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Decreto sicurezza, Bonaccini ricorre alla Corte Costituzionale
“Allora si dimetta dalla Conferenza delle Regioni”

8/1/2018 – La Regione Emilia-Romagna ha deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale contro alcune parti del decreto sicurezza. La decisione è stata presa ieri dalla giunta ed è stata annunciata in serata dal governatore Stefano Bonaccini, che in mattinata aveva criticato il governo nel suo comizio all’Ariosto in occasione della celebrazione del Primo Tricolore.

Il presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini

Le reazioni non se si sono fatte attendere, il deputato Jacopo Morrone della Lega ne chiede le dimissioni da presidente della Conferenza delle Regioni. La deputata reggiana Benedetta Fiorini, vicecommissaria di Forza Italia in Emilia-Romagna, si è detta certa che “prima ancora della Consulta, saranno gli elettori emiliani a pronunciarsi sulla giunta Bonaccini e a mandarla a casa”.

Il presidente dell’Emilia-Romagna ha specificato che la Regione non impugnerà l’intero decreto davanti alla Corte costituzionale, bensì “le norme che più direttamente riguardano le Regioni e i Comuni e che stanno generando conflitto e confusione”.
“Io faccio il presidente di Regione – ha detto – e il mio compito non è quello di oppormi al Governo o al Parlamento, ma di governare l’Emilia-Romagna. Su questo decreto avevamo espresso diverse preoccupazioni, ravvisando contraddizioni”.
Il ricorso si concentrerà su “gli effetti che determina il potenziale conflitto tra norme vecchie ma non abolite e nuove disposizioni, ad esempio in materia di residenza”. si riferisce in sostanza all’abolizione della norma che permetteva ai richiedenti asilo di ottenere la residenza, quindi con la possibilità di essere inseriti nelle graduatorie di case popolari, asili etc.

Benedetta Fiorini durante un intervento alla Camera

“Il caos legislativo e la contrapposizione tra Stato e Comuni non sono certo la premessa né per il buon funzionamento dell’accoglienza, né per accrescere la sicurezza delle comunità”.

“Questa legge, come tutte le leggi, va naturalmente applicata – ha poi aggiunto –  Una legge cattiva può essere contrastata e, nel caso, cambiata, ma non disapplicata. Per quanto attiene invece i profili di costituzionalità delle norme, per fortuna in questo Paese esiste un organismo di garanzia e a quello ci rivolgiamo: si chiama Corte costituzionale”.

” La sanità, per fare un esempio, è competenza regionale e assicurare a tutte le persone il diritto ad accedere alle prestazioni sanitarie è compito nostro: lo dico nell’interesse di tutta la comunità, perchè assicurare ai singoli le cure necessarie non è solo un diritto primario dei singoli, ma anche una garanzia di salute per l’intera comunità in cui vivono. Ricordo, per intenderci, che in Emilia-Romagna siamo la Regione che per prima ha imposto l’obbligo vaccinale. C’è quindi in gioco qualcosa che va oltre il sacrosanto diritto da parte di chiunque a ricevere le cure necessarie in caso di urgenza, diritto che non si può rischiare di mettere in discussione”.

L’onorevole Fiorini si è dichiarata “non sorpresa” dal  “ricorso rosso alla Consulta da parte del presidente dell’Emilia Romagna Bonaccini”. “La sinistra, specie nel nostro territorio – ha aggiunto –  ha sempre sottovalutato e fatto vere e proprie orecchie da mercante alla richiesta di sicurezza dei cittadini. Invece di ascoltare la gente, la sinistra ha sempre favorito l’immigrazione incontrollata”. Nel ricorso della Giunta Bonaccini c’è da chiedersi pesino motivazioni interne al congresso del Pd, motivazioni ideologiche della sinistra finto buonista e motivazioni di altro tipo, legate al complesso e intricato sistema di interessi economici che gravitano attorno all’accoglienza. Comunque sia, sono convinta – conclude Fiorini –  che prima ancora che la Corte Costituzionale si pronuncerà sulla legge, saranno i cittadini dell’Emilia Romagna, alle elezioni regionali, a pronunciarsi sulla Giunta Bonaccini e a mandarla a casa”.

Jacopo Morrone

Dal canto suo, il deputato Morrone della Lega parla di “battaglia ideologica di retroguardia” e afferma che “Bonaccini crede di essere in un supermercato”: “Non vuole impugnare la legge sicurezza e immigrazione nella sua interezza, ma solo le parti che non gli aggradano ideologicamente. Un Bonaccini, dunque, che mette nel carrello quello che gli fa comodo e lascia negli scaffali il resto. Un modo davvero bizzarro di applicare una legge dello Stato da parte di un’Istituzione pubblica, come il presidente dell’Emilia-Romagna afferma di voler fare. E’ infatti paradossale che da un lato Bonaccini riconosca che la legge va applicata, ma che, nel contempo, persegua la strada avventurista dell’incostituzionalità”.
” L’auspicio è che Bonaccini  veda bene di rassegnare le dimissioni dalla carica di presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Ci si aspetta, infatti, che chi ricopre quel ruolo super partes dia garanzie a tutti i componenti di una equilibrata autorevolezza istituzionale”.

 

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