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Preghiere per i morti dei naufragi, carità per i profughi: appello del vescovo Camisasca Un minuto di silenzio alla presentazione del suo libro

22/1/2019 – I migranti in fuga dall’Africa sono “un’immagine del nostro tempo” e a loro “dobbiamo offrire la roccia della nostra fede e della nostra carità, e la speranza di poter costruire assieme una nuova pagina”.

Lo afferma il vescovo di Reggio Emilia Massimo Camisasca che dedichera’ al ricordo delle vittime dei naufragi nel Mediterraneo ha deciso di dedicare il rosario che, come ogni mese, reciterà domani alle 20 nella cappella della sua casa “con tutti coloro che vorranno pregare con me”.

Camisasca invita inoltre “tutta la Diocesi a unirsi alla mia preghiera, cosi’ come i giovani che si incontreranno sabato in Cattedrale in occasione della giornata mondiale della gioventù”. Infine il vescovo annuncia che un minuto di silenzio “per le vite disperate dei nostri fratelli finiti in fondo al Mediterraneo” precederà la presentazione del suo ultimo libro, con Romano Prodi, all’aula magna di Unimore a Reggio Emilia . Le tragedie che si sono consumate in questi giorni, secondo il vescovo, “ci devono portare a una riflessione senza scusanti verso i trafficanti di vite umane e nello stesso tempo ci devono far riflettere sulla vicenda di queste persone che, consapevoli o no di cosa potrebbe attenderle, sfidano ogni rischio in nome di un futuro diverso, ricercato oltre ogni speranza”.

Camisasca si schiera dunque con Papa Francesco e col cardinal Zuppi, senza tentennamenti, per l’accoglienza degli africani in fuga dalle loro terre, pur con un distinguo importante per “una riflessione senza scusanti” sulle entità sovranazionali che pianificano, alimentano, finanziano, organizzano e gestiscono il traffico di vite umane nel Mediterraneo.

Il vescovo Massimo Camisasca

Ecco il comunicato integrale del vescovo Camisasca

Le vite disperate dei nostri fratelli finiti in fondo al Mediterraneo durante questi giorni mi hanno profondamente segnato. Ad essi voglio dedicare un momento di silenzio all’inizio della presentazione del mio libro che avverrà questa sera, ma soprattutto il rosario che, come ogni mese, reciterò domani alle ore 20.00 nella cappella della mia casa con tutti coloro che vorranno pregare con me.

Invito tutta la Diocesi a unirsi alla mia preghiera, così come inviterò i giovani che si incontreranno sabato in Cattedrale in occasione della GMG a ricordare le vittime dei naufragi.

In questi giorni dedicati alla memoria, mi è tornato alla mente il libro di Primo Levi, “Se questo è un uomo”, e la lettura che egli fa del canto di Ulisse della Commedia di Dante, nel terribile contesto del lager nazista. In fin che il mar fu sopra noi richiuso: così conclude Dante.

Coloro che fuggono dall’Africa ci devono portare a una riflessione senza scusanti verso i trafficanti di vite umane. Nello stesso tempo ci devono far riflettere sulla vicenda di queste persone che, consapevoli o no di cosa potrebbe attenderle, sfidano ogni rischio in nome di un futuro diverso, ricercato oltre ogni speranza. Esse diventano così un’immagine del nostro tempo. Ad esse dobbiamo offrire la roccia della nostra fede e della nostra carità, e la speranza di poter costruire assieme una nuova pagina”. + Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia-Guastalla

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Una risposta a 1

  1. carlo baldi Rispondi

    24/01/2019 alle 04:30

    Più che fede e carità dobbiamo organizzarci meglio a tutti gli effetti ; solo così potremo ospitare ed aiutare i fratelli africani. Dovremo anche adoprarci perché l’Europa(cominciamo noi) predisponga un vero piano per l’Africa, più o meno come il Marshal, per aiutarli a crescere economicamente ed in pace, rispettando anche le loro tradizioni, culture e religioni( Chi fornisce le armi ?) Ho visitato diversi territori africani e hanno sete di scuole , di istruzione e di iniziative . Con poco si possono far decollare diverse aree, speculazioni delle multinazionali permettendo.

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