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“Gravi difficoltà e sofferte relazioni”: perchè il vescovo ha commissariato le Case della Carità

di Pierluigi Ghiggini

Con la nomina di monsignor Luciano Monari (vescovo emerito di Brescia, biblista insigne e noto predicatore) quale Visitatore Canonico delle Case della Carità, il vescovo Massimo Camisasca ha di fatto commissariato sino al capitolo generale del 2020 il principale istituto religioso della Diocesi di Reggio Emilia.
La nomina avvenuta con decreto del 6 febbraio è stata notificata lo stesso giorno al Superiore generale don Filippo Capotorto, alla Superiora delle Carmelitane Minori della Carità suor Ines Talignani, e a don Romano Zanni, superiore dei Fratelli della Carità.
La Congregazione Mariana delle Case della Carità, fondata a Fontanaluccia nel 1941 da don Mario Prandi e riconosciuta nel febbraio 1956 dall’ultimo vescovo principe Beniamino Socche, è un istituto di consacrati, sacerdoti e suore, ma aperto a tutti i battezzati. Nel tempo la semina di don Prandi ha dato grandi frutti per la Chiesa, con 27 Case della Carità in Italia, quasi tutte in Emilia-Romagna (e una quindicina tra Reggio e Modena), 15 case in Madagascar, cinque in India e altre in Brasile e Albania.

Monsignor Luciano Monari, vescovo emerito di Brescia
Il vescovo Massimo Camisasca


Tuttavia oggi la Congregazione – scrive monsignor Camisasca in una lettera resa nota nei giorni scorsi – attraversa «gravi difficoltà», e a quanto pare non solo di tipo economico e di vocazioni. Difficoltà che hanno indotto il vescovo a nominare un Visitatore del prestigio di don Monari, tornato a vivere a Sassuolo dopo le dimissioni rassegnate per limiti di età.
La natura di tali difficoltà è secretata ai piani alti della Chiesa reggiana, tuttavia le parole di Camisasca sono non lasciano dubbi.
«Ho potuto osservare con attenzione come avete affrontato uno sviluppo storico-ecclesiale complesso e articolato che, assieme alle preminenti positivigtà, mi ha fatto anche rilevare degli aspetti che devono essere approfonditi e chiariti – scrive il vescovo nella lettera indirizzata alla Congregazione – Penso in particolare a: la vita e la natura canonica della Congregazione, la formazione, la lettura del carisma, le condizioni di vita spirituale e di servizi verso gli ospiti delle Case e i più poveri, le prospettive che si aprono per il futuro, le sofferte relazioni fra alcuni membri della Famiglia delle Case della Carità che hanno portato anche a situazioni di grave difficoltà».

