30/1/2019 – “Ci risiamo: invece di pensare agli italiani in difficoltà, le amministrazioni Pd preferiscono pensare ai sedicenti profughi. E questa volta ad essere danneggiati sono addirittura i disabili: a Reggio Emilia ben oltre la metà (69%) dei tirocini formativi dedicati ai portatori di handicap e alle persone in difficoltà ,sono stati assegnati ai richiedenti asilo”. I quali non sono disabili, ma per lo più ragazzi ben piantati, atletici (fanno anche i vigilantes nei concerti) e di viva intelligenza.
Dura denuncia del consigliere leghista Gabriele Delmonte sui dati forniti dalla Regione Emilia Romagna relativamente al numero di persone prese in carico dai servizi sociali e sanitari (Comuni, Aziende Sanitarie, Aziende Servizi alla Persona eccetera) che hanno usufruito di tirocini di tipologia C nel corso del 2018.
“E’ l’ennesima discriminazione al contrario, che solo con la Lega alla guida delle istituzioni potrà finalmente interrompersi – afferma Delmonte – Parliamo di percorsi di formazione o inserimento al lavoro dedicati a persone con disabilità o condizione di svantaggio, ai quali sono sono stati aggiunti come possibili utenti anche i richiedenti asilo o titolari di protezione internazionale”.
“Il risultato è sotto gli occhi di tutti: a livello regionale su 3631 tirocini assegnati, ben 1758 sono andati ai richiedenti asilo o titolari di protezione internazionale, significa che il 48,4% delle risorse regionali riservate all’inserimento al lavoro di questo genere per le fasce deboli sono state utilizzate per profughi o sedicenti tali”, spiega ancora Del Monte .
A Reggio Emilia la situazione “è di gran lunga peggiore: su 606 percorsi avviati ben 418 (ovvero il 69% del totale) sono stati dedicati agli immigrati sbarcati sulle nostre coste, mentre solo 135 sono andati ai disabili – spiega ancora l’esponente del Carroccio – e questo nonostante la grave emergenza lavorativa che, da anni, riguarda i portatori di handicap, a livello nazionale, da sempre discriminati in ambito lavorativo nonostante le leggi che dovrebbero tutelarl”.
Per il consigliere regionale di Montecchio “la cosa assurda è che in questo modo si continuano a favorire i percorsi di avviamento al lavoro di persone che, il più delle volte non hanno nemmeno ottenuto lo status di rifugiato e che sono in Italia solo temporaneamente”, e consumando risorse che dovrebbero essere invece dedicate a residenti e giovani disabili che avrebbero un vero bisogno di un sostegno per avviare un percorso di vita e indipendenza”.
Considerato il fatto che “si parla di tirocini che prevedono un sia pur minimo rimborso spese e che dunque potrebbero contribuire anche se in minima parte al percorso di autonomia a cui aspirano tanti portatori di handicap conclude Del Monte – disumano il fatto che in questo frangente specifico ad essere danneggiati e beffati siano le categorie più deboli della nostra società, i meno fortunati che, anziché essere sostenuti come prevede il principio di uguaglianza sostanziale sancito dal dettato costituzionale all’articolo 3, oggi vengono emarginati proprio dalle loro istituzioni regionali. Se non è razzismo al contrario questo…”.
umberto
30/01/2019 alle 14:39
Roba da matti !