22/10/2018 – Dopo tre anni e mezzo dalla dichiarazione del concordato liquidatorio, dopo molti silenzi, manovre e manovrette (come la misteriosa offerta italo-vietnamita, bocciata in gran segreto dal comitato dei creditori) dopo mille giorni e passa di tentennamenti e di altrettante pressioni perché si arrivasse al dunque, la curatrice giudiziale Tiziana Volta ha fissato per il 18 dicembre la prima asta per la vendita del complesso fieristico di via Filangieri: area di centomila metri quadrati, padiglioni fieristici, complesso direzionale e volumetrie edificabili previste dal Psc per 50 mila metri quadrati.
Il bando deve essere ancora pubblicato, ma la base d’asta sarebbe fissata in 13,2 milioni di euro: una cifra lontana dagli oltre 20 milioni di euro delle valutazioni periziali e soprattutto dalle somme reclamate da oltre sei anni dai creditori. Certamente più plausibile dei 6,6 milioni offerti dal fondo vietnamita.
Se l’asta dovesse andare deserta, l’incanto sarà ripetuto a fine gennaio naturalmente con una riduzione del prezzo di partenza.
La decisione di rompere gli indugi era stata di fatto imposta in estate nel corso di un vertice in estate col giudice delegato Stanziani Maserati. E la data del 18 dicembre è stata annunciata dopo che pochi giorni fa la cordata imprenditoriale di Terminal One si è aggiudicata la gestione fieristica anche per il 2019 con un canone di 105 mila euro l’anno.
La cifra di 3,2 milioni di euro appare appetibile per chi punta a un investimento di lungo termine, anche di ordine speculativo, finalizzato a una riconversione dell’area. Meno interessante invece chi crede nel polo fieristico: i padiglioni di via Filangieri, infatti, sono obsoleti e hanno bisogno di investimenti massicci.