di Pierluigi Ghiggini
21/12/2018 – Ventuno anni dopo la nascita di Reggio Città degli Studi, che diede il via al polo universitario, oggi Reggio diventa davvero «città universitaria». Ce n’è voluto di tempo, ma le buone idee alla fine vincono: e lo dicono i numeri, che veleggiano verso quota novemila studenti iscritti.
E così ufficialmente decollato giovedì mattina il comitato «Reggio Universitaria» che vede alleati università, Diocesi, istituzioni pubbliche e capitali privati per trasformare l’imponente seminario vescovile di Reggio Emilia di viale Timavo – complesso-simbolo dell’architettura razionalista italiana, progettato da Enea Manfredini e inaugurato nel lontano 1954 dal cardinal Lercaro – nel terzo polo universitario di Reggio, dopo l’ex caserma Zucchi e i padiglioni ex Opg: un nuovo polo per 1.200 studenti, che permetterà di ampliare l’offerta formativa verso nuove frontiere.
Il comitato è stato costituito davanti al notaio nella mattinata di giovedì: l’obiettivo è realizzare entro l’ottobre 2020 la ristrutturazione del primo lotto (la parte più impegnativa) vale a dire del corpo di fabbrica che fronteggia viale Timavo, per inaugurarlo nel giorno di S. Prospero. La partenza dei lavori è prevista il 29 aprile prossimo, anniversario del miracolo della Ghiara.
E di «miracolo laico» ha parlato il vescovo Massimo Camisasca, di fronte ai partner pubblici e privati dell’iniziativa, perchè in pochi mesi sono stati raccolti circa 7 milioni dai contributori, cifra – compreso mezzo milione della Regione – che permetterà di finanziare l’intero primo lotto. Il vescovo, regista dell’operazione (l’edificio sarà affittato all’università con una operazione finanziaria, ma resterà di proprietà della Diocesi) ha anche ricordato l’insieme di circostanze favorevoli che hanno aperto la strada a un’iniziativa sino a ieri difficilmente immaginabile: «Ci siamo chiesti se potevamo continuare a mantenere questo enorme complesso utilizzato, se va bene, al 20%. Ci siamo detti di no, soprattutto per il futuro della città».
E ha reso merito a Carlo Baldi, il commercialista reggiano già protagonista a sua tempo dell’operazione Città degli Studi, che oper primo gli ha insistito per il riuso universitario dell’ex seminario.
Sono intervenuti, nella presentazione avvenuta nella ex cappella del Seminario di viale Timavo, anche il presidente di Unindustria Fabio Storchi, il presidente del comitato Mauro Severi, il sindaco di Reggio Luca Vecchi, il presidente della provincia Giorgio Zanni, il sottosegretario della Giunta Regionale Giammaria Manghi.
All’impresa partecipano infatti il Comune e la Provincia di Reggio Emilia, Unindustria, Confcooperative e fra i partner privati principali, il gruppo Iren, Maxima, Immergas e Smeg.
Presidente del neonato comitato, come detto l’architetto Mauro Severi. Gli industriali reggiani caldeggiano fortemente l’operazione, soprattutto se abbinata all’attivazione da parte dell’Ateneo di nuove specializzazioni nelle scienze digitali, funzionali alle esigenze delle imprese del territorio. Ipotesi su cui ha insistito il presidente di Unindustria Fabio Storchi, e sulla quale concorda il rettore Andrisano anche se «il percorso non sarà breve».
I tre lotti successivi costeranno complessivamente circa 5 milioni di euro. Tutti i piani fuori terra dell’ala sud ovest diventeranno residenze per studenti, per un totale di 64 posti letto. Nella ex Chiesa a piano terra sarà ricavata un’aula magna da 149 posti. Resta escluso il corpo sud est composto da sei livelli, attualmente occupato dal Seminario in attività. Il lotto C comprenderà il piano terreno dell’ala sud ovest per un totale di 189 posti aula. Il lotto D riguarderà la sistemazione generale dell’area esterna con la realizzazione dei parcheggi e la razionalizzazione degli accessi. Una volta ultimato il polo universitario sarà costato 12 milioni 200 mila euro.
IL COMITATO, I PROMOTORI, IL CRONOPROGRAMMA
Del Comitato Reggio Città Universitaria, a fianco del presidente Severi, fanno parte Paolo Bonaretti (fondazione E 35, a.d. Iren Smart Solution) come vicepresidente, e inoltre il presidente della provincia Giorgio Zanni, l’assessore di Reggio Emilia Daniele Marchi, il giornalista Gino Belli per Confcooperative, l’avvocato Ferdinando Del Sante e l’avvocato Giacomo Menozzi.
I sostenitori del progetto al momento sono: Diocesi di Reggio Emilia, Comune di Reggio, Provincia, Regione Emilia-Romagna, Camera di Commercio, Unindustria, Fondazione Manodori, Confcooperative, Iren, Smeg, Maxima, Nexion, Argo Tractors, Spal automotive, Comer, Ognibene, Immergas, Bertazzoni spa La Germania, Padana Tubi.
Presto si aggiungeranno altre imprese e istituzioni che stanno valutando modo e quantità dell’impegno. Da gennaio sarà attivo il sito internet con tutte le informazioni e l’aggiornamento sulla raccolta fondi e lo stato di avanzamento del progetto.
Intanto nella giornata di venerdì 20 dicembre è stato depositata ai Vigili del Fuoco la pratica generale per i lotti A e B, entro il 20 gennaio sarà depositato in Comune e all’Ausl il progetto generale per i due lotti; entro il 28 febbraio i progettisti consegneranno capitolati e computi per l’appalto di tuto il lotto A, entro il 10 marzo inviti alle gare d’appalto, il 16 aprile aggiudicazione e , il 29 aprile inizio dei lavori.
STORCHI: “PUNTIAMO SU REGGIO CITTA’ DIGITALE”
Gli industriali reggiani scommettono su una «Reggio digitale» come naturale prosecuzione dell’impegno in Reggio Città Universitaria. «Non bisogna perdere l’occasione» insiste il presidente Fabio Storchi, che vede nel polo ex seminario la sede naturale per i corsi di laurea che possono lanciare la Città digitale.
«La sfida va al di la’ dello stesso ex seminario – ha detto – La sfida è fare di Reggio Emilia un distretto universitario nel quale si coltivano non solo le competenze umanistiche, meccaniche e meccatroniche, ma anche quelle digitali».
Per questo nei primi mesi del nuovo anno Unindustria «intende sottoscrivere con Unimore una lettera di intenti che preveda di incardinare nella nostra città l’offerta formativa in ‘Digital Science’, declinata in coerenza con le nuove esigenze delle imprese e per fare di Reggio Emilia un centro di eccellenza nelle nuove conoscenze digitali».