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Pedofilia nella Chiesa: “Nessuno va coperto o giustificato”
Lettera dei vescovi emiliani

4/9/2018 – La lotta agli abusi sui minori nella Chiesa e non solo “ci deve vedere uniti”. E “nessuno deve essere coperto o giustificato, qualsiasi ruolo svolga”. E’ il messaggio inviato oggi dai vescovi dell’Emilia-Romagna a tutte le parrocchie e ai fedeli della regione. I capi della chiesa cattolica nella regione annunciano anche task force di esperti e psicologi, quasi tutti laici e laiche, in ogni diocesi per la formazione e la prevenzione nel campo della tutela dei minori.

Un giro di vite, che arriva dopo gli ultimi casi di pedofilia da parte di sacerdoti in Italia e, soprattutto, dopo gli attacchi a Papa Francesco dell’ex nunzio apostolico Carlo Viganò, che ha accusato il Pontefice di aver coperto gli abusi sessuali dell’ex arcivescovo di Washington, Theodore Edgar McCarrick.

I vescovi dell’Emilia-Romagna prendono compatti le difese di Bergoglio e chiedono “occasioni di digiuno, riflessione e penitenza” per “essere uniti al nostro Papa Francesco nel suo indiscusso impegno a fare verità e giustizia dentro e fuori la Chiesa”.

“Condividiamo la grande preoccupazione e il dolore espresso da Papa Francesco con la ‘Lettera al Popolo di Dio’- scrivono- sofferto invito a una conversione personale e comunitaria, che vi invitiamo a leggere e meditare nelle parrocchie, nei consigli pastorali e nei gruppi di famiglie. Egli ci chiede di soffrire insieme a tutto il corpo per aiutarlo”.

Nella nota, i vescovi dell’Emilia-Romagna mettono in chiaro che “l’impegno a combattere gli abusi sui minori e sulle persone vulnerabili, sia di potere che sulla coscienza che sessuali, da parte di chierici o di laici nella Chiesa, nella società e nelle famiglie, ci deve vedere uniti. Uniti nella preghiera e nella penitenza, perchè le sofferenze delle vittime, che non si cancelleranno, siano condivise e non si ripetano. Perchè il male non sia più nascosto, ma opportunamente denunciato. Perchè il perdono e la guarigione dalle ferite, che pure invochiamo da Dio, con la riparazione del danno, non siano un alibi, ma stimolo a mettere in atto una conversione di tutta la comunità cristiana e della società civile, perchè si prendano le misure educative e operative per una prevenzione ampia ed efficace”.

 

I vescovi dell’Emilia-Romagna scrivono con chiarezza che  “nessuno deve essere coperto o giustificato, qualsiasi ruolo svolga. Il bene dei minori e dei più deboli deve stare sopra a tutto. Molto dipenderà  dai genitori, dagli educatori, dagli insegnanti, dai sacerdoti e dai catechisti: la cura, la protezione, la vigilanza, la formazione propria e dei ragazzi o degli adolescenti, deve creare ambienti e atteggiamenti di vera tutela e deve portare i minori a imparare a difendersi, a reagire, trovando adulti accoglienti e pronti ad ascoltarli e a intervenire”.

Massimo Camisasca vescovo di Reggio Emilia

Per questo anche in Emilia-Romagna, “in linea con quanto sta preparando la Chiesa italiana- annunciano i vescovi- abbiamo già  predisposto un percorso di formazione che permetterà di avere in ogni diocesi alcune persone, quasi tutti laici e laiche, che potranno essere referenti e promotori dei cammini diocesani di formazione e prevenzione per la tutela dei minori.

Invitiamo le comunità cristiane in questo inizio dell’anno pastorale a creare occasioni di preghiera e digiuno, di riflessione, di penitenza, per essere uniti al nostro Papa Francesco nel suo indiscusso impegno a fare verità e giustizia dentro e fuori la Chiesa. E rinnoviamo il pieno e filiale sostegno al suo servizio fondamentale alla comunione e all’evangelizzazione”.

Già nei giorni scorsi il vescovo di Reggio Emilia Massimo Camisasca aveva invitato con una lettera pastorale i fedeli alla preghiera e al digiuno, come chiesto da Papa Francesco.

LA LETTERA DEL VESCOVO CAMISASCA AI FEDELI E ALLE PARROCCHIE REGGIANE 

Cari fratelli,
il Papa ha inviato una lettera a tutto il Popolo di Dio, quindi a tutti noi, per esortarci alla preghiera e al digiuno. È un invito di grande importanza, che non deve essere messo in secondo piano.
L’urgenza della preghiera e della penitenza nasce dalla considerazione di un male grave nella Chiesa che ha portato ad abusi di potere, di coscienza e sessuali da parte di tanti consacrati verso giovani o piccoli loro affidati. Ma nasce anche dalla necessità di una conversione che porti a riconoscere il male fatto, a non cercare di nasconderlo e a prendere tutte le misure necessarie affinché non si ripeta più.
L’invito del Papa attraversa drammaticamente tutta la Chiesa e chiede una seria presa di coscienza e una implorazione a Dio affinché tanto male sia perdonato. Ma soprattutto è un impegno a chiedere perdono alle vittime e a offrire loro la nostra vicinanza e il nostro aiuto. 
Chiedo che la lettera di papa Francesco, almeno nei suoi punti più importanti, sia portata a conoscenza dei fedeli durante le S. Messe di domenica 2 o di domenica 9 settembre e che ogni parrocchia proponga momenti di preghiera e giorni di digiuno per i propri fedeli.
Preghiamo e offriamo sacrifici e penitenze per la Chiesa in questo momento così delicato della sua storia.
Con la mia benedizione.
+ Massimo Camisasca
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