di Pierluigi Ghiggini
28/11/2018 – Sono state alcune frasi pronunciate da condannati, per così dire, “eccellenti” del processo Emilia, e intercettate nelle carceri, a far scattare l’allarme sicurezza che nella giornata di ieri ha provocato – dopo un vertice d’urgenza del Comitato ordine e sicurezza pubblica in Prefettura – l’istituzione immediata di una cintura di protezione intorno al Tribunale di Reggio Emilia, e nel contempo la messa sotto scorta del presidente del collegio di Aemilia Francesco Maria Caruso.
Provvedimento, quest’ultimo, deciso da un’autorità non reggiana. La presidente del tribunale di Reggio Cristina Beretti – membro del collegio di Aemilia – è già da tempo sotto scorta, mentre per il giudice Andrea Rat la decisione, secondo la deputata Stefania Ascari – sarebbe imminente.
Risulta a Reggio Report che, dopo il sequestro dei dipendenti dell’ufficio postale di Pieve Modolena, operato da Francesco Amato, condannato a 19 anni nel processo Aemilia, siano state intensificate le intercettazioni ambientali sui detenuti con le condanne maggiori nel maxi processo reggiano. E da queste intercettazioni sarebbero emerse tracce chiare sulle intenzioni del clan cutrese-emiliano di dare segnali forti per contestare la durezza delle pene inflitte in primo grado, e soprattutto far comprendere che la cosca, lungi dall’essere atterrata, sarebbe ancora viva e vegeta. Una Nuova conferma delle affermazioni pronunciate nella penultima udienza dal pentito Valerio, secondo cui la n’drina non sarebbe affatto sconfitta: “Siete tutti sotto assedio” aveva detto il collaboratore di giustizia rivolgendosi ai reggiani.
Francesco Amato si arrende ai Carabinieri dopo il sequestro dei dipendenti delle poste di Pieve Modolena
In particolare, nel mirino vi sarebbe proprio il giudice Caruso (presidente del tribunale di Bologna), ritenuto dai boss l’ispiratore penne comminate nella sentenza, che hanno confermato nella sostanza le richieste della pubblica accusa.
Da ieri pomeriggio è stato innalzato il livello del dispositivo di sicurezza intorno al tribunale di Reggio Emilia, col divieto di sosta nell’intera via borsellino, in via falcone nella parte che fronteggia palazzo di Giustizia, e nella prima fila di stalli nel parcheggio davanti all’ingresso di via Paterlini. In questa fila possono sostare solamente i mezzi delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco e le ambulanze. La sorveglianza viene garantita da polizia di stato , carabinieri e municipale coordinati dal Questore.
LA DEPUTATA ASCARI: “SCORTA A CARUSO SEGNALE IMPORTANTE DELLO STATO”
“La scorta al giudice Francesco Caruso è un forte segno di presenza dello Stato”.m Lo dichiara la deputata 5 Stelle Stefania Ascari della commissione antimafia
“Caruso ha fatto parte con Cristina Beretti e Andrea Rat del collegio che ha pronunciato la storica sentenza del 31 ottobre – ricorda Ascari – sancendo 125 condanne nel più grande processo per mafia celebrato al Nord.
Il MoVimento 5 Stelle, assieme a Libera, aveva da subito richiesto la scorta per tutelare l’incolumità del presidente della corte. Una protezione che appare tanto più necessaria dopo le rimostranze in aula e fuori dal tribunale dopo la lettura della sentenza, la minaccia all’avvocato Rosario Di Legami amministratore giudiziario di beni confiscati, e il sequestro operato da Francesco Amato, condannato per 19 anni, alle Poste di Pieve Modolena lo scorso 5 novembre. Ricordo che Beretti è già sotto scorta dopo le minacce subite, mentre per Rat la decisione è attesa a breve”.
Fausto Poli
29/11/2018 alle 20:20
Reggio Emilia come Palermo e Caracas.