24/9/2018 – Ha usato toni ed espressioni stigmatizzati come “fortemente inopportuni”, tuttavia “al pari di ogni altro magistrato, aveva pieno diritto ad esprimere la sua opinione sul referendum costituzionale”. E’ quanto ha stabilito il Consiglio superiore della Magistratura che oggi, in sessione plenaria, ha chiuso archiviandolo il procedimento di trasferimento d’ufficio del giudice Francesco Caruso, presidente del collegio giudicante del processo Aemilia nominato nel frattempo presidente del Tribunale di Bologna.
Caruso era finito nella bufera per aver definito su Facebook, a pochi giorni dal voto, il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 una riforma fondata sui valori del “clientelismo scientifico e organizzato” e l’eventuale vittoria del si’ un “atto di forza, estraneo al diritto” Una serie di commenti diventati di pubblico dominio, nonostante Caruso li avesse riservati ad una platea ristretta di amici. La vicenda aveva creato un “caso” politico anche a Reggio Emilia, dove Caruso preside tuttora la Corte del maxiprocesso Aemilia contro la ‘ndrangheta. In Consiglio comunale, il consigliere del Pd Pierluigi Saccardi aveva promosso un documento in difesa del magistrato, in cui si affermava che “la libertà di pensiero sancita dalla carta costituzionale debba essere sempre rispettata e garantita”. Dalla proposta si erano però sfilati anche altri otto consiglieri della maggioranza, sempre del Partito democratico, che si erano difesi sostenendo che a loro non era stato nemmeno chiesto di aderire. Soddisfazione per l’esito della decisione del Csm è dunque stata espressa- a margine dell’assemblea di sala del Tricolore riunita oggi- dallo stesso Saccardi.