, anche perché lì si annida il rischio delle assunzioni clientelari, visto che spesso il merito è un optional. Un diritto come quello alla salute ha valore se lo si può esercitare, altrimenti diventa un privilegio. Non si può dire ai cittadini reggiani che se prendono una multa debbono pagarla subito e se, invece, vogliono esercitare un diritto di mettersi inlista d’attesa.

*Capo Gruppo Consigliare Alleanza Civica per Reggio Emilia 

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Una risposta a 1

  1. Bonicelli Beppino.. Rispondi

    28/02/2019 alle 12:47

    In un paese civile quale ritiene di essere l’italia,non ci dovrebbe essere bisogno di9 ricirrere a certi sistemi per potere essere curati,essendo il diritto alla salute,no un privilegio per pochi,ma un diritto di tutti,sembra invece che si stia andando sempre di piu verso il sistema,se hai soldi ti curi,altrimenbti aspetti il tuo turno,che no si sa quando arriverè,a volte anche dopo che il paziente se ne è già andato all’altro mondo,questa no è ne giustizia ne democrazia,mnaq purtroppo per noi poveri è la cruda realtà alla quale andiamo incontro ogni giorno,e con la quale dobbiamo fare i conti.
    Speriamo sempre che le cose migilorino,ma per ora non vedo grandi migioramenti,speriamo bene per il futuro,se riusciremo a sopèravvivere..

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