Don Mario Prandi con Gigine a Tongarivo,in Madagascar


Cosa è accaduto da suscitare tanto allarme? Sui fatti è calata una fitta nebbia protettiva (del resto siamo nella città di San Prospero…), nondimeno le parole del vescovo definiscono i contorni di un intervento d’urgenza prima che sia troppo tardi, e giustificano chi parla di «commissariamento». Tuttavia il Visitatore Monari, da parte sua, ha voluto rassicurare la Congregazione riconoscendo di avere «un debito grande nei confronti delle Case della Carità» e definendo la sua visita come «occasione per lodare insieme il Signore, incoraggiare, consolare, rafforzare nella perseveranza, discernere, correggere quello che va migliorato».
Di certo, a monsignor Camisasca è necessaria molta forza fisica e interiore per affrontare la crisi in cui si dibatte anche la Chiesa reggiana, crisi non soltanto economico-finanziaria (come attestano le vendite in corso di edifici prestigiosi), ma che arriva a investire le stesse fondamenta della casa cattolica.
Le grane da sbrogliare, detta in poche parole, sono parecchie.
Intanto il vescovo ha inviato una reprimenda a tutti i parroci – il testo lo ha pubblicato La Libertà con grande risalto – per bloccare gli esperimenti liturgici di alcuni officianti che arrivano a stravolgere il senso e il significato stesso della Messa.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è quanto accaduto in una chiesa il giorno di Capodanno: il celebrante “stanco” ha fatto leggere il Canone della Consacrazione a un laico, e segnatamente a una donna. Cosa che in sè rende «invalida» la celebrazione: un fatto molto grave, dal punto di vista ecclesiale.
«Desidero che il popolo cristiano non sia mai confuso e disorientato nella sua fede. e’ una grave responsabilità che tutti abbiamo e di cui dovremo, io per primo, rispondere a Dio». Sembra che sul banco degli accusati sia finito uno dei preti più in vista del vicariato urbano, ma l’ammonimento vale per tutti.
Non mancano inoltre casi personali assai delicati a moltiplicare i pensieri di Camisasca: come quello di un sacerdote del centro storico che ha mollato tutto per trasferirsi a Madrid con la fidanzata. E non sarebbe l’unico.
In questo groviglio, comunque, il vescovo teologo e scrittore trova anche il tempo di tessere la tela del nuovo partito cattolico in salsa reggiana: la presentazione del suo ultimo libro insieme a Romano Prodi, all’aula magna di viale Allegri, si è caratterizzato come un raduno di vecchi e nuovi democristiani che non vedono l’ora di scendere in campo. E’ in cantiere una lista cattolica dalla forte presenza ciellina, in grado perciò di rastrellare voti nelle parrocchie, a sostegno di Luca Vecchi. Ma se l’impresa dovesse impraticabile, i nuovi Dc sarebbero pronti a entrare nella lista SvoltaRe promossa da Roberto Rabitti, vedovo della compianta Vanda Giampaoli. Ne sapremo qualcosa di più sabato, all’assemblea in programma al centro Malaguzzi. Ma già a un aperitivo propedeutico organizzato da Rabitti sono stati visti, col direttore di Ifoa Lonardoni anche esponenti del movimento Familiaris Consortio.

(DALLA VOCE DI REGGIO EMILIA)

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4 risposte a “Gravi difficoltà e sofferte relazioni”: perchè il vescovo ha commissariato le Case della Carità

  1. janvier Rispondi

    17/02/2019 alle 05:05

    La Chiesa entra quindi decisamente nella politica. E’ una vecchia storia di potere che risale al Medio Evo. Quindi si torna indietro, con i rischi conseguenti di spaccature. Cioè i cattolici sarebbero anche una casta politica ! Con i rischi conseguenti ai partiti: se perdono perde anche la Chiesa. Anziché quindi unire, stando distaccata dal potere, si vuole entrare decisamente condizionando la società. A Reggio si sta avvertendo questa infiltrazione: mentre calano i cattolici che frequentano le chiese ed i preti, dall’altra il partito Chiesa entra nella politica, specie in Italia, condizionando la sua giustamente sofferta evoluzione. E’ sicuramente il colpo di grazia per la fine della Chiesa cattolica, perché i cittadini si ribelleranno, non accettando questa ingerenza.

  2. josuè Rispondi

    17/02/2019 alle 05:15

    In tal caso, se la Chiesa entra nel potere politico, occorrerà ridiscutere anche i Patti Lateranensi ed in particolare i quattrini e lo 0,50 che , anche se non destinato dai cittadini alla Chiesa, va comunque alla stessa per la furbata normativa per le dichiarazioni dei redditi.

  3. Alberto Decadri Rispondi

    14/09/2019 alle 15:00

    Buongiorno, mi chiamo Alberto Decadri e sono cugino di Suor Cristina Cavalletti , so che e’ stata al seguito di Don Luciano Monari, mi piacerebbe risentirla, grazie. Cavalletti nata a Rolo e poi n, trasferitasi a Correggio.
    Vi chiedo una cortesia, sapendo da amici di Correggio che ha seguito Don Luciano Mo ari, magari riesco a ritrovarla

    Cordiali Saluti
    Alberto Decadri
    3334445186

  4. considerazione Rispondi

    23/01/2020 alle 21:56

    Che si occupi monari di questa complessa vicenda la dice lunga sull’incapacità degli alti prelati del posto di affrontare I problemi. Sono certo che sarà un clamoroso fallimento, come estremamente fallimentare è stata l’esperienza di vescovo a brescia. Incapace di cogliere e capire I problemi, campato in aria come non mai, timoroso di non scontentare I suoi preti, anche davanti all’evidenza della gente (sempre più lontana dalla chiesa anche per colpa sua). Abbiamo tirato un sospiro di sollievo quando finalmente ha lasciato brescia.

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