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Sequestro di Pieve, Francesco Amato non parla in udienza perché mancano i giornalisti. Il giudice convalida l’arresto

8/11/2018 – Anche davanti al Gip di Reggio, di fronte al quale è comparso per il sequestro degli impiegati dell’ufficio postale di Pieve Modolena, Francesco Amato ha cercato inutilmente un pulpito dal quale esternare le proprie considerazione. Voleva che all’udienza di convalida dell’arresto fossero presenti i giornalisti, ma visto che non era possibile in quanto l’ udienza era a porte chiuse, in camera di consiglio, Amato ha deciso di non parlare. Grande delusione, e per questo si è avvalso della facoltà di non rispondere.

I Carabinieri prendono in custodia Francesco Amato a Pieve Modolena


Francesco Amato è stato condannato nel processo Aemilia a 19 anni e un mese di reclusione per concorso in associazione mafiosa ed è rimasto latitante sino a lunedì, sino a quando non ha fatto irruzione, armato di un coltello, nelle Piste di Pieve, alle porte di Reggio tenendo i dipendenti in ostaggio e liberandoli solo dopo otto ore, quando ha ceduto e si consegnato ai carabinieri, prima del blitz gia pianificato di un reparto speciale.
Il giudice ha convalidato l’arresto: Amato andrà a processo per sequestro di persona e porto abusivo di armi. Il gip Ramponi nel pomeriggio ha sciolto la riserva sulla convalida dell’arresto, respingendo la richiesta del legale di Amato – Franco Beretti – di non applicare la misura di custodia cautelare. Qualora questa istanza fosse stata accolta, Amato non sarebbe rimasto comunque a piede libero. Il collegio giudicante di Aemilia infatti, ne aveva disposto la traduzione immediata in carcere già poche ore dopo la condanna a 19 anni.

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