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Parmigiano Reggiano: verso maxi aumento di stipendio per il presidente
Fallisce nuovo tentativo di far fuori il direttore Deserti
Al Consorzio l’indipendenza non è più una virtù?

di Gabriele Corsi

23/2/2019 -Martedì mattina al mercato a Reggio tra i vari presidenti di caseifici si diceva che, con il prezzo all’ingrosso record di 11,60 euro del parmigiano 12 mesi, forse è meglio un presidente del Consorzio fortunato di uno bravo, tra l’altro pure Napoleone usava dire «preferisco un generale fortunato piuttosto che uno bravo».
A oggi le uniche azioni compiute “direttamente” dal Presidente Bertinelli sono la nuova e più costosa di sempre campagna pubblicitaria, ma che non “buca” – nessuno ricorda i 5 o 6 spot – e la proposta di sostituire il direttore Deserti, nell’ottobre 2018 e reiterata in questo febbraio 2019, vale a dre pochi giorni fa: fortunatamente per il Consorzio le proposte sono state sempre bocciate.
A essere di gran lunga più commentate da allevatori e casari, questa settimana, sono le decisioni assunte dall’esecutivo di lunedì del consorzio Parmigiano Reggiano
All’ordine del giorno di lunedì i 2 punti più importanti erano:
1) la sostituzione (cacciata) del direttore dott. Riccardo Deserti, come abbiamo già accennato;
2) l’adeguamento degli emolumenti ai consiglieri e vertici del consorzio (gettoni, compensi ai vicepresidenti e al presidente).
Durante l’esecutivo dei primi di febbraio a sorpresa il Presidente e il suo fido sostenitore, il parmense Bonatti (consigliere e presidente sezione di Parma, socio Coldiretti e socio Confcoop) ripropongono (ci riprovano) in modo molto deciso la sostituzione di Deserti.
La “cacciata” del direttore del consorzio di via Kennedy sta diventando un “tormentone”. Il trio Bertinelli, Bonatti, Braghin anche il 17 ottobre del 2018 aveva proposto al direttore di dimettersi per agevolare (senza passare dal consiglio) la sua sostituzione.
Ovviamente della ipotesi «cacciata mascherata» alquanto bislacca non se ne fece nulla anche se forti furono i malumori, l’imbarazzo e le tensioni tra tutti gli attori della filiera del formaggio Dop più famoso al mondo. Ma ai primi di febbraio con la sorpresa della maggioranza dei membri dell’esecutivo e dopo una “vivace e sofferta” discussione di oltre 4 ore la riunione si è risolta con l’incarico al dott. Marco Brozzi responsabile (dal giugno 2018) delle risorse umane del consorzio, di tornare dopo 15 giorni con le valutazioni/misurazioni del direttore Deserti e del vicedirettore Casaccio.
E dunque Lunedì 18 febbraio il Brozzi torna in esecutivo e informa che le valutazioni su Deserti sono molto positive, mentre per il parmense Filippo Casaccio non sono positive.
Dopo una pacata discussione, il duo Bertinelli/Bonatti risulta perdente per la seconda volta (questa volta si è sfilato Braghin in quota Lega Modena) e l’esecutivo decide «convintamente» di confermare il Deserti perché è un ottimo direttore per capacità, conoscenze e competenze (forse il migliore sulla piazza); e perché non è “targato”, non è in quota ad alcuna associazione agricola e/o cooperativa, offrendo così solide garanzie di indipendenza a tutti gli attori della filiera.
Ricordiamo che il Parmigiano è ancora il più famoso formaggio Dop e l’unica maglia che deve indossare il direttore del consorzio è quella bianca (color latte da foraggio). La stessa unica maglia dovrebbero indossarla sia il presidente Bertinelli (al posto di quelle gialle Coldiretti di presidente di Parma, di regione ER e di vicepresidente nazionale) sia il vicepresidente vicario il modenese Garagnani (al posto di quella Confagricoltura quale presidente regionale Emilia Romagna) e prendere esempio dagli altri due vicepresidenti del consorzio, il mantovano Frignani e il reggiano Scalabrini che sono semplici soci Coldiretti. Per ora resta sospesa la decisione su Casaccio, anche se la maggioranza sembra orientata a chiudere, se possibile consensualmente, il rapporto.
A opporsi tuttavia è il presidente, forse in umana difficoltà, perché sodale di Filippo durante le notti festose, dopo una giornata di lavoro o studio, quando la movida parmense “tirava”.
E passiamo alla ghiotta vicenda degli emolumenti.
L’esecutivo intende proporre il seguente adeguamento dei compensi al consiglio consortile (poi dovrà approvarli l’assemblea dei soci):

Nicola Bertinelli
Riccardo Deserti, direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano
  • Per i 28 consiglieri la proposta è di raddoppiare il gettone di presenza e di partecipazione alle riunioni istituzionali, dagli attuali da 100 a 200 euro (+100%), dopo che il gettone era già stato aumentato nel 2018 da 75 a 100 euro;
  • Per i 5 presidenti di sezione provinciale il compenso annuale passerebbe da 5mila a 15mila euro (+10mila euro, +200%);
  • Per i 3 vicepresidenti si propone un balzo del compenso annuale dagli attuali 15 mila a 40 mila euro (+25mila euro, +167%);
  • Per il presidente il compenso annuale dovrebbe passare di colpo da 25mila a 90mila euro (+65mila euro,+260%).
    E’ il caso di ricordare che quando il presidente Bezzi nel 2016-2017 propose di aumentare il proprio compenso da 25mila a 50mila euro, fu sonoramente criticato, soprattutto dai futuri “Caseifici Liberi”, e la sua proposta bocciata.
    In ogni caso chiamarlo “adeguamento” è una presa in giro. Si tratta di incrementi davvero notevoli, giustificabili solo se il Presidente e i vicepresidenti, ovviamente da valere per quelli futuri, hanno solo la carica del Consorzio, e rinunciano ad contemporaneamente altre cariche – presidenti, vice presidenti, membri di giunta e o equivalenti di livelli regionali, nazionali e extranazional i- in associazioni, partiti, ecc…cariche elettive: sindaco, consigliere regionale, parlamentare, assessore, ministro.
    Forse gli eventuali “paletti” sulle incompatibilità dei vertici apicali ed altre modifiche statutarie saranno già in discussione nell’Assemblea Straordinaria a Parma il 3 aprile con altre “lievi”modifiche al disciplinare.
    Si sprecano le battute, sarcastiche e amare, nel mondo del Parmigiano Reggiano.
  • (DALLA VOCE DI REGGIO EMILIA)

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