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Terreni contaminati: dalla Regione un freno ai gessi di defecazione

1/10/2018 – Un freno all’uso dei gessi come fertilizzanti in agricoltura, insieme alla garanzia della loro piena tracciabilità. Via libera all’utilizzo solo per quelli derivanti dai settori agroalimentarezootecnico e dai depuratori urbani. Stop invece ai gessi prodotti con fanghi derivanti dagli altri processi industriali, non conformi agli standard ambientali.
Lo ha deciso la Giunta regionale fissando una serie di precisazioni in linea con il decreto legislativo 75/2010 sulla commercializzazione dei fertilizzanti. A questa categoria appartengono appunto i gessi, frutto della lavorazione dei fanghi che, grazie a trattamenti specifici in impianto con calce o acido solforico, possono essere impiegati come correttivi del suolo.
L’obiettivo è tutelare la qualità delle produzioni agricole e prevenire la presenza di contaminanti nelle acque e nei suoli.

Spandimento dei gessi di defecazione

I Carabinieri forestali all’ingresso dei capannoni sequestrati a Fabbrico

La delibera è astata assunto dopo il clamore mediatico della< recente inchiesta di Rai Tre dei gessi di defecazione, inchiesta che ha preso le mosse dall’inchiesta condotta dai carabinieri forestali di Reggio Emilia  sui gessi contaminati delle ditta Valli di Lonato, di cui ben quindicimila tonnellate sono sotto sequestro da oltre un anno in due capannoni di fabbrica. A far rompere gli indugi, a tutela delle prodeuziooni agricole e della salute dei cittadini, le proteste registrate in diversi comuni della Bassa reggiana a seguito delle spandimento dei gessi puzzolenti in grandi estensioni agricole. Il sindaco di Boretto Massimo Gazza ha chiesto l’intervento di Ausl e Arpa e ha inviato una segnalazione alla  Procura di Reggio Emilia. Senza considerare che in Veneto e Lombardia diverse persone si sono setnite male, come di recente a Casselle nel bresciano, per lo spandimento dei gessi. E a Fabbrico il dottor Dante Pedroni ha denunciato in tv i bruciori alla gola e agli occhi denunciati  da molte persone. Grande preoccupazione infine  sugli effetti delle produzioni tutelate dalla Dop, in particolare il parmigiano reggiano, visto che i gessi vengono sparsi (dietro compenso pagato dai produttori) nei terreni coltivati anche a erba medica destinata all’alimentazione delle bovine da latte.
Dunque, per garantire la tracciabilità e il rispetto delle condizioni di utilizzo, delibera della Giunta regionale colma una falla nella normativa, e impone  una dichiarazione da parte dell’utilizzatore dei gessi da presentare alle autorità prima dell’inizio dell’applicazione sul suolo.

Il dottor Dante Pedroni di Fabbrico ha denunciato in tv i malesseri provocati dalle esalazioni dei gessi

“ Anche per rispondere ad alcune segnalazioni dei cittadini, abbiamo ritenuto importante intervenire a tutela della salute e dell’ambiente – afferma l’assessore Gazzolo –  Lo abbiamo fatto in modo deciso precisando che chi utilizza gessi derivanti da fanghi non conformi agli standard ambientali commette un reato specifico di gestione dei rifiuti non autorizzata”.

“Per garantire la qualità dei terreni e le condizioni di sicurezza ambientale è fondamentale controllare cosa va sui nostri suoli- sottolinea l’assessore regionale all’agricoltura, Simona Caselli-. Per questo abbiamo fortemente voluto regole stringenti a garanzia della nostra agricoltura e della qualità delle nostre coltivazioni, in particolare pensando alle produzioni dop e igp”.

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Una risposta a 1

  1. Bleah Rispondi

    01/11/2018 alle 15:03

    Ho appena sentito Travaglio che diceva che in questo DDF hanno aumentato la tolleranza per i fanghi…………

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